LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Sabato 26 Luglio, per il secondo fine settimana consecutivo, decine di migliaia di manifestanti hanno marciato per le vie di Londra, in una massiccia dimostrazione di supporto alle persone di Gaza e di tutta la Palestina.

Questo supporto sta crescendo rapidamente – e l’opinione pubblica sta lasciando da parte I politici e I media tradizione, ancora allineati nel loro sostegno al colonizzatore, ossia Israele.

I manifestanti e gli oratori che hanno guidato la folla Sabato riflettono la profondità e la diversità del sostegno alla causa palestinese nel Regno Unito e, in termini di oratori, una nuova volontà tra il pubblico di voler parlare della Palestina.

Le stime ufficiali della polizia per la Marcia, che ha avuto il suo punto d’origina all’ambasciata israeliana ed è continuata fino alla residenza del Primo Ministro alla Houses of Parliament, sono di 45.000 persone.

Tuttavia, le stime della polizia per le manifestazione sono notoriamente riviste al ribasso, e il numero delle persone che si sono ammassate in Parliament Square, Whitehall e Westminster Bridge per il presidio finale sembrava essere vicino a 100.000.

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Fuori dal Parlamento, le rock stars Brian Eno e Dave Randall hanno parlato alla folla, così come l’autore e poeta per bambini Michael Rosen e il comico Jeremy Hardy. Anche i rappresentanti dei maggiori sindacati inglesi hanno preso la parola in sostegno dei palestinesi di Gaza.

 

Sostegno al boicottaggio

Lesley Mercer, del Trades Union Congress (TUC), l’ente che rappresenta 54 sindacati affiliati e 6,2 milioni di lavoratori nel Regno Unito, ha espresso la solidarietà del TUC ai palestinesi di Gaza e ha ribadito il supporto ufficiale del TUC al boicottaggio dei prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani.

Appelli per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) sono stati lanciati da diversi oratori.

Dave Randall, della band Faithless, ha detto alla massa di persone fuori dal Parlamento: “L’ultima volt ache I Faithless sono stati in un tour mondiale, abbia rispettato il boicottaggio culturale di Israele. Sono molto compiaciuto nel vedere la mia collega e compagna cantante Sinead O’Connor dire questa settimana che boicotterà anche lei Israele. Il mio messaggio per i miei colleghi artisti è di unirsi al boicottaggio culturale di Israele. Non prendete in considerazione l’Israele dell’apartheid.”

Anche Brian Eno ha lanciato un appello per il BDS. Ha detto che sono state “le piccole cose” che ha visto in una visita in cisgiordania che gli hanno fatto capire la realtà dell’occupazione israeliana.

“Sono state cose come un intero villaggio evacuato, e gli abitanti a vivere nelle caverne rocciose, in modo che tre famiglie di coloni israeliane potessero prendere la loro terra ed essere protetti dall’esercito,” ha riferito Eno alla manifestazione. “Il BDS farà la differenza. E’ l’unica cosa che può spaventare Israele.”

Walter Wolfgang, 91enne socialista e attivista per la pace inglese di origine tedesca, era troppo debole per salire le scale del palco, ma ha parlato dal pianterreno, e ha fatto eco a questi appelli.

“Sono qui per protestare contro le barbarie di Israele, e lo faccio in quanto ebreo. Questa è una cruda aggressione del governo israeliano, e deve essere trattata come tale. Abbiamo bisogno che l’assedio di Gaza finisca. Abbiamo bisogno di una Palestina libera,” ha dichiarato.

 

Embargo delle armi su Israele

Anche una giovane palestinese di nome Ola, la cui casa a Gaza è stata bombardata la scorsa settimana, ha affrontato il presidio davanti al Parlamento, raccontando alla folla, con aria di sfida:

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Non solo hanno ucciso più di 1.000 persone, ma hanno anche distrutto il 55% di questa piccolo striscia di terra. Hanno distrutto quel poco di terra che ci avevano lasciato. Quello che non hanno distrutto è la speranza e la resistenza che esiste in ogni singolo palestinese.

Questo è un regime che è stato costruito sui massacri e sugli omicidi.  Dei palestinesi dicevano che i vecchi sarebbero morti e che i giovani avrebbero dimenticato. Beh, sono una giovane palestinese, e non ho dimenticato.

 

Fuori dall’ambasciata israeliana, prima che la marcia partisse, Owen Jones, giornalista ed opinionista, ha detto ai protestanti: “Oggi noi esprimiamo la nostra incrollabile solidarietà con il popolo di Palestina. Questo non è un conflitto, non è una guerra, è un massacro. Un massacro del popolo palestinese.”

Sarah Colborne, della Palestine Solidarity Campaign, ha enfatizzato una delle richieste centrali della Marcia e della manifestazione – uno stop al commercio delle armi del governo inglese con Israele.

“E’ vergognoso, nauseante, rivoltante, che la Gran Bretagna venda componenti ad Israele per le sue armi,” ha detto alla folla. “E’ vergognoso che gli armamenti che Israele testa sul campo sui palestinesi siano comprati dalla Gran Bretagna. Il commercio bellico con Israele deve finire ora.”

Sventolare la bandiera palestinese

La manifestazione di Londra questo scorso fine settimana è stata organizzato come parte di un’ondata di protesta a sostegno di Gaza in tutto il Regno Unito, da Edimburgo nel nord di Hastings fino alla costa meridionale, da Cardiff nella parte occidentale a Cambridge nella parte orientale. Il 19 Luglio, circa 100.000 persone hanno partecipato alla marcia per le vie di Londra a sostegno dei palestinesi.

La diversità del sostegno alla causa palestinese si sta anche espandendo. Il 20 Luglio, la nota band Massive Attack ha utilizzato il Longitude Festival a Dublino per tirare fuori la voce per Gaza. Un messaggio luminoso sul gigantesco scenario sul loro set recitava “Gaza è stata occupata o sotto restrizioni fin dal 1948.”

Una lettera che chiede una embargo degli armamenti su Israele – che è stata consegnata Venerdì dalla Palestine Solidarity Campaign alla residenza del Primo Ministro — è stata sottoscritta non solo da accademici e membri del Parlamento, ma anche da importanti personaggi della scena culturale.

Queste firme includono le rock star Peter Gabriel e Ken Loach, così come la designer Bella Freud, la giornalista ed attivista Jemima Khan, i musicisti Bobby Gillespie dei Primal Scream, Robert Del Naja dei Massive Attack, Brian Eno e Bryan Adams, gli scrittori Will Self, Hanif Kureishi, Ahdaf Soueif, Esther Freud, Laura Bailey e William Dalrymple, e gli attori David Morrissey, Maxine Peake e Alexei Sayle.

Due municipi in Inghilterra — Preston e Bradford — stanno ora sventolando la bandiera palestinese di fianco ai loro stendardi locali.

Le persone non hanno più paura di parlare per i diritti umani della Palestina, e la forza e l’ampiezza del sostegno che è stato visibile recentemente per tutto il Regno Unito ne è un segno. Fa coprire di vergogna quei politici quei media mainstream che, con le loro agende in favore del colonizzatore, si stanno mostrando come gli antiquati anacronismi che sono.

 

 

 

 

Fonte: electronicintifada.net

Traduzione: BDS Italia