LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Presentata dai parlamentari Peter Roskam (repubblicano) e Juan Vargas (democratico), il disegno di legge, oltre ad ostacolare la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, scoraggerebbe i potenziali partner commerciali degli Stati Uniti dal partecipare o promuovere azioni contro l’economia israeliana.

di Raffaele Angius

Mentre da un lato i rapporti tra l’amministrazione Obama e Netanyahu non sono mai stati così freddi, dall’altra al Congresso americano arriva una proposta di legge finalizzata a strutturare meccanismi di difesa dell’economia israeliana sfruttando il TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) che nasce con l’obiettivo di rafforzare l’asse commerciale Europa – Stati Uniti.

La “Legge sull’Incremento commerciale e lo scambio tra Israele e Stati Uniti”, presentata dai parlamentari Peter Roskam (repubblicano) e Juan Vargas (democratico) intende colpire esplicitamente la campagna BDS – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni – la quale promuove misure di boicottaggio delle merci e dell’economia israeliana con l’obiettivo di forzare la fine dell’occupazione dei Territori Palestinesi e delle politiche di segregazione contro il popolo palestinese.

“Il termine ‘boicottaggio, disinvestimento da, e sanzioni verso Israele” indica azioni (intraprese) da stati, stati non membri delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, o agenzie affiliate a organizzazioni internazionali che intendono penalizzare o in qualche modo limitare relazioni commerciali specificatamente con Israele o con persone che hanno affari economici in Israele o nei territori controllati da Israele”, scrive il Deputato Peter Roskam nell’atto depositato alla Camera americana. Quindi l’intenzione di questo documento è quella di proteggere le aziende e le imprese fondate illegalmente all’interno di un territorio occupato militarmente, nonostante queste contravvengano alle prescrizioni del diritto internazionale.

Se la proposta di legge passasse, qualsiasi “atto politico di boicottaggio, disinvestimento e sanzionamento di Israele” dovrebbe essere inserito in un rapporto indirizzato al Congresso americano entro i primi sei mesi dall’entrata in vigore del trattato, autorizzando di fatto gli Stati Uniti a controllare le scelte e le decisioni dei cittadini americani e stranieri e a raccogliere informazioni utili a fini commerciali attraverso gli stessi governi europei, i quali avrebbero un ruolo di polizia internazionale nei confronti dei loro stessi cittadini.

L’effetto più pratico della legge comunque è quello che riguarda il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, il quale verrebbe incaricato di utilizzare i negoziati commerciali statunitensi con l’obiettivo di scoraggiare i potenziali partner commerciali dal partecipare o promuovere azioni contro l’economia israeliana. Non farà fatica a applicare tali direttive Michael Froman, Rappresentante per il Commercio americano, il quale è cresciuto a Wall Street contando sul sostegno della lobby ebraica AIPAC, che gli ha fatto ottenere infine la nomina all’incarico governativo sotto l’amministrazione Obama nel 2013.

Non è la prima volta che gli Stati Uniti utilizzano la leva commerciale per incrementare l’economia israeliana: è il caso degli accordi di libero scambio con Bahrein e Oman, i quali hanno dovuto ritirare la loro adesione al boicottaggio di Israele da parte della Lega Araba.

Fonte: Nena News