Intervista realizzata da AMISnet nel novembre 2010

AMISnet: Da voi sono cominciati i lavori per la nuova ferrovia?

Abu Fares: Da noi a Beit Surik non hanno ancora iniziato con i lavori, ma siamo sul tracciato. Il comitato popolare si oppone alla costruzione di una ferrovia qui in paese. Per il momento sono fermi a Beit Iksa noi ci opponiamo perchè questo progetto è contrario ad ogni legalità.

AMISnet: avete informazione sul tipo di lavori che faranno nel vostro territorio?

Abu Fares: No, non abbiamo informazioni. Sappiamo solo che un treno sarebbe dannoso per le terre agricole che sono la nostra principale fonte di sostentamento. Nel 2004 hanno preso 3000 dunum* che sono finiti dietro il muro, ogni qualche anno si prendono 3 o 4000 dunum lasciando la gente senza terra e spesso persino senza una casa in cui abitare.

AMISnet: le restrizioni che rendono complesso andare a Gerusalemme hanno effetti sull’occupazione nel villaggio?

Abu Fares: La percentuale dei disoccupati è al 75%, la maggioranza di loro lavorava prima in territorio israeliano. Ora meno dell’ 1% dei lavoratori lavora dall’altra parte del muro, è difficile passare. Hanno fatto come si fà con le pecore, ci hanno circondato con un recinto: il muro è il nostro recinto.

 

AMISnet: Le aziende che hanno i lavori sulle vostre terre in appalto o l’amministrazione israeliana hanno cercato qualche contatto con voi?

Abu Fares: No, lanciano dei fogli con scritto “vogliamo fare il treno” o “vogliamo costruire un altra porzione di muro”. Li gettano a terra dove sanno che li troveremo ma non li consegnano a nessuno, solo fogli per terra . Noi li leggiamo ed interpelliamo i nostri legali, ma non serve a nulla. Cerchiamo di resistere anche ai lavoratori delle ditte appaltatrici, che vengono dalle parti vostre, dalla Francia, dal Regno unito e dalla Russia, per costruire la ferrovia israeliana. Entrano nelle nostre terre pur sapendo che sono palestinesi e che gli israeliani le stanno rubando, che siamo sotto l’occupazione del governo fascista israeliano.

AMISnet: vuole lanciare un messaggio per l’ Impresa Pizzarotti, l’ azienda italiana che dovrà costruire i tunnel nel vostro territorio?

Abu Fares: Mi rivolgo al governo ed al popolo italiano che ci è sempre stato amico. Oltre a quello palestinese non ci sono altri popoli che subiscano ancora una simile occupazione. Vogliamo ricordare alle aziende che lavorano su queste terre che queste sono terre dei palestinesi e non degli israeliani. E’ come se io dalla Palestina venissi lì a casa vostra, aprissi la porta ed iniziassi a modificarla, sarebbe forse accettabile?
Mi appello a tutti i governi che amano la pace, è mai possibile tutto questo?
Mi rivolgo di nuovo al governo italiano perchè intervenga sull’ azienda italiana coinvolta nei lavori per il treno, un treno illegale costruito su territorio occupato, perchè si fermi dal lavoro e recuperi i prorpi mezzi. Se li riporti in Italia e lavori in Italia.

* il dunum è una unità di misura delle terre agricole di origine ottomana equivalente a circa 1000 m²