LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Lo scorso anno c'è stato un notevole aumento della solidarietà tra afroamericani e palestinesi. Dal terrorismo nei nostri confronti - dai numerosi attacchi contro la vita di afroamericani fino alla brutale guerra di Israele contro Gaza e la repressione in Cisgiordania –sono emerse una maggiore resilienza e una lotta comune tra i nostri due movimenti. Su Twitter i palestinesi sono stati tra i primi a fornire un appoggio internazionale a chi protestava a Ferguson, dove i palestinesi residenti a St. Louis si sono mobilitati sul posto. Lo scorso novembre una delegazione di studenti palestinesi ha visitato attivisti afroamericani a St. Louis, Atlanta, Detroit e in altre città, pochi mesi prima che i "Dream Defenders" [gruppo anticapitalista statunitense. N.d.tr.] hanno organizzato una delegazione in Palestina di rappresentanti del movimento "Black Lives Matter" [movimento contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani], di Ferguson e di altri gruppi per la giustizia razziale. Durante tutto l'anno i palestinesi ci hanno inviato molte lettere di solidarietà durante le proteste a Ferguson, New York e Baltimora. Noi proponiamo i seguenti punti per proseguire il dialogo tra i nostri movimenti:

Nell'anniversario del massacro di Gaza della scorsa estate, nel 48esimo anno dell'occupazione israeliana, nel 67esimo anno della Nakba (il nome arabo che designa la pulizia etnica da parte di Israele) palestinese, che continua tuttora, e nel quarto secolo dell'oppressione dei neri negli Stati Uniti contemporanei, noi, i sottoscritti attivisti, artisti, studiosi, scrittori e prigionieri politici afroamericani, vi inviamo questa lettera per riconfermare la nostra solidarietà con la lotta e l'impegno palestinese per la liberazione della terra e del popolo palestinesi.

Non possiamo perdonare né dimenticare la violenza della scorsa estate. Siamo ancora indignati per la brutalità che Israele ha scatenato su Gaza con l'assedio per terra, cielo e mare e con tre offensive militari in sei anni. Siamo ancora disgustati dal fatto che Israele abbia preso di mira case, scuole, rifugi dell'ONU, moschee, ambulanze ed ospedali. Siamo ancora affranti e indignati per il numero di bambini che Israele ha ucciso in un'operazione che ha definito "difensiva". Rifiutiamo che Israele si dipinga come "vittima". Chiunque guardi onestamente alla distruzione di vite e proprietà a Gaza può vedere che Israele ha commesso un massacro unilaterale. Con 100.000 persone ancora senza casa a Gaza, gli effetti del massacro continuano per Gaza devastata tuttora e continueranno nei prossimi anni.

L'ingiustizia e la crudeltà di Israele nei confronti dei palestinesi non si è limitata a Gaza e i suoi problemi non riguardano un partito palestinese in particolare. L'oppressione dei palestinesi riguarda anche i Territori occupati, il territorio all'interno dei confini di Israele del '48 e i Paesi confinanti.  Le forze di occupazione israeliane continuano ad uccidere manifestanti -compresi bambini-, effettua raid notturni contro civili, tiene in detenzione indefinita centinaia di persone e demolisce case, mentre espande le colonie illegali per soli ebrei. I politici israeliani, compreso Benjamin Netanyahu, istigano all'odio contro i cittadini palestinesi che vivono nei confini riconosciuti di Israele, dove oltre 50 leggi discriminano i non-ebrei.

Il nostro appoggio si estende a coloro che vivono sotto occupazione e sotto assedio, ai cittadini palestinesi di Israele e ai 7 milioni di rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria e Palestina. Il diritto al ritorno nella loro patria, nell'attuale Israele, dei rifugiati è la più importante questione di giustizia per i palestinesi.

La liberazione dei palestinesi rappresenta una intrinseca minaccia per il colonialismo di insediamento e per il sistema di apartheid israeliano, costruito e  mantenuto grazie alla pulizia etnica, al furto delle terre ed alla negazione dell'umanità e dell'autodeterminazione dei palestinesi. Pur comprendendo che il sistema di apartheid in Israele/Palestina è diverso da quello degli Stati Uniti ( e del Sud Africa), continuiamo a vedere dei nessi tra la situazione dei palestinesi e quella degli afroamericani.

