di Ali Abunimah

Nei giorni scorsi organizzazioni antipalestinesi si sono scatenate a proposito del ritiro dell'invito a Matthew Paul Miller, un cantante ebreo americano che usa il nome artistico di Matisyahu, al festival musicale Rototom Sunsplash a Valenzia, in Spagna.

Tra le denunce di antisemitismo da parte della Anti-Defamation League e del Congresso mondiale ebraico (World Jewish Congress) e la condanna da parte del governo spagnolo, la questione è diventato l'ultimo strumento per colpire il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) guidato dai palestinesi.

"Gli organizzatori del festival mi hanno contattato perché hanno ricevuto pressioni dal movimento BDS" ha scritto Miller sul suo profilo Facebook  il 17 agosto. "Volevano che scrivessi una lettera, o girassi un video, chiarendo la mia posizione sul Sionismo e sul conflitto israelo-palestinese per tranquillizzare la gente del BDS."

La mia musica parla da sé, e io non faccio riferimenti politici nella mia musica," ha affermato.

Miller ha supposto di essere stato preso di mira solo perché è ebreo: "Onestamente è raccapricciante ed offensivo che essendo l'unico artista notoriamente ebreo-americano ingaggiato per il festival abbiano tentato di obbligarmi a fare dichiarazioni politiche."

Sotto un diluvio di pressioni, gli organizzatori del festival si sono piegati, hanno chiesto scusa a Miller e lo hanno reinvitato ad esibirsi il prossimo sabato.

L'appoggio di Miller a favore di Israele

Ma Miller è stato preso di mira solo perché è ebreo?

O lo è stato a causa del suo continuato e pubblico primato nell'appoggiare con le parole e con azioni le violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele?

BDS País Valencià ha spiegato in una dichiarazione perché hanno contattato il festival: "Le ragioni del nostro sdegno era chiaro nel nostro messaggio: la ripetuta difesa da parte di Matisyahu dei crimini di guerra e delle gravissime violazioni dei diritti umani commesse da Israele, l'incitamento all'odio razziale i rapporti con gruppi israeliani estremisti e violenti sono in evidente contraddizione con i principi a favore dei diritti umani e della pace e con lo spirito di questo festival."

Il loro obiettivo era rendere responsabile il festival rispetto al suo obiettivo dichiarato di appoggiare "la pace, l'uguaglianza, i diritti umani e la giustizia sociale."

Nato a New York, Miller non ha sicuramente mai avuto bisogno di essere obbligato a dichiarare che "sono un sostenitore convinto di Israele." Ma è andato molto oltre.

Si è esibito a raccolte di fondi per "Amici dell'IDF [l'esercito israeliano. N.d.tr.], un gruppo che raccoglie denaro per e rende onore all'esercito di occupazione israeliano.

In aprile si è esibito alla conferenza politica dell'AIPAC, il più potente gruppo di lobbisti a favore di Israele negli USA.

Lo stesso mese si è esibito anche in un festival a favore di Israele a New Orleans, organizzato da Chloe Valdary, la stella nascente dei Cristiani Sionisti dell'attivismo a favore di Israele negli USA.

Secondo il giornale "Times of Israel" il gruppo "Alleati per Israele, di Vardary, che ha sponsorizzato il festival, è stato finanziato dall'organizzazione estremista anti-palestinese "Camera."

Sostegno all'attacco contro la Flottilla

Miller ha fatto sentire il suo appoggio all'attacco israeliano contro la Flottilla diretta a Gaza nel maggio 2010, nel quale sono state uccise 10 persone sulla nave Mavi Marmara.

"Che le navi stessero o meno portando aiuto a Gaza, quelle acque territoriali appartengono a Israele - è internazionalmente riconosciuto," ha sostenuto in un'intervista al "Jewish Chronicle".

"Pensi davvero che, se qualcuno fosse stato nel Canale della Manica, la Marina inglese non avrebbe fatto altro che far saltare in aria la barca, far saltare tutto in acqua?" ha aggiunto. "Ma la gente penserà di nuovo che il comportamento di Israele è stato terribile."

"Nessun altro Paese" ha affermato Miller "avrebbe tollerato tutte queste stronzate come ha fatto Israele."

