Boicottaggio sportivo

25 anni di vita, 3 in carcere senza motivo per estorcere una confessione su un reato che non aveva mai commesso: l'ex giovane promessa del calcio palestinese racconta la sua storia al fattoquotidiano.it. E accusa: "Israele non merita di ospitare gli Europei Under 21"

di Luca Pisapia

Mahmoud Sarsak è, anzi era una giovane promessa della nazionale di calcio palestinese. Il 22 luglio 2009 è stato arrestato e poi detenuto senza processo per tre anni nelle carceri israeliane, da cui è uscito solo l’anno scorso dopo un lungo sciopero della fame che ha debilitato alcuni suoi organi vitali. Sarsak due settimane fa era a Londra e durante il 37mo congresso Uefa ha consegnato al presidente Platini una richiesta formale affinché a Israele non fosse concesso di ospitare l’Europeo Under 21. Un appello cui ha fatto seguito quello promosso dall’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, dal regista britannico Ken Loach e altri, concordi nel ritenere “sconvolgente che la Uefa dimostri totale insensibilità nei confronti della palese e radicata discriminazione inflitta ai palestinesi da parte di Israele”. In quell’occasione, Mahmoud Sarsak ha deciso di raccontare a ilfattoquotidiano.it la sua storia e le ragioni della sua protesta.

Durante la manifestazione settimanale del villaggio palestinese Nabi Saleh si alza il cartellino rosso all'Apartheid israeliana per protestare la coppa UEFA Under 21 in Israele.

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Attiviste israeliane alzano il cartellino rosso all'Apartheid e chiedono il boicottaggio della coppa Uefa Under 21 davanti agli stadi di Teddy a Gerusalemmme e di Bloomfield a Jaffa.

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Proiezione di "Palestina per principianti" e torneo di calcetto

La scelta della Uefa di far giocare gli europei Under 21 in Israele, significa di fatto negare quanto avviene quotidianamente in Palestina e cerca di normalizzare agli occhi della comunità internazionale i soprusi dell'occupazione militare sionista.

Una partita di pallone non può cancellare 65 anni di violenza e abusi perpetrati contro la popolazione palestinese.

Noi scegliamo di Restare Umani fino all'autodeterminazione e alla libertà della Palestina.

Martedi 18 giugno dalle ore 19 presso il campo sportivo della Colletta (Piazza Aleramo, 24-Torino) si svolgerà un triangolare di calcio tra A.C. PACO RIGORE, RAPPRESENTATIVA PALESTINESE e AFRICA UNITED (profughi c/o ex-moi)

La data scelta coincide con la finale degli Europei di calcio Under 21 che si giocano in Israele, in adesione alla campagna internazionale “Show red card to Israeli Racism”, contro l'assegnazione della manifestazione ad uno stato che occupa militarmente da decenni i territori palestinesi in violazione continua del diritto internazionale e dei diritti umani.

L’iniziativa ha inoltre l'obiettivo di raccogliere fondi a sostegno della costruzione dell'Asilo "Vittorio Arrigoni "a Khan Younis in Palestina, progetto dell'Associazione Dima in collaborazione con l’associazione “Ghassan Kanafani”, che gestisce cinque strutture simili in diverse località della Striscia di Gaza.

La casa automobilistica correrà nella Città Santa il 13 e il 14 giugno. Protesta dell'Anp: «Violate tutte le convenzioni internazionali». L'azienda non replica.

di Michele Giorgio

A Maranello continuano a dimenticare violazioni di diritti, occupazioni militari, convenzioni e leggi internazionali. È accaduto un paio di mesi fa in Bahrain dove la Rossa, senza esitare un minuto, è scesa sul circuito di Sakhir nonostante le proteste popolari che da due anni sono represse del sangue dalla monarchia assoluta che domina quel Paese. Accade ora a Gerusalemme, città occupata secondo le risoluzioni dell'Onu, al centro del conflitto tra israeliani e palestinesi. Dopo Rotterdam, Doha, Rio, Mosca e altre città, la Ferrari sarà protagonista di un'altra esibizione cittadina.

Nonostante numerose e autorevoli proteste da parte di calciatori, parlamentari, vescovi, attivisti per i diritti umani e cittadini comuni contrari al vergognoso e inaccettabile regime di apartheid perpetrato da Israele, i campionati europei Under 21 in Medio Oriente,... è attualità.
La UEFA, contrariamente ai valori di opposizione ad ogni razzismo di cui si fregia, non ha voluto modificare il suo
programma, contribuendo, in questo modo, ad abilitare l'immagine di un paese che, nel silenzio del mondo, commette quotidianamente crimini contro l'umanitá.

Il BDS Milano organizza presidi di protesta senza sosta per sensibilizzare e portare a conoscenza di tutti quanti ancora non conoscono le motivazioni delle proteste e dei boicottaggi. Dai un Calcio All'Apartheid!

Continua la campagna CARTELLINO ROSSO ALL’APARTHEID ISRAELIANA promossa a Roma da Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, Comunità Palestinese di Roma e del Lazio e Associazione nazionale Italia Palestina

di Giuditta Zampiero

Sabato 8 giugno, in occasione della partita Italia-Israele della Coppa Uefa Under 21, si è svolto un presidio in Piazza del Popolo (Roma) per protestare contro l'uso dello sport per legittimare gravi violazioni dei diritti umani. Il presidio si è svolto pacificamente inscenando una partita di calcio tra Israele e Palestina dove l'arbitro rappresentava metaforicamente lo Stato di Israele e la sua politica di apartheid nei confronti del popolo  Palestinese, interrompendo continuamente la partita per ammonire con cartellino rosso e quindi espellere i giocatori palestinesi senza che essi avessero commesso alcun "fallo". L'ingiustizia così rappresentata da un simbolico cartellino rosso nella performance di teatro di strada 'Calcio Under Apartheid', si è conclusa con l'arresto di tutti i giocatori Palestinesi ammanettati e con il volto coperto al lato del campo di gioco, ponendo definitivamente fine alla partita e proclamando quindi la vittoria incontrastata di Israele. La partita di Uefa Italia-Israele è stata dunque occasione, per il gruppo di attivisti, di ricordare come, mentre gli azzurri scendono in campo in Israele, ai giovani palestinesi siano negati i diritti fondamentali: di studiare, di muoversi, di partecipare allo sport e di vivere in piena libertà. Numerose infrastrutture sportive e stadi palestinesi sono stati distrutti perché colpiti da qualche bomba Israeliana, numerosi calciatori professionisti e non, sono stati arrestati spesso senza capi d'accusa o uccisi, restrizioni sempre più pesanti ostacolano le possibilità di muoversi e quindi di allenarsi e di gareggiare nel Paese e all'Estero. Ricordiamo i calciatori Mohammad Nimr e Omar Abu Rois, attualmente detenuti nelle carceri Israeliane.

 

8 giugno 2013: il giorno della partita Italia–Israele della coppa Uefa Under 21, a Roma, in Piazza del Popolo, la campagna Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana organizza un presidio di protesta contro l’uso dello sport per legittimare gravi violazioni dei diritti umani.

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