Boicottaggio sportivo

Il Comitato BDS Campania (Boicottaggio Disinvestimenti Sanzioni), sezione partenopea dell'omonimo movimento politico non violento, nato dalla Società Civile palestinese nel 2005 per ottenere il rispetto del diritto internazionale e dei diritti del popolo palestinese, ha partecipato all'iniziativa calcistica organizzata dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), allo stadio Collana del Vomero, per commemorare la Resistenza e la vittoria sul nazifascismo.

Gli attivisti del BDS hanno illustrato ai partecipanti le condizioni di vita del popolo palestinese e la lotta non violenta che i prigionieri politici palestinesi stanno sostenendo attraverso un eroico sciopero della fame. Un esempio su tutti, la resistenza di Samer Issawi, senza mangiare già da otto mesi consecutivi, imprigionato per essersi rifiutato di lasciare la sua terra, Gerusalemme. Queste le sue toccanti parole dalla detenzione amministrativa: "Preferisco morire nel mio letto d'ospedale che essere espulso da Gerusalemme. Gerusalemme è la mia anima, la mia vita, e se venissi strappato da lì, sarebbe come se la mia anima fosse strappata al mio corpo. Non c'è vita senza Gerusalemme."

L’associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, ritiene gravemente lesivo della dignità di ogni essere umano libero - nonché dei principi ispiratori della Dichiarazione dei Diritti Umani e della Carta dell’ Onu - far svolgere una manifestazione sportiva di rilevanza internazionale in un paese in cui non vengono rispettati i diritti umani, in cui è praticata l’apartheid, in cui si hanno palesemente in spregio numerosissime Risoluzioni Onu, in cui si uccidono,  in casi troppo frequenti per essere “errori”,  ragazzini che stanno giocando a pallone  e in cui si vieta l’entrata a normali cittadini solo in quanto palestinesi o sostenitori dei diritti dei palestinesi.

Riteniamo che la funzione educativa dello sport venga totalmente svilita se il Paese colpevole di tali violazioni non viene richiamato al rispetto della legalità internazionale e non viene sanzionato per i suoi crimini ma, al contrario, viene assecondato, se non premiato, finanche dalle istituzioni sportive le quali, in tal modo, si pongono indiscutibilmente  a sostegno del regime di apartheid  che caratterizza  questo Paese. 

L'Unione Dipartimentale CGT NORD (Confederazione Generale del Lavoro - Francia) si impegna per il boicottaggio del campionato europeo under 21 in Israele.

20/04/2013

Coppa UEFA Under 21 in Israele: la direzione dell'UD CGT Nord conferma di aver preso contatto con l'associazione 'France Palestine' per essere signataria dell'appello al boicottaggio e chiama i suoi sindacati a firmarlo e a farlo sottoscrivere.

Leggi la dichiarazione al sito: www.cgtnord.fr

Fonte: Carton Rouge Pour l'Apartheid Israélien

Traduzione di BDS Italia

Dichiarazione della campagna europea contro la coppa Uefa Under 21 in Israele

Nel giugno 2011, 42 squadre di calcio palestinese hanno invitato il presidente della UEFA Michel Platini a cambiare la decisione di tenere in Israele il campionato maschile Under 21 del 2013, un paese che impone un’occupazione militare, una colonizzazione e un sistema di apartheid in Palestina.[1]

Da quel momento, in tutta Europa e in tutto il mondo, sono in constante aumento appelli all’UEFA per rimuovere la coppa Under 21 da Israele. Da petizioni online con oltre 13.000 firme, alla dichiarazione di 50 stelle del calcio europeo, alla lettera di Marie-George Buffet, già ministro francese dello Sport, è chiaro che dai fan del calcio e dei diritti umani la concessione a Israele dell'onore di ospitare un evento sportivo internazionale è vista come un premio immeritato per i suoi comportamenti contrari ai valori sportivi.[2]

