LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Ben Norton

La società immobiliare RE/MAX con sede in Colorado (USA) sta traendo vantaggio dal furto inarrestabile di terra palestinese da parte di Israele.

Attivo sul mercato israeliano dal 1995, RE/MAX vende e affitta case e appartamenti nelle colonie riservate esclusivamente agli ebrei nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est. Molto di questo lavoro è coordinato in un ufficio della società controllata israeliana di RE/MAX che si trova a Maale Adumim, importante insediamento in Cisgiordania. 

Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l'anno scorso indica che la società madre della società negli Stati Uniti potrebbe essere “tenuta a rispondere” del suo sostegno ai crimini di Israele. RE/MAX International, che ha sede a Denver, “ha costante interazione e influenza” sulle sue affiliate in tutto il mondo. L'azienda fornisce anche 'il brand di appartenenza', formazione e altri servizi, secondo Richard Falk autore del rapporto e allora relatore speciale delle Nazioni Unite per la Cisgiordania e Gaza. 

'Cabina armadio' per coloni

Sul suo sito web, RE/MAX offre proprietà in un certo numero di insediamenti di colonie a Gerusalemme Est sotto occupazione israeliana dal 1967. Un quattro locali con "grande cabina- armadio" può essere affittato a 4.400 shekel (1.100 dollari USA) al mese. Tra le attrattive  dell'appartamento elencate da RE/MAX c'è la vicinanza al sistema di metropolitana leggera che collega gli insediamenti israeliani di Gerusalemme Est con il centro della città.

Tali insediamenti violano la Quarta Convenzione di Ginevra che vieta alla potenza occupante di trasferire la sua popolazione civile nel territorio che occupa.

Ai potenziali coloni provvisti di un budget più ricco RE/MAX ha offerto recentemente  un'abitazione che descrive come 'una bella vecchia casa araba' nel quartiere di Abu Tor per 7 milioni di shekel ($ 1,8 milioni USA) 

Fingendosi un potenziale acquirente, un reporter di Electronic Intifada ha telefonato a Orly Raz, un agente di RE/MAX per Gerusalemme Est. Raz ha detto "abbiamo appena venduto tutto" quello che l'immobiliare stava trattando a Abu Tor. 

Sostenendo che si sarebbe trasferito a Gerusalemme all'inizio del 2015, il giornalista ha chiesto se avrebbe incontrato difficoltà legali nell'acquisto di una casa o di un appartamento appartenuti in precedenza a palestinesi. "Non ti devi preoccupare di questo” - ha risposto Raz - "Tutte le nostre proprietà appartengono legalmente a proprietari ebrei. Non le hanno portate via a nessuno." "Comunque, se è preoccupato per la linea di confine del '67, questa non è una buona zona per acquistare immobili", ha aggiunto. 

"Controllare  molto attentamente"

Raz ha poi chiesto: "Sei ebreo?" Quando il giornalista ha risposto che non lo era, ha detto: "Devi controllare le proprietà - se i proprietari dicono che si può vendere un appartamento a non-ebrei." Ha comunque aggiunto che tali condizioni non sono menzionate sul sito web dell'immobiliare. 

Quando il giornalista ha finto sorpresa per il fatto che una società immobiliare possa discriminare per motivi  religiosi o etnici, Raz ha detto: "Sto solo dicendo che questa è una questione da verificare molto attentamente." 

Ateret Cohanim, un'organizzazione sionista, è nota per le sue acquisizioni di case palestinesi a Abu Tor,  per poterle poi cedere ai coloni israeliani. 

Ultimamente Abu Tor ha anche assistito ad una notevole brutalità contro i suoi residenti palestinesi da parte delle forze israeliane. Alla fine di ottobre, agenti di polizia israeliani hanno fatto irruzione nella casa di un palestinese che viveva a Abu Tor, e gli hanno sparato. 

E nella prima settimana di novembre, due edifici palestinesi sono stati demoliti ad Abu Tor per disposizione delle autorità israeliane. 

RE/MAX ha goduto di un'adulatoria copertura mediatica da parte della stampa israeliana. Nel 2004, il quotidiano Haaretz ha pubblicato un profilo di Bernard Raskin, amministratore delegato di RE/MAX Israel. Raskin, nato nello Zimbabwe, ha affermato che la sua società era diventata giocatore di primo piano nel mercato immobiliare di Israele per la mancanza di 'professionalità' dei suoi concorrenti.

Nel 2013, ad una conferenza della società immobiliare in Sud Africa, Raskin ha osservato che l'economia israeliana non ha sofferto così duramente come molte altre a causa della recessione degli ultimi anni. Un problema rilevato è stato che "generalmente c'è una carenza di offerta." 

Ha comunque aggiunto che "si costruisce sempre più fuori da Tel Aviv, dove la proprietà è costosa." 

Soldi dal crimine

Le autorità israeliane hanno assicurato a RE/MAX che farà nuovi affari, grazie alla continua espansione di insediamenti per soli ebrei a Gerusalemme Est e all'allargamento in Cisgiordania. All'inizio di questo mese, il comune di Gerusalemme controllato da Israele ha annunciato di avere dato l'OK alla costruzione di nuove unità abitative a Ramot, nell'insediamento a Gerusalemme Est  dove la Re/Max e' gia attiva.

Anche se il governo degli Stati Uniti dice di opporsi alla costruzione di insediamenti israeliani, si è rifiutato di imporre sanzioni a Israele. A causa di tale rifiuto, RE/MAX può continuare a cogliere opportunità per far soldi con le violazioni del diritto internazionale.

La sede di RE/MAX International in Colorado (USA) non ha risposto alle richieste di una dichiarazione al riguardo.

Anche se le attività della società israeliana possono avere una certa autonomia, RE/MAX International non può pretendere di non averci niente a che fare. Come l'ONU ha precisato nella citata relazione del 2013, RE/MAX esercita una notevole influenza sulle sue affiliate in tutto il mondo. 

Il movimento boicottaggio, disinvestimento e sanzioni BDS guidato dai Palestinesi è riuscito con successo a puntare i riflettori su multinazionali come Veolia e G4S che  aiutano l'occupazione israeliana. Dato che RE/MAX è così direttamente coinvolta nelle colonie che sono centrali per l'occupazione,  è  forte l'esigenza di mettere l'immobiliare sotto lo stesso tipo di pressione. 

Ricerche supplementari di David Cronin

Ben Norton è uno scrittore e giornalista freelance. Il suo lavoro, tra le altre pubblicazioni, è stato pubblicato in Mondoweiss, CounterPunch, ZNet, Common Dreams, e ThinkProgress. Il suo indirizzo web è BenNorton.com. Seguilo su Twitter: @BenjaminNorton

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione di BDS Italia