Il governatore del campus studentesco della DePaul University a Chicago ha annunciato oggi che gli studenti hanno votato in 1.575 contro 1.333 (54% contro 46%) a favore di un referendum che invita al disinvestimento da compagnie “che traggono profitto dalle pratiche discriminatorie e dalle violazioni dei diritti dell’uomo di Israele.”

Il punto approvato dagli studenti invita l’università a disinvestire i suoi fondi dalle “corporazioni che fabbricano armamenti e forniscono tecnologie di sorveglianza al governo, all’esercito e ai gestori carcerari israeliani,” inclusi Hewlett-Packard, Boeing, Lockheed Martin e Caterpillar.

Il punto approvato dichiara che queste compagnie “traggono profitto dalle violazioni israeliane dei diritti umani dei palestinesi e delle minoranze in Israele” ed aiutano “a violare il diritto alla vita, al movimento, alla salute, all’educazione e alla libertà della gente.”

DePaul Divest, la coalizione studentesca che ha sostenuto l’iniziativa, ha affermato in un comunicato stampa invitato ad Electronic Intifada come “sia chiaro che i diritti umani dei palestinesi, i diritti delle minoranze all’interno di Israele e l’investimento etico sono problemi che preoccupano il corpo studentesco della DePaul University.”

“Questa vittoria non è arrivata senza un’immensa interferenza esterna del gruppo lobbysta pro Israele StandWithUs, i cui membri pagati dello staff hanno frequentemente presenziato come individui affiliati alla DePaul University, sollecitando il corpo studentesco a dare vita ad una contro campagna contro DePaul Divest,” afferma il comunicato stampa.

“Strategie intimidatorie sono state usate per scoraggiare il corpo studentesco dal votare il sostegno ai diritti umani dei palestinesi, ma la nostra vittoria di oggi è una prova che ciò non era abbastanza per fermare gli studenti della DePaul dallo schierarsi a favore della giustizia,” ha affermato Areej Hamdan, organizzatore della campagna e membro di Students for Justice in Palestine (SJP) alla DePaul.

Come parte della contro campagna, il Consolato Generale di Israele a Chicago si è organizzato e ha attivamente lavorato contro il referendum in questione.

 Hanna Alshaikh, membro di SJP alla DePaul, ha spiegato in un editoriale aperto su Electronic Intifada come gli attivisti abbiano deciso lo scorso mese di promuovere un referendum che si rivolgesse a tutto il campus poichè pensavano che tali azioni di lobbying [filo-israeliane, ndt] sarebbero state meno efficaci sul corpo studentesco preso nel suo insieme che sulle single assemblee legislative studentesche come è avvenuto in passato.

Sembra che gli studenti attivisti della DePaul ci abbiano visto giusto.

 

 

Comunicato stampa di Students for Justice in Palestine della DePaul University

DEPAUL DIVEST ANNUNCIA LA VITTORIA NELLA CAMPAGNA STUDENTESCA

La coalizione studentesca DePaul Divest annuncia la vittoria nella campagna che invita gli studenti a sostenere il disinvestimento dalle corporazioni che traggono profitto dagli abusi dei diritti umani dei palestinesi..

CHICAGO – Dopo due mesi di campagna alla DePaul University, la coalizione studentesca DePaul Divest annuncia la vittoria della sua campagna, finalizzata al disinvestire dalle compagnie che traggono profitti dalle violazioni dei diritti umani perpetrate contro i palestinesi attraverso l’illegale occupazione israeliana della Palestina.

Mentre la maggioranza della campagne di disinvestimento è stata portata attraverso risoluzioni del corpi legislative studenteschi, DePaul Divest ha deciso di sottoporre il problema all’intero corpo studentesco della DePaul attraverso un Student Government Association (SGA) referendum questa settimana.

Con una maggioranza di 1,575 voti a favore e di 1,333 contrari, è chiaro come i diritti umani dei palestinesi, i diritti delle minoranze all’interno di Israele e l’investimento etico siano problemi che preoccupano il corpo studentesco della DePaul University.”

“Questa vittoria non è arrivata senza un’immensa interferenza esterna del gruppo lobbysta pro Israele StandWithUs, i cui membri pagati dello staff hanno frequentemente presenziato come individui affiliati alla DePaul University, sollecitando il corpo studentesco a dare vita ad una contro campagna contro DePaul Divest,” afferma il comunicato stampa.