L'uso massiccio dell'arresto e dell'incarcerazione da parte di Israele contro i palestinesi evoca la detenzione di massa degli afroamericani negli USA, comprese le detenzioni per ragioni politiche dei nostri rivoluzionari. I soldati, la polizia e le corti di giustizia legittimano l'uso della forza letale contro di noi e contro i nostri figli anche se non rappresentano un pericolo immediato. E benché gli USA e Israele continuino ad opprimerci senza collaborare tra di loro, siamo testimoni del fatto che la polizia e l'esercito dei due paesi si addestrano insieme.

Le fonti ufficiali ed i media statunitensi ed israeliani criminalizzano la nostra esistenza, dipingono la violenza contro di noi come "incidenti isolati", e chiamano la nostra resistenza "illegittima" o "terroristica". Questa narrativa ignora decenni e secoli di violenza contro i palestinesi e contro gli afroamericani, che è sempre stata alla base di Israele e degli USA. Riconosciamo che il razzismo che caratterizza il trattamento che Israele riserva ai palestinesi è diretto anche contro altri popoli nella regione, comprese l'intolleranza, la brutalità della polizia e la violenza contro la popolazione israeliana di origine africana. I funzionari israeliani definiscono i richiedenti asilo dal Sudan o dall'Eritrea "infiltrati" e li tengono prigionieri nel deserto, mentre lo Stato ha sterilizzato gli israeliani di origine etiope a loro insaputa e senza il loro consenso. Queste questioni invitano ad unificare l'azione nei confronti dei comportamenti contro i neri, della supremazia bianca e del Sionismo.

Sappiamo che la violenza di Israele contro i palestinesi sarebbe impossibile senza la difesa di Israele da parte degli USA sulla scena mondiale e senza i finanziamenti di oltre 3 miliardi di dollari annuali alla sua violenza. Noi chiediamo al governo degli USA di porre fine all'aiuto economico e diplomatico di Israele. Noi appoggiamo totalmente la richiesta della società civile palestinese del 2005 per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) contro Israele e chiediamo alle istituzioni ed organizzazioni afroamericane e statunitensi a fare altrettanto. Noi esortiamo le persone coscienti a riconoscere la lotta per la liberazione dei palestinesi come una questione fondamentale del nostro tempo.

Poiché il movimento BDS sta crescendo, noi indichiamo G4S, la più grande compagnia di sicurezza privata del mondo, come un bersaglio per un'ulteriore lotta comune. G4S opprime migliaia di prigionieri politici palestinesi illegalmente detenuti in Israele e centinaia di giovani neri e persone di colore detenuti nelle carceri minorili negli USA. L'impresa trae profitto dagli arresti e dalle deportazioni dagli USA e dalla Palestina alla Gran Bretagna, al Sud Africa all'Australia. Noi rifiutiamo la nozione di "sicurezza" che rende insicuro qualsiasi dei membri delle nostre comunità e ribadiamo che nessuno è libero finché non lo siamo tutti.

Proponiamo questa dichiarazione innanzitutto ai palestinesi, le cui sofferenze non passano inosservate e le cui resistenza e resilienza sotto il razzismo ed il colonialismo ci ispirano. È  ai palestinesi, oltre che ai governi israeliano e statunitense, che noi dichiariamo il nostro impegno per lavorare con mezzi culturali, economici e politici per raggiungere la liberazione dei palestinesi mentre lavoriamo per la nostra. Invitiamo gli attivisti a utilizzare questa dichiarazione  per promuovere la solidarietà con la Palestina, e noi faremo anche pressione sui politici afroamericani perché prendano iniziative sulla questione. Mentre proseguiamo questo dialogo e questa interazione transnazionali, intendiamo rendere più incisiva la nostra pratica di lotta comune contro il capitalismo, il colonialismo, l'imperialismo e le varie forme di razzismo dentro e fuori dalle nostre società.

Verso la liberazione.

Vedi l'elenco di circa 50 organizzazioni e oltre 1100 singoli che hanno firmato la dichiarazione

Fonte: Black for Palestine  

Traduzione di BDS Italia