LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Lettera del PACBI (Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele) a Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma. 

Israele: un modello screditato e da non seguire. Non c’è creatività o innovazione nell’occupazione e nel colonialismo!

29 giugno 2012

Egregio Presidente Nicola Zingaretti,

La Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel - PACBI) è allarmata per aver appreso che la Provincia di Roma ha organizzato le “Giornate della Creatività e dell’Innovazione”, che si svolgeranno a Roma il 4 e 5 luglio 2012 con Israele come ospite d’onore (i).

È tanto cinico quanto difficile credere che queste giornate dedicate all’innovazione - che si presume debbano promuovere la creatività e l’innovazione umana - stiano per ospitare Israele come modello da seguire. Israele sottopone infatti il popolo palestinese ad un crudele sistema di espropriazione e discriminazione razziale, e le sue azioni sono ampiamente riconosciute come violazioni della legalità internazionale. Ospitare Israele in questo evento romano equivale a nascondere queste pratiche, e dichiarare che  fare affari con Israele può procedere come sempre.

 

Concretamente, Israele viola sistematicamente i basilari diritti umani dei palestinesi in alcuni di questi modi: 

  1. I palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza vivono sotto una brutale e illegale occupazione militare. Israele limita la libertà di movimento e di parola dei palestinesi; impedisce l’accesso alle terre, alle cure mediche e all’educazione; arresta i leader palestinesi e gli attivisti per i diritti umani senza accuse o processo; infligge, quotidianamente, umiliazioni e violenze in oltre 600 check point e blocchi stradali che strangolano la Cisgiordania. Parallelamente, Israele continua a costruire il suo muro illegale su terra palestinese e, per sostenere la continua espansione della sua rete illegale, costruisce colonie per soli ebrei che dividono la Cisgiordania in Bantustan.
  2. I cittadini palestinesi di Israele si confrontano con un crescente sistema di Apartheid all’interno dei confini israeliani, con leggi e politiche che negano loro i diritti di cui godono i loro omologhi ebrei. Queste leggi e politiche riguardano l’educazione, la proprietà della terra, il sistema abitativo, l’impiego, il matrimonio e tutti gli altri aspetti della vita quotidiana delle persone. Sotto molti punti di vista questo sistema assomiglia incredibilmente alle Leggi Jim Crow e al sistema di apartheid sudafricano.
  3. Sin dal 1948, quando Israele espulse oltre 750.000 palestinesi per creare uno stato esclusivamente ebraico, ha negato ai rifugiati palestinesi il diritto al ritorno alle loro case e alle loro terre, che pure è internazionalmente riconosciuto. Israele ha anche continuato ad espellere persone dalle loro case a Gerusalemme e nel Negev. Ad oggi ci sono oltre 7 milioni di rifugiati palestinesi che ancora lottano per il ritorno alle proprie case, come tutti gli altri rifugiati nel mondo.
  4. A Gaza, i palestinesi sono stati sottoposti ad un assedio criminale e immorale sin dal 2006. Come parte di questo assedio, Israele ha impedito che non solo diversi tipi di medicinali, candele, libri, matite, vestiti, scarpe, coperte, cibo, the, caffè e cioccolata, ma anche strumenti musicali, arrivassero a oltre 1 milione e mezzo di palestinesi imprigionati nel più grande carcere a cielo aperto del mondo (ii).

Lei può davvero pensare di invitare Israele e di indicarlo come modello da imitare?

Nel 2004, in risposta alla brutalità di Israele e ispirati dal successo del boicottaggio culturale dell’apartheid sudafricano, sostenuto da sindacati e associazioni culturali palestinesi, PACBI ha divulgato un appello per il boicottaggio accademico e culturale delle istituzioni coinvolte nell’occupazione israeliana e nel sistema di apartheid (iii). Noi ci auguriamo, in questa nostra lettera indirizzata a lei, di far capire  l’importanza di questo appello palestinese e la logica del Movimento globale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele.

L’appello palestinese del 2004 si è rivolto ad artisti internazionali perché rifiutassero di esibirsi in Israele o di partecipare ad eventi che contribuissero a mettere sullo stesso piano l’occupante e l’occupato (iv), e che potessero collaborare al proseguimento delle ingiustizie. In seguito, nel 2005, una schiacciante maggioranza nella società palestinese ha fatto appello ad una campagna BDS onnicomprensiva, basata sui principi dei diritti umani, della giustizia, della libertà e dell’uguaglianza (v). Il movimento BDS adotta una strategia nonviolenta e moralmente coerente per rendere Israele responsabile degli stessi standard di diritti umani di tutte le altre nazioni.

Si chiede agli artisti di seguire l’appello al boicottaggio finché “Israele non si sarà ritirato da tutte le terre occupate nel 1967, compresa Gerusalemme Est; non avrà rimosso tutte le sue colonie su queste terre; non avrà accettato tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite che riguardano la restituzione dei diritti ai rifugiati palestinesi e non avrà smantellato il suo sistema di apartheid” (vi).

Israele utilizza l’arte e la cultura per nascondere le violazioni della legalità internazionale e dei diritti umani di cui è responsabile. Tra il Dicembre 2008 e il Gennaio 2009, Israele ha condotto una guerra di aggressione contro Gaza che ha provocato 1.400 vittime palestinesi, prevalentemente civili (vii), e ha portato le Nazioni Unite attraverso il Rapporto Goldstone a dichiarare che Israele ha commesso crimini di guerra (ix). Sulla scia di questo attacco e per salvare la sua immagine deteriorata, Israele ha raddoppiato gli sforzi per “vendere” se stesso come una democrazia liberale illuminata (x). Le arti, la cultura e le scienze giocano un ruolo unico in questa “campagna di mercato” (xi) e, ospitando Israele come modello di innovazione nell’evento della sua città, lei sta servendo le politiche di “ripulitura” del governo israeliano, e affermando che Israele è pienamente inscritto nel privilegiato club occidentale delle democrazie liberali “acculturate”.  Facendo questo, lei sta chiudendo gli occhi dinanzi alla continua occupazione israeliana, al colonialismo, all’apartheid, ed aggiunge  una beffa ulteriore alle ferite aperte dalle ingiustizie perpetrate contro il nostro popolo.

Se nonostante questo non l’avessimo convinta, ritenendo lei che  non ospitare Israele in questo evento potrebbe violare il principio della libertà di espressione, vorremmo ricordarle le giuste parole di Enuga S. Reddy, Direttore del Centro delle Nazioni Unite contro l’Apartheid, che nel 1984 rispondeva a critiche simili espresse contro il boicottaggio culturale del Sud Africa, dicendo:

“E’ piuttosto strano, a dire poco, che il regime sudafricano, che nega tutte le libertà alla maggioranza degli africani, possa diventare un difensore della libertà degli artisti e degli atleti del mondo. Abbiamo una lista di persone che si sono esibite in Sud Africa poiché ignoravano la situazione, perché richiamate dal  danaro, o perché indifferenti davanti al razzismo. Queste persone hanno bisogno di essere persuase a smettere di intrattenersi con l’apartheid, a smettere di trarre profitto dal denaro dell’apartheid, a smettere di rendere servizio ai propositi di propaganda del regime di apartheid” (xii).

Le chiediamo quindi di essere fedele alla sua missione per l’ innovazione e la creatività al servizio dell’umanità, e di non ospitare Israele in questo evento, poiché sarebbe come promuovere l’oppressione e le violazioni dei diritti umani. Siamo certi che non sia questo l’esempio che lei intende promuovere.

Rispettosamente,

PACBI

Fonte: Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele

Note:

[i] http://www.shalom.it/_flip/2012_06/
[ii] http://www.amnestyusa.org/document.php?id=ENGMDE150212009
[iii] http://pacbi.org/etemplate.php?id=869
[iv] http://pacbi.org/etemplate.php?id=1047
[v]  http://bdsmovement.net/?q=node/52
[vi] http://www.pacbi.org/etemplate.php?id=868
[vii] http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7545636.stm
[viii]  http://www.amnestyusa.org/document.php?id=ENGMDE150212009
[ix]  http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=91&LangID=E
[x]  http://walt.foreignpolicy.com/posts/2009/05/13/truth_and_advertising
[xi]  http://mondoweiss.net/2009/03/ny-times-offers-the-rationale-for-the-cultural-boycott-of-israel.html
[xii]  http://www.timeslive.co.za/world/article675369.ece/Israeli-ties--a-chance-to-do-the-right-thing