“Strategie intimidatorie sono state usate per scoraggiare il corpo studentesco dal votare il sostegno ai diritti umani dei palestinesi, ma la nostra vittoria di oggi è una prova che ciò non era abbastanza per fermare gli studenti della DePaul dallo schierarsi a favore della giustizia,” ha affermato Areej Hamdan, organizzatore della campagna e membro di Students for Justice in Palestine (SJP) alla DePaul.

Nei giorni che hanno portato gli studenti al voto, membri che si opponevano al referendum hanno fatto circolare false voci e notizie circa la campagna DePaul Divest, nonostante la chiarezza e la limpidezza degli obiettivi del movimento.

Di questa disinformazione si è parlato in un articolo del 18 Maggio su DePaulia, “DePaul Divest dice la propria: basta intimidazioni, basta disinformazione”

Queste strategie non sono state abbastanza per fermare il momentum di cui gode il movimento di disinvestimento, le cui azioni questa settimana hanno attirato l’attenzione della comunità universitaria attraverso sit-in, esposizioni di bandiere e presidi.

La presenza del Console Generale d’Israele al campus durante l’ultimo giorno di votazioni non ha messo a tacere i sostenitori della DePaul Divest, che hanno dato vita ad un presidio nel campus sotto il suo sguardo. Tattiche di aggressioni ed intimidazioni sono state usate da galoppini anti-disinvestimento (molti dei quali hanno ammesso di essere stati istruiti dall’American Israel Public Affairs Committee o di lavorare come impiegati di StandWithUs), come il fotografare gli studenti organizzatori, si sono dimostrate incapaci di impedire il successo della campagna DePaul Divest.

“Abbiamo dimostrato che il corpo studentesco della DePaul è una comunità socialmente coscienziosa, che riconosce l’umanità del popolo palestinese e come i loro basilari diritti umani siano stati negate dal governo israeliano e da questo compagnie che prendiamo di mira”, ha affermato lo studente organizzatore Hamdan.

Mentre il passaggio di questo referendum non è vincolante per l’amministrazione dell’università, l’SGA non potrà approvare risoluzioni che contraddicano il risultato di questo referendum per tutto il prossimo anno scolastico.

Gli organizzatori di DePaul Divest si focalizzeranno ora sul lavorare con l’amministrazione DePaul per arrivare all’applicazione delle politiche di disinvestimento nei riguardi di queste corporazioni. Lavorando insieme al Fair Business Practices Committee, gli organizzatori della DePaul Divest incoraggeranno l’amministrazione universitaria a stabilire dei controlli per gli investimenti. Ciò comporterà che le ricadute sui diritti umani di ogni singolo investimento sarà analizzato, rendendo l’investimento etico priorità e requisito per i gestori dei fondi universitari.

“E’ chiaro come gli studenti della DePaul non vogliano che i soldi delle loro rette universitarie siano investiti in produttori d’armi”, ha affermato Roya Naderi, studentessa organizzatrice. Questo ha generato una profonda discussione nel campus sugli investimenti etici, e gli studenti sono tutti d’accordo che la DePaul University non dovrebbe investire in chi trae profitto da situazioni di guerra.

Mentre la campagna alla DePaul University è ormai finita, il movimento di disinvestimento continua. Siamo in un momento in cui il corpo studentesco ha preso una chiara posizione in solidarietà col popolo palestinese, a cui a lungo sono stati negati i suoi diritti umani fondamentali. Il passaggio di questo referendum sul disinvestimento è un importante passo verso l’annullamento della complicità delle università nell’occupazione della Palestina, ed è anche un passo verso la costituzione di uno standard etico degli investimenti alla DePaul University.

DePaul Divest è una coalizione di studenti, organizzazioni studentesche, staff ed alumni che invitano l’amministrazione dell’università a ritirare I suoi investimenti da chi trae profitto dall’illegale occupazione della Palestina e dagli abusi dei diritti umani che queste compagnie aiutano a continuare. Per maggiori informazioni, visitate dpudivests.org.

 

 

 

 

Fonte: electronicintifada.net

Traduzione: BDS Italia