LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Michele Giorgio

Il governo israe­liano si pre­para ad usare il pugno di ferro con­tro il Bds, le atti­vità dei movi­menti e gruppi che pro­muo­vono nel mondo il boi­cot­tag­gio e le san­zioni con­tro Israele per le sue poli­ti­che nei con­fronti dei pale­sti­nesi sotto occu­pa­zione. Quello che hanno in mente il pre­mier Neta­nyahu, i suoi mini­stri e buona parte della Knes­set non è solo una cam­pa­gna diplo­ma­tica. In via di defi­ni­zione, scri­vono i gior­nali, c’è una con­trof­fen­siva molto arti­co­lata che sarà finan­ziata con 26 milioni di dol­lari. E se in pas­sato sono state prese di mira quelle orga­niz­za­zioni e gli atti­vi­sti che all’interno del Paese pro­muo­vono il boi­cot­tag­gio, ora l’attenzione si spo­sta tutta all’estero, sulle asso­cia­zioni stra­niere legate al Bds. Un depu­tato ieri ha pre­sen­tato in par­la­mento un dise­gno di legge che pre­vede il divieto d’ingresso in Israele per tutti i cit­ta­dini stra­nieri che saranno segna­lati come soste­ni­tori del boicottaggio.

Che Neta­nyahu sia molto deter­mi­nato lo dimo­stra la furia con la quale ha attac­cato Ste­phane Richard, l’amministratore dele­gato del colosso fran­cese della tele­fo­nia Orange che qual­che giorno fa al Cairo aveva affer­mato di essere pronto a riti­rare «anche domani» la sua com­pa­gnia da Israele. Neta­nyahu ha chie­sto una dichia­ra­zione di soste­gno al governo fran­cese, giunta subito, e Richard è stato messo nell’angolo. L’ad della Orange subito dopo ha affer­mato di «amare Israele» e, di fronte al rifiuto dell’ambasciatore dello Stato ebraico a Parigi di rice­verlo, ha deciso che nei pros­simi giorni arri­verà a Tel Aviv per chia­rire le affer­ma­zioni che aveva fatto al Cairo.

Il Bds negli ultimi tempi ha otte­nuto diversi suc­cessi, come l’adesione dell’Unione degli Stu­denti Bri­tan­nici. Ciò ha fatto cre­scere l’allarme in Israele dove da set­ti­mane gran parte della stampa locale riporta con ampio spa­zio aggior­na­menti e com­menti sul Bds e su come com­bat­terlo. Diversi espo­nenti poli­tici, non solo di destra, descri­vono il boi­cot­tag­gio come una cam­pa­gna “anti­se­mita”, allo scopo di rac­co­gliere con­sensi, soprat­tutto in Europa e negli Stati Uniti, non solo dai governi ma anche dall’opinione pub­blica. La mini­stra della giu­sti­zia Aye­let Sha­kek ha defi­nito il Bds «anti­se­mi­ti­smo in abiti nuovi». «Se non è poli­ti­ca­mente cor­retto oggi essere anti­se­miti, è invece molto ‘in’ essere anti Israele», ha com­men­tato.

Secondo il pre­mier Neta­nyahu «Chi boi­cotta non parla di Giu­dea e Sama­ria (Cisgior­da­nia, ndr), ma si rife­ri­sce allo Stato di Israele…un tempo la gente era abi­tuata a dele­git­ti­mare gli ebrei, ora la fa con il nostro Stato». Par­lando qual­che giorno fa in diretta tele­fo­nica ad un ampio raduno anti Bds a Las Vegas, Neta­nyahu ha avver­tito che la «dele­git­ti­ma­zione di Israele è una grande sfida per il popolo ebraico e lo Stato ebraico…deve essere com­bat­tuta e si è tutti in prima linea…Si tratta del nostro diritto di esi­stere qui come un popolo libero e del nostro diritto di difen­derci». Il mini­stro degli affari stra­te­gici, Gilad Erdan, è stato per­ciò inca­ri­cato di avviare al più pre­sto la con­trof­fen­siva al Bds ma anche di rispon­dere alle ini­zia­tive avviate dall’Autorità nazio­nale pale­sti­nese in varie sedi inter­na­zio­nali, come la recente richie­sta di sospen­sione di Israele dalla Fifa, riti­rata però prima del voto.

I pro­mo­tori del Bds non si lasciano inti­mi­dire, fanno sapere che pro­se­gui­ranno la loro cam­pa­gna e respin­gono al mit­tente l’accusa di anti­se­mi­ti­smo, sot­to­li­neando che il boi­cot­tag­gio ha lo scopo di col­pire le poli­ti­che di occu­pa­zione di Israele e soste­nere i diritti dei pale­sti­nesi. Negli Usa però dovranno fare i conti con un avver­sa­rio molto potente, Shel­don Adel­son. Il magnate ame­ri­cano ha annun­ciato l’impiego di grandi risorse finan­zia­rie e umane per com­bat­tere il Bds e ha messo insieme un coor­di­na­mento che coin­volge circa 50 orga­niz­za­zioni e asso­cia­zioni, anche cri­stiane. Il miliar­da­rio spiega che l’impegno sarà sud­di­viso tra tre gruppi: i finan­zia­tori, i mili­tanti che ope­rano sul ter­reno e le società di ricerca che dovranno dare infor­ma­zioni sugli atti­vi­sti del Bds. La con­ven­tion anti boi­cot­tag­gio a Las Vegas inol­tre ha pun­tato l’indice con­tro gli ebrei ame­ri­cani pro­gres­si­sti che offrono appog­gio a coloro che cri­ti­cano Israele e le sue politiche. Nena News

Fonte: Il Manifesto