Leggi anche la lettera di Desmond Tutu, la prima lettera di Roger Waters, il comunicato della società civile palestinese e la seconda lettera di Roger Waters.

Caro Roger,

Circa un mese fa abbiamo ricevuto la tua lettera tramite Pedro Charbel, un giovane brasiliano che ha aderito al movimento BDS. Infatti, Pedro era venuto a casa mia, dove ha incontrato anche Gil e i nostri manager, accompagnati da una giovane ebrea brasiliana cittadina Israeliana, Iara Haasz (che anche sostiene il BDS), per chiederci di cancellare il nostro concerto a Tel Aviv fissato per il prossimo mese. Prima di questa visita, avevamo già ricevuto una lettera da un importante militante brasiliano difensore dei diritti umani, con la stessa richiesta. Oggi abbiamo ricevuto un'altra, questa volta da Desmond Tutu in persona (le sue parole erano state citate sia nella tua lettera come in tutte le altre richieste che avevamo ricevuto in merito). Proverò a rispondere anche a lui.

Quando Sud Africa era sotto il regime di apartheid, e sentivo di artisti che si rifiutavano di esibirsi lì, io in modo spontaneo mi sentivo d’accordo con questa decisione. La situazione complicata del Medio Oriente non mi trasmette quell’immagine di divisione bianchi-neri che mi trasmise il razzismo schietto in Sud Africa.

Ho detto a Charbel come mi sento riguardo a ciò. Per lui, come per te, sembra difficile credere che persone come Gil e me non rifiutano l’invito da parte di produttori e dell’audience israeliani (i biglietti sono andati praticamente esauriti), dopo aver sentito che lui voleva parlarci degli aspetti veramente oscuri del rapporto tra Israele e Palestina. Voglio esprimerti, come ho espresso a lui, il mio sentimento contrastante contro l’ala destra e la posizione arrogante del governo israeliano. Io odio la politica di occupazione, le decisioni disumane che Israele aveva preso a riguardo a ciò che Netanyahu definì come autodifesa per il paese. Penso che molti israeliani che sono interessati alla nostra musica devono reagire in modo simile al nostro alle politiche del loro paese.

Qui trovi la risposta che ho dato a un giornalista brasiliano, che mi ha chiesto come avrei replicato,  usando una frase breve, al tuo pegno: avevo suonato negli USA durante l’amministrazione Bush e questo non significava che approvavo l’invasione dell’Iraq. Avevo scritto e registrato canzoni che si opponevano alle politiche che avevano portato alle prigioni in Guatemala e le avevo cantate in New York e Los Angeles.

Intendo informarmi molto di più su ciò che sta accadendo in Israele. Non cancellerò mai un concerto per manifestare il mio dissenso contro un paese, a meno che non sia davvero convinto. E questo non è il caso. Ricordo quando Israele era un luogo di speranza. Sartre and Simone de Beauvoir morirono per Israele.

Gilberto Gil mi aveva raccontato che in passato gli era stato più volte chiesto di cancellare ii suoi concerti in Israele, ma aveva rifiutato di farlo anche dopo i terribili avvenimenti di luglio 2014. Per quanto mi riguarda, vorrei vedere Palestina e Israele come due Stati sovrani. Condivido che Israele deve iniziare ad ascoltare le reazioni che provengono da fuori. Le Nazioni Unite, molti governi, e anche artisti, come te, stanno dicendo a Israele che rischia di essere sempre più isolato se continua ad andare avanti nelle sue politiche reazionarie. A volte penso che potrebbe essere controproducente se Israele venisse davvero isolato. Intendo dire, se si cerca la pace. Ho tanti dubbi riguardo a questo argomento cosi complesso.

Charbel sa bene che problema sarebbe per noi cancellare un concerto che è stato già annunciato e venduto. Ma avrei dato volentieri tutto me stesso se fossi davvero convinto che è la cosa giusta da fare. Io devo pensare autonomamente e commettere i miei propri errori. Ringrazio te e tutti gli altri per le attenzioni e gli sforzi che avete dato per chiarirmi le idee sulle politiche in quella regione. Io esprimerò sempre con sincerità i miei pensieri e sentimenti, e se avessi cancellato questo concerto solo per far piacere a persone che io ammiro, non sarebbe stata decisione prese in libertà

Io canterò in Israele e continuerò a prestare attenzione su ciò che accade lì. Netanyahu non ha ottenuto la vittoria facilmente alle scorse elezioni. Credo che la mia esibizione è neutra per le politiche del paese, ma le mie canzoni, la mia voce e la mia semplice presenza potrebbero aiutare gli israeliani che non sono d'accordo con l'oppressione e l'ingiustizia in altre parole, farli sentire più lontani dall’idea di votare per gente come lui.

Sarei felice.

Caetano Veloso

Fonte: Rolling Stone Brasile

Traduzione di BDS Torino