LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Omar Barghouti 

Il voto schiacciante del Parlamento britannico per il riconoscimento di uno "Stato di Palestina" può effettivamente essere un segno di "dove soffia il vento", come ha commentato l'ambasciatore britannico a Tel Aviv – conferma la notevole erosione del sostegno pubblico al regime israeliano di occupazione e negazione dei diritti dei palestinesi. Ma non dovrebbe essere visto in bianco e nero.

Se è un primo passo verso il riconoscimento del diritto inconfutabile del popolo palestinese all'autodeterminazione, allora sarebbe un contributo positivo per stabilire una pace giusta e durevole in conformità con il diritto internazionale.

Ma, se è invece, come sottointeso, esclusivamente destinato a resuscitare la versione comatosa della "soluzione dei due stati", che, come dettato da Israele, omette i diritti fondamentali dei palestinesi, allora sarebbe l'ennesimo atto di complicità britannica nel conferire legittimità al regime ingiusto di Israele.

La negazione da parte di Israele dei diritti dei palestinesi e la continua colonizzazione dei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, dopotutto, trasformerà la soluzione putativa dei due Stati in un bantustan palestinese all’interno di uno "stato di apartheid" israeliano, come ha avvertito il Segretario di Stato John Kerry.

Il diritto palestinese all'autodeterminazione, secondo le Nazioni Unite, comprende, oltre alla sovranità nazionale, "il diritto inalienabile dei palestinesi di tornare alle loro case e proprietà da cui sono stati sfollati e sradicati."

La stragrande maggioranza della società civile palestinese ha dichiarato, nello storico appello del 2005 per Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele, che l’autodeterminazione del popolo palestinese richiede la fine dell'occupazione e della colonizzazione israeliane del 1967, "il riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini arabo-palestinesi di Israele alla piena uguaglianza", e il diritto dei rifugiati palestinesi di tornare alle loro case e terre da cui sono stati espulsi con la forza nel 1948.

Israele ha ferocemente respinto la piena uguaglianza, nelle leggi e nelle politiche, per i suoi cittadini palestinesi perché ciò pregiudicherebbe, de facto e de jure, la sua continua esistenza come stato esclusivo ebraico. Perfino il Dipartimento di Stato USA ha criticato Israele per aver mantenuto un sistema di "discriminazione istituzionale, giuridica e sociale" contro i suoi cittadini palestinesi.

I palestinesi si aspettano che i governi del mondo, soprattutto quello britannico, vista la sua diretta responsabilità nella creazione della questione della Palestina, riconoscano, prima di tutto, il nostro diritto ad avere diritti uguali a tutte le altre nazioni e a tutti gli esseri umani.

Noi vogliamo quello che l'arcivescovo Desmond Tutu descrive come "il menu completo dei diritti."

Omar Barghouti è un attivista palestinese e uno dei fondatori del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. È autore di "Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni: La lotta globale per i diritti dei palestinesi."

Fonte: New York Times

Traduzione di BDS Italia