LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Lo scorso mese, Shurat HaDin Centro Legale d’Israele (ILC), ha sporto denuncia alla Commissione Australiana per i Diritti Umani (AHRC)  contro Jake Lynch, direttore del Centro per la Pace e gli Studi dei Conflitti all’Università di Sydney, colpevole di sostenere il movimento BDS.

L’ ILC, nato nel 2003, si auto-proclama essere “organizzazione no profit totalmente indipendente, senza alcuna affiliazione a qualsivoglia partito politico e/o autorità governativa”. Tuttavia Nitsana Darshan-Leitner, direttrice dell’organizzazione israeliana, ha privatamente ammesso di aver ricevuto direttive dal governo israeliano su quali casi perseguire e sul fatto che ILC avrebbe potuto contare sul servizio offerto dall’intelligence di Israele per procurare prove e testimoni.

Darshan-Leitner fece queste dichiarazioni nel 2007 ai diplomatici americani all’Ambasciata Statunitense a Tel Aviv, che riportarono la conversazione in un telegramma pubblicato nel 2011 da Wikileaks:

Leitner ha affermato che, in molti dei casi trattati dalla sua organizzazione, ha ricevuto prove da funzionari del governo di Israele, e ha inoltre aggiunto che nei suoi primi anni, ILC prendeva direttive dal governo israeliano su quali casi perseguire. Leitner ha anche affermato che l’ufficio legale del consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC) vedeva l’uso delle corti civili come uno strumento per arrivare dove al NSC non era permesso. Tra i suoi contatti, Leitner ha elencato Udi Levy dell’ NSC e Uzi Beshaya del Mossad, entrambi contatti di spicco dell’ambasciata nel campo della cooperazione antiterroristica e finanziaria. La direttrice ha riportato come esempio della stretta collaborazione tra ILC e governo israeliano un caso contro la Jihad Islamica Palestinese (PIJ): dopo aver ottenuto un risarcimento legale di circa 25 mln di $ dalla PIJ, il Centro Legale d’Israele richiese un’ipoteca sull’azienda Abu Trekker Company, compagnia accusata di aver avuto a che fare con la PIJ. Al tempo, Abu Akker Trade era una delle più grandi compagnie d’importazione palestinesi, e Leitener ha affermato che il Mossad fornì ad ILC i suoi servizi di intelligence per procurare la prove che la compagnia stesse finanziando in qualche modo la PIJ. Secondo Leitner, oggi l’ILC sceglie i casi da perseguire in maniera autonoma, ma continua ad appoggiarsi ai servizi dell’intelligence israeliana per ottenere prove e testimonianze.

Il telegramma continua poi con:

Mentre la missione del Centro Legale di Israele combacia perfettamente con gli obiettivi del governo dello Stato di Israele (ovvero mettere sotto pressione finanziaria ai suoi oppositori), l’inflessibile strategia degli avvocati dell’ILC sembra perfino superare gli obbiettivi del governo israeliano.

ILC si è impegnata in una grande varietà di azioni, legali e non, negli Stati Uniti, in Australia, in Israele, e in Egitto, così come in altre occasioni in cui ha preso di mira enti legati ad Iran, Siria, Nord corea e ANP. Tra I suoi bersagli ci sono state istituzioni finanziarie come UBS, American Express, la Banca Libano-Canadese, il Presidente Jimmy Carter, la World Vision Australia e, degno di nota, il tentativo di fermare la seconda Freedom Flottilla, attraverso una miriade di minacce legali mosse contro le agenzie d’assicurazione delle autorità portuali e delle relative compagnie: minacce che consistevano nell’informare queste compagnie delle potenziali accuse di “aiuto o supporto” a “organizzazioni terroriste” o di future “accuse legali” per qualsiasi ipotetico attacco Hamas avrebbe successivamente portato contro lo Stato di Israele.

 

Il caso della Bank of China

Ulteriori dettagli sui legami dell’ILC con l’intelligence israeliana sono emersi dall’azione legale portata avanti contro la Bank of China. Secondo fonti della stampa israeliana, ufficiali del NSC avrebbero avuto contatti con Darshan-Leitner, dopo aver identificato alcuni conti della banca riconducibili ad Hamas e alla Jihad Islamica.

Darshan-Leitner trovò un querelante adatto a interlacciare il caso con quanto avvenuto a Daniel Wultz, 16enne cittadino americano ucciso in un attentato suicida a Tel Aviv nel 2006. Yediot Ahronot ha riportato che:

Nei suoi colloqui con gli agenti governativi israeliani, Darshan Leitner ha affermato di aver ricevuto un’imponente assistenza da parte del governo. Leitner a preteso di essere aiutata con indizi di colpevolezza riguardanti attività bancarie, documenti e con una dichiarazione in cui l’intelligence s’impegnava a fornire una testimonianza riguardo la conoscenza da parte della Bank of China degli intestatari dei conti correnti. Ottenuto il consenso, nel 2009 fu avviata la causa legale presso la Corte Federale di New York.

Ma il tutto finì in una bolla di sapone in seguito alle pressioni del governo cinese prima della visita a Pechino del Premier israeliano Netanyahu.

La famiglia Wultz ha accusato il governo israeliano di sabotare il caso, fallendo nel fornire I documenti che aveva promesso. L’empasse è stato alquanto imbarazzante, in quanto la madre di Daniel Wultz, Sheryl Cantor Wultz, è cugina di Eric Cantor, leader al congresso americano. Tra i documenti chiave portati a processo c’era una dichiarazione di Uzi Shaya, che poteva essere la stessa persona di 'Uzi Beshaya', l’ufficiale israeliano il cui nome è comparso nel telegramma sopracitato.

