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Mercoledì, il Portogallo si è unito agli altri sei Paesi europei nel mettere in guardia i propri cittadini dall’intraprendere attività commerciali al di là della Linea Verde, e ci si aspetta che altri 10 Paesi europei pubblichino delle raccomandazioni simili entro la fine della settimana.

L’avvertimento, che appare sul sito internet del Ministero degli Affari Esteri portoghese, è stato scritto usando un linguaggio simile a quelli con cui Spagna ed Italia hanno messo in guardia la scorsa settimana i loro cittadini dall’intraprendere attività commerciali ed investimenti in Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Alture del Golan.

Il comunicato afferma che l’Unione Europea considera le colonie israeliane “illegali secondo il diritto internazionale”, un “ostacolo alla pace” e alla soluzione a due Stati.

Il comunicato ha messo in guardia dal fatto che futuri accordi potrebbero avere conseguenze economiche per le attività finanziarie o per le proprietà acquisite negli insediamenti, e che perciò prima di intraprendere attività commerciali, bisognerebbe “cercare un adeguato parere legale.”

La Francia ha pubblicato un avviso simile la scorsa settimana, e Germania, Regno Unito ed Olanda hanno fatto lo stesso in precedenza.

La preoccupazione di Gerusalemme non è tanto riguardante a qualsiasi sostanziale danno economico che queste mosse comporteranno, dal momento che gli investimenti europei negli insediamenti sono limitati, ma quanto al fatto che creerà un'atmosfera che permette l’attraversamento della Linea Verde e l'influenzamento delle attività all'interno delle linee pre-1967.

Rispondendo alla prospettiva di altri 10 paesi europei che potrebbero seguire questo esempio entro la fine della settimana, un funzionario israeliano ha detto che non è eccessivamente preoccupato per questi avvertimenti provenienti da "Malta ed Estonia."

Nel corso degli ultimi mesi, i diplomatici israeliani hanno tentato di allontanare questi sforzi, ma il funzionario ha affermato che il fatto che questo numero di paesi dell'UE che ha comunque pubblicato questi avvertimenti non dovrebbe essere visto come un "fallimento diplomatico."

"Questo crea ovviamente una vibrazione negativa", ha detto il funzionario. “Ma non si può dire che abbiamo fallito, perché questi sono solo avvisi. Non è illegale fare affari negli insediamenti, e non vi è alcun divieto delle merci degli insediamenti o di fare affari nelle colonie.”

Questi avvisi sono un modo semplice per placare voci all’intero dell’Unione Europea che vorrebbero un’azione più rigida contro gli insediamenti, ha detto, senza prendere provvedimenti più forti che potrebbero non reggere ai ricorsi legali.

E' stato anche significativo, ha detto, che l'UE non sia stata in grado di passare attraverso un provvedimento a nome di tutti i 28 Stati, ma piuttosto che i vari Stati stiano emettendo tali avvisi singolarmente.

 

 

 

Fonte: jpost.com

Traduzione: BDS Italia