I palestinesi non esistono

Non è stata l'unica occasione in cui Miller ha utilizzato la popolarità di cui gode in quanto musicista per promuovere le sue idee anti-palestinesi.

In un’intervista del 2012 con il "Cornell Sun" ha sostenuto l'opinione, corrente tra gli estremisti sionisti, che i palestinesi e la loro nazione sono un'invenzione recente.

"Per quanto ne capisco, non c'è mai stato un Paese chiamato Palestina, " ha detto. "La Palestina è stata una creazione che è nata insieme ad Israele, quando Israele già esisteva."

"Palestina" è di fatto l'unico nome per la terra che si trova tra il Mediterraneo e il fiume Giordano che è stato storicamente utilizzato sia dai Sionisti che dai Palestinesi.

Inoltre l'affermazione di Miller che la Palestina è stata "creata all'interno di Israele" dopo che "Israele già esisteva" corrisponde a negare la Nakba - l'eliminazione dalla storia della pulizia etnica dei palestinesi da parte delle milizie sioniste nel 1948.

Miller è quanto meno coerente. Nel 2011 ha twittato un famoso video chiamato "La verità sulla Cisgiordania" dell'allora viceministro degli esteri israeliano Danny Ayalon, in cui si nega che i Territori siano occupati e ci giustificano le colonie israeliane che sono illegali in base alle leggi internazionali.

Si può boicottare Miller?

Sia chiaro che se l'unica ragione per cui a Miller è stato chiesto di fare una dichiarazione sulla Palestina fosse stato il fatto che è ebreo si sarebbe trattato di un atto discriminatorio e inaccettabile.

È invece sionista e antisemita chi insiste sul fatto che essere ebreo e essere sionista sono sinonimi. È una posizione a lungo rifiutata da molti ebrei e naturalmente dal movimento BDS diretto dai palestinesi.

La stragrande maggioranza degli artisti contro cui si sono rivolte le campagne del BDS negli anni scorsi non erano né ebrei né israeliani.

Né sono israeliane le imprese che sono molto spesso il bersaglio delle campagne di disinvestimento - come Veolia, Hewlett-Packard, Boeing, Motorola, G4S, or Caterpillar.

Ciò in quanto il BDS non è una campagna contro gli israeliani in quanto tali, ma contro le violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi e contro le complicità in queste violazioni.

Il solo fatto che Miller sia ebreo non significa che no possa essere considerato responsabile del suo rilevante appoggio alle politiche israeliane contro i palestinesi.

La campagna palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) stabilisce nelle proprie linee giuda: "Strettamente legato alle norme delle leggi internazionali e ai diritti umani universali, il movimento BDS, compreso il PACBI, rigetta in linea di principio il boicottaggio di singoli individui in base alla loro identità (come la nazionalità, la razza, il genere o la religione) od opinione.

Il PACBI sostiene che il boicottaggio mira non a colpire gli individui ma le istituzioni complici.

Ma, aggiunge, "un singolo artista o scrittore, israeliano o di un altro Paese, non può essere esente dal boicottaggio 'di senso comune' (oltre l'ambito dei criteri di boicottaggio contro le istituzioni stabilito dal PACBI) che cittadini impegnati ovunque nel mondo possono invocare in risposta a quello che essi chiaramente individuano come complicità nel, o responsabilità per, o sostegno alle violazioni delle leggi internazionali (come crimini di guerra o altre gravi violazioni dei diritti umani), violenza o denigrazione razziale da parte di personaggi illustri."

Lo stesso riguarda ogni personaggio israeliano, sia che siano ebrei che non-ebrei.

Coscienza

Ciò dipende quindi da una questione di coscienza e al giudizio se l'appoggio di Miller ai crimini di guerra di Israele, la sua raccolta fondi per l'esercito israeliano, le sue esibizioni per l'AIPAC e altre organizzazioni anti-palestinesi rappresenta una "complicità da parte di una persona importante."

Le linee guida del PACBI sono importanti, ma non sono leggi e i palestinesi non hanno il potere di farle rispettare.

I gruppi, in questo caso BDS País Valencià ed altri in Spagna, devono rispondere alla loro coscienza. I palestinesi chiedono loro di agire in modo etico, coerente e antirazzista.

In base alla mia lettura delle linee guida del PACBI e alle prese di posizione pubbliche di Miller è difficile vedere perché chiedergli di fare una chiara dichiarazione contro le violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi sia in qualche modo irragionevole.