Un altro telegramma americano descrive Shaya come un ufficiale israeliano dello Shin Bet che lavora insieme a Udi Levi, un altro agente dell’intelligence che collabora con Darshan-Leitner.

 

Il caso del programma Meir Dagan

Il Consiglio di Sicurezza Nazionale sembra avere un ruolo chiave nei tentativi del governo israeliano di usare azioni legali civili contro il cosiddetto “finanziamento dei terroristi”. Secondo Yossi Melman, corrispondente dell’intelligence che lavorava per Haaretz, questa strategia iniziò con Meir Dagan, capo del NSC nei tardi anni ’90, prima che questo divenne capo del Mossad. In un articolo del 2007, Melman suggerì come l’intelligence israeliana fosse connessa ad una causa legale contro l’Arab Bank, una delle più grosse istituzioni finanziarie del Medio Oriente.

Lo studio legale che portò avanti il caso contro l’Arab Bank, il Mann Mairone, entrò nel campo dell’ “antiterrorismo” nel 2001, dopo essersi specializzato in legge commerciale ed esattoriale. Nel processo, mise insieme una squadra di ricercatori e consiglieri provenienti dallo Shin Bet e da varie branche dell’intelligence militare israeliana. Il telegramma intercettato da Wikileaks ha mostrato come, durante il processo, l’Arab Bank fosse un oggetto di discussione abbastanza frequente tra i funzionari dell’NSC e i diplomatici statunitensi.

In un incontro coi funzionari del Tesoro Americano nel 2005, i contatti dell’ILC Udi Levi e Uzi Shaya si diedero un gran da fare per difendere la causa legale contro l’Arab Bank, sebbene vaga fosse la sua giustificazione:

Levi ha affermato che la banca ha cessato tutte le sue transazioni dei Territori dopo che è stata citata in giudizio presso una corte americana. Shaya ha però ribadito come il governo israeliano abbia prove (non specificate) sui mantenimenti dei rapporti tra la banca ed Hezbollah in Libano. Ha anche definito Interpal e altri gruppi europei che incanalavano fondi verso Hamas “un problema che non sappiamo come risolvere”, ma aggiunse che esempi di cause legali simili a quella portata avanti contro l’Arab Bank sarebbero potuti essere d’aiuto. Suggerì anche come un’ulteriore opzione  per soffocare questi trasferimenti di denaro fosse il vietare ad Interpal di far transitare le donazioni ricevute in dollari attraverso i suoi conti correnti di New York.

Interpal, ente benefico britannico attivo nella questione palestinese, è stato un motivo di frizione tra il governo israeliano e quello inglese per molti anni. Nel 2004, il quotidiano israeliano Haaretz riportò che il Ministro degli Esteri Jack Straw respinse al mittente, la sua controparte israeliana Silvan Shalom, la richiesta di porre fine alle attività di Interpal. Nel 2007, Interpal si vide chiudere il proprio account presso la banca Natwest, per la paura di quest’ultima di poter essere una potenziale vittima di una causa civile. Dichiarazioni di Darshan-Leitner confermarono il coinvolgimento dell’ILC in questo evento, e come la stessa Natwest ora si consulti con l’intelligence israeliana quando si tratta di trattare con enti benefici di matrice islamica.

Interpal fu anche presa di mira, sempre nel 2007, da un gruppo di esperti britannico, il Centre for Social Cohesion (CSC), così come riportato dall’opuscolo “La Guerra Fredda Contro i Musulmani Inglesi”, edito da Spinwatch. Nel suo attacco, il CSC citò “accuse fatte dai governi israeliani e statunitensi”, così come un documentario del 2006 della BBC, basato per la maggior parte su prove fornite da attuale e precedenti funzionari di sicurezza israeliani. Nel 2009, un’investigazione della Commissione per le Beneficienza del Regno Unito (UKCC) ha decretato come le prove portate contro Interpal fossero insufficienti per tacciare i beneficiari come enti che supportavano il terrorismo, poiché non poteva verificare la provenienza o l’accuratezza del materiale fornito dal governo israeliano.

Il punto centrale è:

Se uno studio legale che ha ricevuto supporto dal governo israeliano sta ora prendendo di mira gli attivisti BDS, ciò significa che lo Stato di Israele ha ampliato il suo uso degli strumenti legali per mettere a tacere le critiche nei suoi confronti? Come si è notato, studi legali come l’ILC sono pronti ad appoggiarsi al governo israeliano per le problematiche come il caso della Bank of China. Tuttavia, proprio quel caso mostra fino a che punto tali studi legali siano dipendenti da un governo che non si fa scrupoli ad usare le vittime del terrorismo per le proprie ciniche ragioni politiche.

Il fatto che il governo israeliano sia preparato per supportare organizzazioni le cui linee d’azione sono in pratica in disaccordo le sue posizioni ufficiali dovrebbe creare seri dubbi su quanto genuine siano tali posizioni. In particolare, il prendere di mira l’Autorità Palestinese in casi largamente dipendenti da risorse ufficiali israeliane è sicuramente inconciliabile con qualsiasi proclama israeliano di impegno con un giusto processo di pace.

 

 

 

Fonte: spinwatch.org

Traduzione: BDS Italia