LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Ramallah, Cisgiordania occupata – Arrabbiati a causa dei bombardamenti su Gaza, i palestinesi in Cisgiordania stanno cominciando a rigettare i prodotti israeliani.

In passato, sono stati compiuti sforzi concertati per liberare il mercato palestinese dai prodotti originari degli insediamenti ebraici costruiti illegalmente nella Cisgiordania occupata - ma mai prodotti provenienti da Israele. La scorsa settimana, le grandi catene di supermercati hanno iniziato a svuotare i loro scaffali dai prodotti israeliani, promettendo ai clienti che li avrebbero sostituiti con prodotti palestinesi o importati.

Salem Hmeidat ha detto che il supermercato per cui lavora a Ramallah stava lentamente sostituendo le merci israeliane. "Stiamo partendo con prodotti freschi e alimentari", ha detto Hmeidat. "Il nostro progresso dipende da come i nostri clienti saranno ricettivi a questi cambiamenti."

I palestinesi, ingabbiati in un mercato di consumo vincolato, fanno profondamente affidamento su Israele dal punto di vista economico. Fino a Maggio 2014, l’ 86,5% delle esportazioni palestinesi era diretto in Israele, mentre circa il 65% di tutte le importazioni palestinesi è venuto da Israele, per un totale di circa 300 milioni di $ di valore delle merci.

Dr Nafeth Abu Baker, economista all’università An-Najah di Nablus, ha affermato che per ora, il boicottaggio economico è un utile “strumento non violento di lotta” che può eventualmente aiutare a creare posti di lavoro e far crescere le vendite dei prodotti locali. Ma la realtà dei suoi effetti reali si vedranno solamente a lungo termine.

"Non è pensabile attuare un boicottaggio completo quando ci sono beni o servizi che non possiamo importare da altre parti o fornire localmente, come l'elettricità, il carburante, il gas, e l’acqua", ha detto Abu Baker. "Inoltre, se vogliamo vedere cambiamenti sostanziali, ogni sforzo dovrebbe essere fatto da parte del governo, della società civile e degli organismi di tutela dei consumatori per cambiare gli atteggiamenti sulle merci palestinesi."

Nel 2005, parecchie centinaia di gruppi palestinesi della società civile hanno lanciato un appello per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro Israele. Gli obiettivi del movimento BDS sono la fine dell’occupazione israeliana delle terre palestinesi, il riconoscimento di eguali diritti dei palestinesi cittadini di Israele, e il permettere ai rifugiati palestinesi di ritornare alle proprie case.

Sebbene non siano direttamente collegati al movimento BDS ufficiale, alcuni giovani palestinesi hanno dato il calcio d’inizio ad una campagna chiamata “Support Your Occupation” [Supporta la tua Occupazione, ndt] per far aumentare la consapevolezza tra i consumatori del loro contributi al mantenimento dell’esercito [israeliano] a Gaza e Cisgiordania quando comprano merci israeliane.

Come parte di questa iniziativa, i volontari sono in viaggio per le città e le cittadine della Cisgiordania e stanno catalogando le merci israeliane nel tentativo di dissuadere i clienti dal loro acquisto. "Sei anni fa, quando mi parlavo del boicottaggio dei prodotti israeliani, la gente alzava gli occhi al cielo", ha detto Aisha Mansour, un volontario con la campagna. "Oggi il movimento di boicottaggio si sta espandendo in molti modi."

 

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Le grandi catene di supermercati in Cisgiordania stanno sostituendo i prodotti israeliani con quelli locali o importati

 

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Il cartello recita: "Questo ripiano è vuoto perchè abbiamo rimosso i prodoti israeliani. Gaza vincerà."

 

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"Invece del formaggio israeliano, ne compro uno di tipo importato, così la mia pizza fatta in casa non avrà niente di israeliano," dice questa madre di due bambini e professoressa universitaria.

 

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Due stazioni radio locali hanno cominciato a dare spazi pubblicitari gratuiti a quei negozi che boicottano israele.

 

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Gli attivisti affermano che quest'iniziativa è un nuovo strumento con cui possono combattere l'occupazione israeliana delle terre palestinesi.

 

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"Ci scusiamo per l'inconveniente. I prodotti israeliani sono stati rimossi da questo scaffale," recita questo cartello di un supermercato di Ramallah.

 

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I giovani volontari sperano che questo sia l'inizio di un boicottaggio che prenderà piede per tutta la Cisgiordania

 

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"Insieme possiamo liberare il nostro mercato dai prodotti israeliani," recita questo cartello fuori da un supermercato di Ramallah.

 

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Gli attivisti della campagna "Support your Occupation" hanno chiamato volontari da tutta la Cisgiordania per innalzare il livelo di consapevolezza.

 

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Arrabbiati per la carneficina a Gaza, molti palestinesi hanno deciso che le manifestazione non sono più sufficienti, e quindi hanno deciso di andare per negozio in negozio a chiedere il boicottaggio delle merci israeliane.

 

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I giovani volontari etichettano i prodotti israeliani con un adesivo che recita: "Comprando questo prodotto stai dando un contributo all'esercito israeliano."

 

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Gli attivisti sperano che questo boicottaggio da parte della comunità abbia effetti importanti e una durata temporale che vada al di là dell'attuale crisi di Gaza.

 

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Alcuni supermercati stanno progettando di liquidare tutte le proprie merci israeliane in magazzino.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: aljazeera.com

Traduzione: BDS Italia