Questa è una conclusione a cui possono arrivare non solo i sostenitori del BDS, ma anche coloro che ufficialmente si oppongono al boicottaggio culturale, come Daniel Sieradski, il principale blogger ebreo nordamericano che è solito avere Miller con cliente di web-design.

"Matisyahu (Miller) non è stato preso di mira perché ebreo, ma perché è un'importante figura pro-Israele che ha appoggiato pubblicamente l'IDF (l'esercito israeliano) e ha negato l'identità palestinese," ha osservato Sieradski. "Ogni volta che apre bocca sulla Palestina, parla di sproposito, sputando fuori qualche sciocchezza hasbara (propangandistica), e poi si tira indietro e dice; "Ma veramente io non sono un politico."

Sieradski rivela qualcosa in più a proposito del retroterra di Miller: "La sua guida spirituale, Ephraim Rosenstein, a cui attribuisce la propria rinascita spirituale,  vive nella zona occupata di Hebron, ha elogiato Baruch Goldstein dopo il massacro nella Tomba dei Patriarchi [che fece 29 morti e 125 feriti tra i palestinesi nel 1994. N.d.tr.] ed ha fatto una colletta per un'organizzazione che ha fornito appoggio legale agli estremisti israeliani accusati di aver ucciso palestinesi."

Sieradski racconta anche una storia sconcertante di qualche anno fa al New York City’s Beatbox Festival, quando Miller a quanto pare ha staccato l'amplificazione di un altro artista perché riteneva che il suo messaggio fosse "filo-arabo".

Charles Manekin, un professore studioso dell'ebraismo ortodosso e di filosofia che scrive i suoi blog con lo pseudonimo di Jeremiah Haber, sostiene l'inconsistenza di queste accuse di antisemitismo a proposito del breve boicottaggio di Miller.

"Quando i gruppi culturali israeliani sono boicottati solo perché vengono da Israele, senza prendere in considerazione il loro punto di vista politico, il BDS è attaccato per essere antisemita," ha scritto. "Quando gli artisti filo-israeliani sono boicottati per le loro opinioni, il BDS è antisemita."

"Se Matisyahu, che in passato ha fatto dichiarazioni politiche a favore di Israele, avesse appoggiato uno Stato palestinese, o la giustizia per i palestinesi, il suo concerto non sarebbe stato annullato, nonostante le proteste del gruppo BDS spagnolo, "ha scritto Manekin. "Ma un artista che ha politicizzato il suo lavoro non dovrebbe essere sorpreso se viene chiamato a risponderne."

Sono assolutamente d'accordo.

Aggiornamento 20 agosto: video istituzionale

Nel febbraio 2014, la canzone di Miller "Sunshine" del 2012 è stata utilizzata in un video istituzionale di propaganda del ministero degli Affari Esteri (MAE), che lo ha promosso sui social media con la descrizione "gli israeliani doppiano col labiale la canzone di successo 'Sunshine' di Matisyahu, sullo sfondo di alcuni dei luoghi più belli di Israele ".

Il sito di notizie Walla! ha riferito che lo scopo del video è stato quello di mostrare "il bel volto di Israele".

Il testo presente sulla pagina di YouTube suggerisce l'esistenza di rapporti ufficiali tra l'artista e il Ministero degli Affari Esteri.

Il ministero israeliano attribuisce il testo a Matisyahu ma chiede anche che tutti "accreditino il Ministero degli Affari Esteri per l'utilizzo di questo video."

I produttori di questo video di propaganda, della Zed Films, sono stati incaricati di produrre anche il video ufficiale di "Sunshine".

La casa di produzione israeliana Zed Films ha prodotto altri video di propaganda israeliana, tra cui "Sesso con lo psicologo", una bizzarra storia di stupri sullo sfondo del massacro della flottiglia della Mavi Marmara.

Il video istituzionale del governo dà un'indicazione di quanto a Israele faccia piacere usare la musica di Miller - senza dubbio con il suo consenso e approvazione - per i propri scopi politici, ma protesta quando gli altri reagiscono.

Anche Miller è contento di poter far utilizzare la sua musica in questo modo, ma allo stesso tempo insiste nel dire che il suo lavoro non è "politico".

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione di BDS Italia