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Gli investitori chiedono maggiori informazioni alle banche israeliane sui finanziamenti agli insediamenti nei Territori palestinesi occupati

ABP, il terzo fondo pensione del mondo, e due importanti investitori europei stanno rivedendo le loro partecipazioni nelle banche israeliane a seguito di preoccupazioni sui finanziamenti delle banche agli insediamenti illegali israeliani nei Territori palestinesi occupati.

Oltre all’ABP, il fondo pensione olandese con €300 miliardi in gestione, ci sono il Nordea Investment Management, gestore scandinavo di fondi per €130 miliardi, e il DNB Asset Management, un gruppo norvegese che gestisce fondi per €60 miliardi.

Tutti e tre chiedono maggiori informazioni alle banche israeliane sul loro coinvolgimento nel finanziare gli insediamenti, i quali sono in violazione delle leggi internazionali sui diritti umani stabiliti nell'ambito della Quarta Convenzione di Ginevra.

Un portavoce di KLP, uno dei più grandi fondi pensione norvegesi, valutato a €45 miliardi, ha confermato che "il dilemma legato al finanziamento [degli insediamenti israeliani] verrà discusso anche in KLP".

I palestinesi vedono gli insediamenti come un ostacolo alla realizzazione di uno stato reale e la maggior parte delle nazioni considera gli insediamenti illegali.

Le valutazioni arrivano dopo che il PGGM, il secondo più grande fondo pensione olandese, è diventato, due settimane fa, il primo grande investitore a ritirare le sue partecipazioni da cinque delle principali banche israeliane: Bank Hapoalim, Bank Leumi, First International Bank of Israel, Israel Discount Bank e Mizrahi Tefahot.

PGGM ha dichiarato in un comunicato: "Data la realtà giornaliera e il quadro giuridico nazionale in cui operano, le banche hanno limitati – se non nessuna – possibilità di porre fine alla loro partecipazione al finanziamento di insediamenti nei Territori palestinesi occupati.

"Pertanto si è convenuto che il dialogo come strumento per determinare il cambiamento non sarà efficace in questo caso".

ABP ha tenuto colloqui per un anno con tre delle banche sulla questione degli insediamenti. Il fondo pensione potrebbe decidere di escludere le azioni "come ultimo passo" se le banche non riescono ad agire sulle denunce di ABP, ha detto un portavoce.

Sasja Beslik, direttore per gli investimenti responsabili di Nordea Investment Management, ha detto al nostro giornale che Nordea ha inviato delle lettere alle banche Leumi e Mizrahi "relative alle preoccupazioni circa la violazione delle norme internazionali".

Nordea Investment Management intende incontrarsi con queste banche a marzo prima di prendere una decisione sul ritiro dei loro investimenti in una riunione del comitato a maggio.

L’agenzia di consulenza esterna GES, per conto del DNB Asset Management, sta discutendo con diverse banche israeliane della questione.

La Israel Discount Bank ha rifiutato di commentare. Le banche Hapoalim e Leumi non hanno risposto alle richieste di commento.

Beslik si aspetta che altri grandi investitori inizino a guardare le loro politiche di investimento sulla questione degli insediamenti israeliani a breve.

Ha detto: "Sono pochi i gestori di investimenti che hanno una politica [sulla questione], il ché significa che le banche non sono sotto pressione per quanto riguarda queste violazioni. La pressione sui titolari degli investimenti a rispettare i loro valori quando si tratta di questi problemi aumenterà, ne sono certo".

L’ING Investment Management, agenzia responsabile per i fondi d’investimento della banca olandese ING, ha riferito che ha richiesto una ricerca sulla questione degli insediamenti ad una società terza indipendente.

Fonte: Financial Times

Traduzione di BDS Italia