A Pietrarsa la compagnia Vertigo Dance, annunciato il volantinaggio delle associazioni

Comincia tra le polemiche la settima edizione del Napoli Teatro Festival, la cui apertura è prevista questa sera, venerdì, con uno spettacolo della Vertigo Dance Company, al museo ferroviario di Pietrarsa. La compagnia israeliana, ospite della manifestazione negli ultimi due anni, inaugura il cartellone con Reshimo, spettacolo in cui otto danzatori saranno guidati dal coreografo israeliano Noa Wertheim in un percorso che elabora in musica e ballo il rapporto tra finito e infinito.

All'esterno del museo, a partire da qualche ora prima dello spettacolo, si svolgerà una manifestazione di protesta. I partecipanti contestano la presenza a Napoli del gruppo di danzatori, nell'ambito della campagna internazionale Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), nata in contrasto alle politiche di occupazione e di apartheid israeliana in Palestina.

«ISRAELE DANZA SU TERRA RUBATA» - L'obiettivo dei cittadini e delle associazioni mobilitati dall'iniziativa «Israele danza su terra rubata» è quello di sensibilizzare, attraverso la distribuzione di un dossier, gli spettatori che assisteranno allo spettacolo. In particolar modo, il materiale che sarà distribuito metterà l'accento sui rapporti tra il mondo della cultura e dell'arte israeliana e un governo che continua a mancare in questioni come la tutela dei diritti civili dei cittadini palestinesi a Gaza e nei territori occupati: «È ovvio che anche in Israele ci sono delle differenze – spiegano i promotori della campagna – a cominciare dal gruppo di intellettuali, che annovera gente come Ilan Pappe che condanna duramente quanto accade nel proprio paese. Ma la maggior parte degli esponenti della cultura in Israele si rende complice della situazione, prestandosi alla propaganda del governo o girando quotidianamente la testa dall'altra parte».

LA CAMPAGNA - Negli ultimi mesi la campagna, nata nel 2005, è molto cresciuta, anche grazie alla presa di posizione dei due musicisti dei Pink Floyd, Roger Waters e Nick Mason, che hanno scritto un appello per chiedere ai colleghi Rolling Stones di annullare i concerti in Israele. «Suonare in Israele ora – hanno scritto – è l'equivalente di aver suonato a Sun City al culmine dell'apartheid sudafricano», specificando come a loro avviso «la negazione dei diritti dei palestinesi ha avuto un impatto devastante su generazioni intere di persone, e a prescindere dalle vostre intenzioni, fornireste le pretese per la propaganda che il governo israeliano usa nei suoi territori per occultare le politiche del regime».

LE VOCI NAPOLETANE - Per quanto riguarda Napoli, il comitato promotore della campagna racchiude al suo interno realtà molto eterogenee: associazioni (rete No war Napoli, Donne in rete), gruppi culturali (l'Asilo Filangieri), ma anche centri sociali (Ska, Gridas, Mammut) e i cittadini della comunità palestinese. Nonché artisti come i Zezi, gli A67 e la Banda Baleno. Una delle questioni più spinose è la stessa origine della compagnia israeliana, il cui nome trae ispirazione dall'esperienza di vita di uno dei fondatori, e la cui «vertigine da volo» richiama alla mente i lunghi anni che i giovani israeliani trascorrono nelle fila del servizio militare, partecipando a continue operazioni nei territori. «Non abbiamo intenzione di creare panico o utilizzare forme di protesta violente» specificano gli organizzatori. «Chiediamo solo che della situazione nei territori palestinesi si discuta, in ogni contesto appropriato, e in maniera critica, per poter spiegare le nostre rivendicazioni e le iniziative della campagna».

GRIMALDI: «INIZIATIVA FUORI LUOGO» - «Si tratta di una iniziativa assolutamente fuori luogo — commenta dal canto suo Giuseppe Grimaldi, presidente dell'associazione Italia-Israele — tanto più in un momento in cui anche il Papa si sta adoperando per un dialogo tra Abu Mazen e Shimon Peres. Utilizzare la cultura per trasmettere messaggi che dividono conferma l'idea che questo genere di atti abbiano il valore esclusivamente di una strumentalizzazione».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno