LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Jimmy Johnson

Un gruppo di personaggi di alto profilo, in prevalenza politici dal Centro America, Sud America e Caraibi tra cui il presidente boliviano Evo Morales, l’autrice usa Alice Walker, il deposto presidente dell'Honduras Manuel Zelaya, l'ex presidente cubano Fidel Castro, il musicista cubano Silvio Rodrígiuez, l’autore ecuadoriano Eduardo Galeano e altri hanno firmato una dichiarazione di solidarietà con il popolo palestinese sotto la bandiera della Rete per la Difesa dell'Umanità.

La dichiarazione dal titolo "In difesa della Palestina" condanna l'occupazione israeliana coloniale della Palestina, gli attacchi in corso sulla Striscia di Gaza, l'imperialismo Usa e la complicità europea nelle azioni di Israele, mentre chiedono il sostegno alla campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni globali.

Si prende come punto di partenza la dichiarazione del 30 luglio fatta dal presidente boliviano Evo Morales dove si condanna Israele come stato terrorista, una dichiarazione effettuata al momento di revocare un accordo del 1972 sul visto israeliano-boliviana in risposta agli attacchi continui di Israele ai palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

La dichiarazione completa "In difesa della Palestina" è riprodotto qui di seguito insieme con l'elenco dei firmatari originali. E' anche disponibile sul sito América Latina en Movimiento sia in spagnolo che in inglese.

Facciamo nostre le parole del compagno Evo Morales, uno dei fondatori della Rete in Difesa dell'Umanità e Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, che ha dichiarato Israele uno stato terrorista.

Esprimiamo la nostra repulsione assoluta al genocidio in corso contro il popolo palestinese da parte di uno Stato fondato sulla espropriazione e l'occupazione coloniale dei territori palestinesi.

Riconosciamo, ed esprimiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese e alle sue organizzazioni di resistenza, in particolare a Gaza, nella loro eroica lotta contro i tentativi israeliani di sterminarli, e per la loro tenacia nel cogliere i piccoli pezzi che rimangono di quella che fu la loro patria.

Condanniamo il ruolo imperialista degli Stati Uniti che sponsorizza politicamente, finanziariamente e militarmente Israele, sostenendolo, a fronte della straordinario inazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite le cui risoluzioni sulla questione della Palestina sono sistematicamente e impunemente violate da Washington. Gli Stati Uniti dimostrano ancora una volta l'ipocrisia e il cinismo con cui hanno agito nel corso della storia, minacciando sanzioni e interventi contro i popoli di America Latina, Africa ed Eurasia che difendono la loro sovranità, coprendo allo stesso tempo, le spalle alle azioni di Israele.

Denunciamo la complicità in ciò che sta accadendo, in alcuni casi già programmato, dei governi che compongono l'Unione europea, così come la subordinazione incondizionata degli oligarchi dei media ai dettami di Washington. Basta chiamarla guerra, quando, in realtà, si tratta di un genocidio perpetrato da uno degli eserciti meglio equipaggiati al mondo contro un popolo le cui risorse difensive sono infinitamente inferiori per quantità e qualità!

Vi invitiamo a partecipare alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro lo stato terrorista di Israele, in quanto è il momento per la solidarietà attiva e creativa che va oltre le dichiarazioni di condanna. Abbiamo perso più di 1900 persone uccise in Palestina nel corso degli ultime settimane, così come il più di 10.000 feriti dall'inizio dell'operazione terroristica ipocritamente chiamata "protection Edge"

Chiediamo la fine dell'apartheid e del genocidio, come pure del muro e degli insediamenti illegali. Facciamo appello ai governi del mondo per chiedere che Israele rispetti le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che obbligano a ritirarsi da Gaza, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est, tornando entro i confini che esistevano prima della "Guerra dei sei giorni" (1967) e che venga garantito il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, come da delibera del Consiglio di Sicurezza n° 242, 22 novembre 1967, una risoluzione che è stata costantemente ignorata dallo Stato di Israele.

Chiediamo una vera soluzione politica al conflitto in Palestina, sulla base del dialogo, della negoziazione e dell'esistenza di due Stati con pari diritti e confini delineati che riconosciuti a livello internazionale. Riteniamo che questa soluzione debba iniziare con la revoca immediata del blocco di Gaza e la liberazione di tutti i prigionieri politici palestinesi. Ci congratuliamo con i governi di ALBA [Bolivariana dei Popoli della Nostra America], il Mercosur [Mercato comune del Sud] e di altri governi del Sud per la loro posizione di solidarietà contro le barbare azioni di Israele a Gaza.

Adottiamo come nostre le parole del rivoluzionario, Nelson Mandela: "Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi" Noi affermiamo che Israele ha moralmente e politicamente perso questa battaglia di fronte ai coraggiosi palestinesi e ci uniamo alla crescente condanna da parte dei popoli del mondo di uno stato "criminale" che viola il diritto internazionale. L’infrangibile resistenza palestinese sarà ricompensata, più prima che poi, con i sorrisi dei loro figli in una patria libera.

Contro il terrorismo israeliano e statunitense, in difesa del diritto all'autodeterminazione della Palestina e di tutti i popoli del mondo!

La Paz, Bolivia
August 4 2014

Prime firme:

Evo Morales, Bolivia; Adolfo Pérez Esquivel, Argentina; Pablo González Casanova, México; Eduardo Galeano, Uruguay; Roberto Fernández Retamar, Cuba; Federico Mayor Zaragoza, España; Silvio Rodríguez, Cuba; Luis Arce Catacora, Bolivia; Gianni Vattimo, Italia; Gabriela Rivadeneira, Ecuador; Alice Walker, Estados Unidos; István Meszáros, Hungría/Reino Unido; Samir Amin, Egipto; Alfonso Sastre, País Vasco; Nardi Suxo, Bolivia; Enrique Dussel, México; Marta Harnecker, Chile; Carmen Bohorquez, Venezuela; Cesar Navarro, Bolivia; Miguel Barnet , Cuba; Franz Hinkelammert, Alemania/ Costa Rica; Héctor Arce Zaconeta, Bolivia; Piedad Córdoba, Colombia; Reverendo Raúl Suárez, Cuba; Martín Almada, Paraguay; Fernando Rendón, Colombia; Graziella Pogolloti, Cuba; Sacha Llorenti, Bolivia; Ana Esther Ceceña, México; Luis Britto, Venezuela; Rafael Cancel Miranda, Puerto Rico; Atilio Boron, Argentina; Theotonio Dos Santos, Brasil; Alfredo Rada, Bolivia; Farruco Sesto, Venezuela; Obispo Pedro Casaldaliga; Catalunya-Brasil; Ángel Guerra Cabrera, Cuba/ México; Juan Carlos Trujillo, Bolivia; Mel Zelaya, Honduras; Hildebrando Pérez Grande, Perú; Patricia Villegas, Colombia/Venezuela; María Nela Prada, Bolivia; Stella Calloni, Argentina; José Steinsleger, Argentina/México; Omar González, Cuba; Hugo Moldiz, Bolivia; Pascual Serrano, España; Raúl Pérez Torres, Ecuador; Obispo Raúl Vera, México; Joao Pedro Stedile, Brasil; Boaventura de Sousa Santos, Portugal; Rodrigo Álvarez Cambras, Cuba; Socorro Gomes, Brasil; Katu Arkonada, País Vasco/Bolivia

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Traduzione della dichiarazione dallo spagnolo all'ingelse di Fred Fuentes

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione all'italiano di Maurizio Cucci