LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Ben White

Gli attivisti filo-israeliani hanno giurato di reagire contro la crescente campagna globale di boicottaggio utilizzando nuovi "mezzi" tecnologici proposti e sviluppati in un recente "Hackathon [un evento al quale partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori dell'informatica. N.d.tr.] della legittimità".

L'incontro, tenuto dal 4 al 6 gennaio a Tel Aviv, è stato organizzato dal gruppo israeliano di esperti "Reut Institute" [che si autodefinisce " un'organizzazione  neutrale e no-profit che intende essere una forza di cambiamento in Israele e nel mondo ebraico." N.d.tr], che nel 2010 ha prodotto un influente rapporto per lottare contro quella che definiscono "delegittimazione" - il crescente sostegno alla causa dei palestinesi e l'opposizione all'apartheid israeliano.

L'"Hackathon", appoggiato tra gli altri dalla federazione di New York dell'organizzazione filantropica ebraica "UJA", ha riunito "più di 100 ideatori [informatici], esperti di informatica, attivisti israeliani, professionisti del marketing e delle pubbliche relazioni" dagli USA, dal Canada e dal Sud America.

hackathon

[Manifesto che pubblicizza l'Hackathon filo-israeliano. Il testo a destra dice:

Che cos'è la delegittimazione? La delegittimazione è la negazione del diritto di Israele ad esistere o del diritto del popolo ebraico all'autodeterminazione. Poiché le critiche contro Israele ignorano esplicitamente il diritto all'esistenza dello Stato, la delegittimazione nega questo diritto.

Perchè è necessario questo Hackathon? Israele deve affrontare una nuova sfida. tutti coloro che sostengono il diritto di Israele ad esistere hanno bisogno di un nuovo insieme di strumenti che migliori la nostra efficacia tecnologica e compensi il nostro svantaggio numerico. L' Hackathon ci aiuterà a crearlo. N.d.tr.]

Erano presenti anche rappresentanti del ministero degli Esteri israeliano e organizzazioni rappresentative come J Street [organizzazione degli ebrei israeliani "liberal", che si definisce "pro israeliana e a favore della pace". N.d.tr.], la Israel campus Coalition [organizzazione pro- israeliana presente nelle università americane. N.d.tr.], l'ong Monitor [che  intende "rendere pubbliche le distorsioni nel dibattito sul conflitto arabo-israeliano" e "mettere fine all'uso politico ed ideologico dei diritti umani da parte di alcune ONG". N.d.tr.] e StandWithUs [ong che si propone di " informare l'opinione pubblica su Israele e combattere l'estremismo e l'antisemitismo che spesso distorcono la questione". N.d.tr.]. In un altro  avvenimento, questa settimana è stato rivelato che StandWithUs riceve più di 1 milione di shekel "per aiutare a diffondere i messaggi di appoggio [a favore di Israele] sostenuti dal governo", soprattutto sui "social network."

Secondo Reut, l'"Hackathon" intendeva "promuovere i punti di forza tecnologici (dei sostenitori di Israele) e controbilanciare il nostro svantaggio numerico." Il progetto che ha vinto è stato la "Stanza dei Bottoni Virtuale", sviluppata da studenti del Centro Interdisciplinare nella "Stanza dei bottoni" di Herzliya [cittadina a nord di Israele, sede di importanti industrie high tech. N.d.tr.] che ha protetto Israele in rete durante l'attacco di quest'estate contro Gaza.

Altri esempi di progetti presi in considerazione includono "Mappare la casbah", che "mappa e analizza diversi termini nel contesto dell'opinione pubblica araba", e "La mappa termica del discorso", che usa la scala Richter per illustrare "i luoghi geografici  in cui la delegittimazione  si sta estendendo."

La motivazione per cui il Reut Institute ha organizzato l'"Hackathon" è stata esposta a fine agosto 2014 dalla direttrice delle Politiche e Strategiche del gruppo di esperti, Daphna Kaufman, due giorni dopo la fine dell'assalto di Israele senza precedenti contro la Striscia di Gaza.

"Internet in generale, e i social media in particolare, hanno contribuito all'aumento esponenziale della campagna di delegittimazione", ha scritto Kaufman, riconoscendo la debolezza della propaganda israeliana "in un ecosistema popolato da reti sociali, comunità virtuali e da un'estrema diversificazione."

Rafforzare gli strumenti a disposizione dei gruppi sionisti nella lotta contro gli attivisti solidali con la Palestina significa "sviluppare metodologie in grado di penetrare, con messaggi  e per altri scopi, nei mondi presenti in internet, spesso protetti e di nicchia" - così come "identificare individui che organizzano azioni di boicottaggio, proteste e altre forme di delegittimazione."

Ciò è importante per raccogliere informazioni così come per sviluppare strategie per screditare oppure neutralizzare le attività di quegli individui e organizzazioni.

Questa attenzione a prendere di mira i singoli attivisti è ripetuta nel sito web dell' "Hackathon", in cui un'area di interesse è denominata "denunciare, citare per nome e umiliare" i cosiddetti delegittimatori. "Quali sono le loro fonti di finanziamento?" chiede Reut: "Quali attività essi intraprendono o quali cause, che possano mettere in evidenza i loro valori fondamentalmente illiberali, appoggiano?" Un video su YouTube  che promuove l'incontro si riferisce a Twitter e Facebook come "spionaggio open source".

Così come il lavoro di lunga data di Reut ha mirato a minare un movimento globale per i diritti dei palestinesi, l' "Hackathon" è stato un riconoscimento che gli attivisti del BDS ed altri hanno già "fatto progressi nell'erodere l'immagine internazionale di Israele" e "in qualche caso hanno fatto pagare un significativo prezzo strategico" a Israele. Pensando che questa tendenza può essere arrestata attraverso strumenti tecnologici mentre permane il sistema di apartheid è quanto meno ottimistico,  se non assolutamente illusorio.

Fonte: Middle East Monitor

Traduzione di BDS Italia