Il Giro d’Italia, ancora una volta, si presta allo sportswashing del regime israeliano d’apartheid. 

E lo fa mentre il governo più razzista ed estremista della storia di Israele inasprisce ulteriormente il brutale regime di apartheid che opprime la popolazione palestinese.  

Alla competizione più amata dagli italiani parteciperà l’equipe  israeliana sponsorizzata dal governo.

Questa squadra è talmente scesa nella classifica che non ha più nemmeno la qualifica per partecipare alle grandi gare come il Giro d’Italia. Forse perché la formazione israeliana, fondata da un miliardario canadese, ha sempre avuto come  unico vero scopo quello di  usare lo sport per dare una immagine falsamente positiva dell’apartheid israeliana.

Ma il Giro gli è venuto in soccorso con un invito “speciale”. Non possiamo lasciarlo passare sotto silenzio.

I palestinesi ci chiedono di mobilitarci lungo tutto il percorso.

E noi rispondiamo. 

Dal 6 al 28 maggio, facciamoci sentire nelle tappe in Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e per la conclusione a Roma.

Prepariamoci ad “accogliere” come si deve la squadra dell’apartheid israeliana. 

Nel 2018, gli amanti della bicicletta e dello sport pulito e chi sostiene la lotta palestinese hanno protestato lungo tutto il percorso del Giro d’Italia per aver fatto la “Grande Partenza” da Israele dell’apartheid.

Facciamolo di nuovo! Oggi, mentre il popolo palestinese si prepara a segnare 75 anni di oppressione, pulizia etnica e colonialismo israeliani, è più importante che mai. 

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Gli attivisti di BDS France si stanno preparando a inscenare proteste a luglio, lungo il Tour de France, perché anche la gara francese ha esteso un “invito speciale” alla squadra dell’apartheid israeliana. 

Partiamo con le proteste in Italia, per poi passare il testimone alla Francia. 

Diciamo no al Giro d’apartheid!


Abruzzo

Napoli

Cesena

Tarvisio - Monte Lussari

Roma