Una coalizione europea di organizzazioni antirazziste sta conducendo una campagna per alzare il cartellino rosso contro Israele per il mancato risetto del diritto internazionale e per la violazione dei diritti umani dei Palestinesi. La campagna contesta la decisione della UEFA di tenere competizioni sportive in Israele e lavora per assicurare che il potenziale positivo dello sport sia utilizzato per fare pressione su Israele per porre fine agli abusi dei diritti umani, piuttosto che favorirli attraverso impunità e premi. La campagna fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo decisivo.[3]

Giornata dei prigionieri palestinesi

Parigi. Mercoledì 17 aprile 2013 una quarantina di persone ha occupato la Federazione Francese di Calcio (Fédération Française de Football, FFF) in occasione della giornata internazionale per il sostegno dei prigionieri palestinesi, chiedendo notizie di Omar Abu Rouis e Mohamed Nemer, calciatori della squadra nazionale palestinese imprigionati da più di un anno da Israele in detenzione "amministrativa".

Il Presidente della FFF Noël Le Graët aveva rifiutato di ricevere Mahoud Sarsak durante il suo soggiorno in Francia, quando invece voleva affrontare con i responsabili della FFF la questione di questi sportivi palestinesi.

Inoltre, lo stesso Noël Le Graët ha rifiutato di riceverci per darci notizie di questi due giocatori professionisti, sebbene si sia preoccupato di informarsi presso i suoi omologhi israeliani...

Ieri sera a Lille, in Francia, i calciatori Moussa Sow e Frédéric Kanouté hanno consegnato, tramite un'attivista della campagna francese Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana, le loro maglie firmate per esprimere il loro sostegno per il giocatore palestinese Mahmoud Sarsak.

Entrambi i calciatori avevano già dimostrato il loro sostegno firmando l'appello per la liberazione di Sarsak e l’appello in sostegno alla Palestina del novembre 2012.

Undici giovani palestinesi, giocatori di calcio, del villaggio Bil'in nella Cisgiordania, hanno bruciato undici maglie del FC Barcelona vicino al Muro il 10 aprile 2013. L’azione era per protestare contro la proposta del Barcelona di giocare una partita nello stadio nazionale di Israele a Tel Aviv nel mese di luglio.

Il 26 marzo, in vista della prossima riunione del Comitato esecutivo UEFA del 28 marzo a Sofia in Bulgaria, la campagna Cartellino rosso all’Apartheid israeliana ha inviato la lettera di seguito alla Federcalcio per esigere che si faccia pressione sull’UEFA per rimuovere la coppa Under 21 da Israele. 

Gentile Federazione Italiana Giuoco Calcio,

vi scriviamo per conto della campagna Cartellino rosso all’Apartheid israeliana in vista della riunione del Comitato esecutivo UEFA del 28 marzo a Sofia in Bulgaria. Dato che finora l’UEFA non ha dato ascolto al crescente numero di appelli, in Italia e in tutta l’Europa, per togliere ad Israele il privilegio di ospitare un campionato internazionale, chiediamo di nuovo alla Federcalcio di farsi portavoce di chi si oppone a questo riconoscimento che contrasta fortemente con i principi dello sport.

Israele occupa militarmente da decenni i territori palestinesi, ponendosi di fatto al di fuori dalla legalità internazionale. Ha bombardato stadi di calcio e sparato colpi di artiglieria su un parco uccidendo ragazzi che giocavano a pallone. Ha arbitrariamente detenuto figure dello sport palestinesi e nega costantemente la libertà di movimento agli atleti palestinesi in viaggio per l’addestramento o per gare, sia dentro i Territori Palestinesi Occupati che verso l’estero. Lo sport in Palestina rappresenta un microcosmo della realtà che tutto il popolo palestinese vive da decenni.

La stella palestinese del calcio Mahmoud Sarsak ha fatto appello alle associazioni internazionali del calcio UEFA e FIFA per annullare il campionato europeo under 21 programmato in Israele più avanti nell’anno, nel corso di una protesta, il 22 marzo, davanti all’ufficio della Commissione Internazionale della Croce Rossa a Parigi.

Israele ha detenuto in prigione il calciatore nazionale palestinese per tre anni, senza accusa né processo. E’ stato rilasciato dopo uno sciopero della fame di tre mesi per protesta contro la sua detenzione. Quando venne arrestato Sarsak aveva 22 anni.