Foto: Sainatee Suarez

Un giudice federale statunitense respinge l'azione legale volta a dissuadere le associazioni accademiche dall'adottare boicottaggi a favore dei diritti dei palestinesi.

Lunedì (4 febbraio 2019, Ndt), con una vittoria per l'American Studies Association (ASA) e per il diritto al boicottaggio, un tribunale distrettuale di Washington D.C. ha respinto un'azione legale volta a dissuadere le associazioni accademiche dall'adottare boicottaggi a favore dei diritti dei palestinesi. Nel respingere la causa, la corte ha dichiarato che "in nessun punto" i querelanti, che si sono opposti al boicottaggio, spiegano in che modo siano stati danneggiati dal boicottaggio. L’essere danneggiati è un requisito necessario affinché la causa possa andare avanti.

  1. J. Kehaulani Kauanui, professoressa alla Wesleyan University e coimputata, ha detto che risultavano chiare le motivazioni politiche dell’azione legale: "Il Centro Brandeis non ha nascosto il suo chiaro intento di punire me per essere stata solidale con i palestinesi e di scoraggiare gli altri. Non la chiamano lawfare (guerra asimmetrica condotta attraverso mezzi giuridici, Ndt) per niente."

Ha fatto presente che la causa costituiva anche un attacco alla Campagna statunitense per il Boicottaggio accademico e culturale di Israele (USACBI), alla quale sono affiliati molti dei singoli imputati.

Il Louis D. Brandeis Center, un gruppo pro-Israele, ha fatto causa all'American Studies Association (ASA) nell'aprile 2016 per la sua risoluzione a favore del boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane.

La causa sosteneva che adottando la risoluzione, che è stata votata da una schiacciante maggioranza democratica, l'ASA avrebbe operato al di là del suo statuto societario e avrebbe indotto i querelanti a "subire un significativo danno economico e d'immagine".

Secondo la corte, le argomentazioni sul caso hanno "girato intorno" all'incapacità del Centro Brandeis di dimostrare che i querelanti avessero subito danni monetari sufficienti a giustificare un caso federale.

"Il valzer ha ora raggiunto il suo crescendo, - ha scritto il giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras nella sua archiviazione - e [le ragioni dei] querelanti sono state trovate carenti".

"Questa è una grande vittoria per le associazioni accademiche che si battono per i diritti dei palestinesi", ha detto il rappresentante legale per la Palestina Radhika Sainath. "I professori di coscienza dovrebbero essere incoraggiati da questa sentenza - il diritto di impegnarsi in azioni collettive per sostenere la libertà dei colleghi in Palestina è salvaguardato".

I membri dell’ASA hanno approvato la risoluzione nel 2013 con un margine di 2 a 1 dopo mesi di aperto dibattito. All'indomani del voto, i gruppi di difesa israeliani hanno intrapreso una vasta campagna volta a minare la risoluzione dell'ASA e a dissuadere altre associazioni dal seguirne l'esempio.

Oltre alla causa, la reazione contro il boicottaggio da parte dell'ASA ha incluso un'ondata di attacchi legali statali al diritto al boicottaggio, condanne da parte di funzionari universitari, una denuncia all'IRS e persino minacce di morte rivolte ai singoli membri dell'ASA.

La co-imputata e professoressa alla Rutgers University, Jasbir K. Puar, ha spiegato: "È stato molto oneroso difendersi dagli attacchi, presenti in questa azione legale, contro la mia borsa di studio. Eppure la causa ha alimentato reti di solidarietà più forti e sempre più differenziate, e per quel che mi riguarda, una maggiore determinazione a continuare la mia ricerca sulla Palestina e il mio attivismo a suo favore".

La decisione della corte arriva nel contesto di un più ampio attacco federale al movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) a favore dei diritti umani dei palestinesi. La settimana scorsa, il Senato ha portato avanti il dibattito su una risoluzione che cerca di incoraggiare le leggi locali che infrangono il diritto di boicottare le aziende traenti profitto dalle violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Da quando è iniziata la causa, Donald Trump ha nominato l'ex presidente del Brandeis Center, Kenneth Marcus, segretario aggiunto per i diritti civili nel Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti. Una parte del programma di Marcus era rivolto ad applicare una definizione di antisemitismo, opera del Dipartimento di Stato, ampiamente criticata, che avrebbe voluto classificare come antisemite praticamente tutte le critiche rivolte a Israele all’interno delle università statunitensi.

Palestina Legal si unisce ai sostenitori dei diritti umani e ai difensori della libertà di parola nell'opporsi a questi tentativi di mettere a tacere e criminalizzare le opinioni a favore dei diritti dei palestinesi. La decisione presa dalla corte questa settimana sottolinea come gli sforzi per censurare il movimento sul boicottaggio siano destinati a fallire.

Ulteriori informazioni sulla causa riguardante l'ASA sono disponibili qui.

Leggi qui la relazione esplicativa integrale che respinge l'azione legale.

Questo articolo è stato ripubblicato da Palestine Legal

Lo studio legale Whiteford, Taylor & Preston L.L.P rappresenta l'ASA, insieme alla maggioranza dei singoli imputati. Mark Kleiman rappresenta i singoli imputati Jasbir K. Puar e J. Kehaulani Kauanui. Il Centro per i diritti costituzionali rappresenta Steven Salaita. Palestina Legal ha fornito supporto legale all'ASA in vista del voto e dopo il successo della risoluzione, mentre le organizzazioni di difesa israeliane lanciavano vigorose campagne per punire l'ASA e dissuadere altre organizzazioni accademiche dall'approvare risoluzioni simili che contestino le politiche israeliane. Leggi qui il comunicato stampa di CCR sulla causa.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia