Lettera firmata da 12 israeliani pubblicato su The Guardian

mcewan27 gennaio 2011

Siamo cittadini israeliani che sostengono l'appello per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele. Riteniamo che se Ian McEwan accetterà il Jerusalem Prize il prossimo mese a Gerusalemme (vedi la sua lettera del 26 gennaio), si renderà un collaboratore delle peggiori violazioni dei diritti umani di Israele così come della sua politica "business as usual". Il Jerusalem Prize viene assegnato dalla classe dirigente israeliana, che entusiasticamente promuove Israele in generale, e Gerusalemme in particolare, come fari per la democrazia e ispiratori illuminati. In realtà, Ian McEwan finirà per fare il gioco di, e darà la mano ai, politici cinici che stanno cercando di coprire le loro sistematiche violazioni dei diritti umani. In particolare, finirà per legittimare le azioni del sindaco razzista di Gerusalemme, Nir Barkat, che persegue e difende l'espulsione di famiglie palestinesi dalle loro case a Gerusalemme Est, in modo che possano essere occupate da coloni ebrei. Se McEwan "si oppone agli insediamenti israeliani illegali", come può accettare gli elogi delle persone che sono responsabili di queste atrocità?

Il nascondersi da parte di McEwan dietro il fatto che altri in passato abbiano accettato il premio è un esempio di un approccio senza principi. Inoltre, il suo tentativo di dire che il movimento per il boicottaggio è contro la cooperazione tra israeliani e palestinesi è contradetto proprio dalla nostra attività politica congiunta. Come cittadini israeliani responsabili, stiamo lavorando insieme con i palestinesi per ottenere giustizia per i palestinesi, e per un futuro per tutti noi. Chiediamo ad Ian McEwan di assumere una posizione a favore dei diritti umani e la giustizia e di rifutare il premio.

Ronnie Barkan, Ofra Ben-Artzi, Joesph Dana, Professor Rachel Giora, Neta Golan, Iris Hefets, Shir Hever, Eytan Lerner, Dr Anat Matar, Rela Mazali, Ofer Neiman, Jonathan Stanczak

Fonte: The Guardian

Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia