Ultime notizie

24 maggio 2010

Due grandi catene di supermercati italiani sospendono la commercializzazione di prodotti provenienti dale colonie israeliane. Si tratta di Coop e Conad che hanno dichiarato di aver interrotto la vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di merci di origine israeliana.

Un successo per la rete di pressione "stop Agrexco", nata in occasione dell' incontro nazionale svoltosi il 3 e 4 ottobre a Pisa, organizzato con l'intento di coordinare le attività internazionali del gruppo di "Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni" (BDS), ormai attivo dal 2005.

Roma, 24 mag (Il Velino) - Tutto fermo in casa Conad: si aspetta per decidere se vendere i prodotti provenienti da Israele e "firmati" Agrexco oppure no. La rete "Stop Agrexco" nata in occasione dell'incontro nazionale svoltosi a Pisa il 3 e 4 ottobre 2009 e che coinvolge decine di associazioni sotto il grido "boicottiamo i frutti dell'Apartheid israeliano" è riuscita ad ottenere la sospensione dei prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania ma è ancora tutto da vedere se si tratta delle zone sanzionate dall'Onu come "illegali" oppure no."Abbiamo ricevuto la segnalazione e abbiamo subito contattato il fornitore – vale a dire Agrexco Ltd – per verificare la provenienza dei prodotti e quindi in quali aree di Israele sono stati prodotti", spiegano al VELINO dall'ufficio stampa Conad. "Il fornitore deve ancora indicarci tutte le provenienze dei prodotti. Sulla base di queste informazioni – proseguono ancora da Conad – affronteremo gli eventuali problemi con il fornitore. Ovviamente – concludono da Conad – nel caso in cui i prodotti (tra i quali figura anche la rinomata spremuta d'arancia Jaffa Queens ndr) dovessero provenire da quelle aree, prenderemo dei provvedimenti".

Agrumi coltivati nei territori palestinesi occupati? No grazie. Spariscono dagli scaffali di Coop e Nordiconad i prodotti a marchio Agrexco provenienti dalle colonie israeliane in Cisgiordania. Lo stop deciso dalle due catene di supermercati è stato annunciato sul web dalla rete di pressione 'Stop Agrexco', nata lo scorso anno per boicottare tutti i prodotti alimentari 'made in Israele' coltivati nei territori occupati. La Coop, tuttavia, ha immediatamente precisato in una nota che alla base della decisione non ci sono ragioni ideologiche bensì "commerciali e di tracciabilità delle merci".

Secondo la cooperativa, infatti, l'alt alle merci che portano il marchio israeliano Agrexco è dovuto al fatto che la loro provenienza dai territori occupati da Israele "é dichiarata solo nelle documentazioni commerciali ma non è presente sul prodotto". Si tratta – si legge nella nota – "di una sospensione temporanea in attesa di ricevere maggiori specificazioni circa l'origine" dei prodotti. L'attuale "modalità di tracciabilita" delle merci Agrexco "non permette al consumatore finale di esercitare un diritto di acquisto consapevole, mancando una reale distinzione fra i prodotti made in Israele e quelli provenienti dai territori occupati", ha spiegato la Coop.

23 maggio 2010

Coop Italia e Nordiconad affermano di non poter distinguere i prodotti che provengono dagli insediamenti da quelli all´interno della linea verde.

Due catene italiane di supermercati hanno annunciato la loro intenzione di fermare la vendita di tutti i prodotti israeliani vista l´impossibilità di distinguere tra quelli che provengono dagli insediamenti in Cisgiordania e quelli all´interno della linea verde.

Le catene italiane di supermercati Coop e Nordiconad rimuoveranno dai loro scaffali tutti i prodotti israeliani entro la fine del mese, secondo quanto affermato sul sito web Stop Carmel-Agrexco -una coalizione italiana che ha come obiettivo il boicottaggio di una delle più grandi compagnie israeliane esportatrici di prodotti agricoli.

Coop sospende la vendita di merci prodotte nei territori palestinesi occupati e richiede un'etichettatura più trasparente.

Coop ha deciso di sospendere la vendita delle merci provenienti dai territori occupati da Israele in quanto tale origine è dichiarata solo nelle documentazioni commerciali ma non è presente sul prodotto.
Questa modalità di tracciabilità non permette al consumatore finale di esercitare un diritto di acquisto (o non acquisto) consapevole, mancando una reale distinzione fra i prodotti made in Israele e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati.

Si tratta quindi di salvaguardare un diritto all'informazione corretta sull'origine dei prodotti, importante per garantire la libertà di scelta dei consumatori, e non di una forma di boicottaggio generalizzato, strumento che Coop non usa.

Roma, 24 maggio 2010


Per informazioni:
Silvia Mastagni – responsabile ufficio stampa Coop
Tel. 06 441811 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte: COOP Italia

25 maggio 2010

Spariscono dai supermercati i prodotti coltivati nelle colonie ebraiche: Cooperative operaie e Conad le prime ad aderire alle "sanzioni". E' la penosa novità di voler condannare simbolicamente un Paese a morire di fame

di Fiamma Nirenstein

È uscito da poco un libro che spiace non sia stato ancora tradotto in italiano: si chiama The Israeli Test e l'autore, George Gilder, sofisticato economista che gode di fama internazionale, spiega che il mondo deve a Israele in termini di scienza dell'agricoltura, medicina, software, una prodigiosa, inverosimile quantità di gratitudine. Il mondo sarebbe molto peggiore senza l'aiuto di questo piccolo Paese impegnato nella sua quotidiana lotta di sopravvivenza. C'è chi lo capisce, ed ha così superato l'Israeli test. Ma molti di più invece, poiché ottusi dall'ideologia, non sono in grado di superare l'esame: è il caso delle Coop, il consorzio nazionale delle cooperative di consumatori, e della Conad che piamente hanno ieri piegato la fronte sotto le pressioni di un gruppo di Ong e associazioni varie che hanno chiesto loro di boicottare i prodotti israeliani agricoli importati dalla società Agrexco, perché lo 0,4% di questi prodotti, non contrassegnato col marchio dei lebbrosi come nei sogni delle Ong, potrebbe invece provenire dai Territori della Giudea e della Samaria.

24 maggio 2010

Due delle principali catene di supermercati in Italia hanno preso le distanze riguardo alle affermazioni di una eventuale messa al bando di tutti i prodotti israeliani dell'Agrexco.

Il principale esportatore israeliano di prodotti agricoli, l'Agrexco, ha smentito le notizie attualmente in circolazione su Internet riguardanti due delle principali catene di supermercati in Italia - Coop Italia e Nordiconad –, che programmerebbero di sospendere l'acquisto di tutti i prodotti Carmel Agrexco provenienti da Israele.

La Responsabile per le Pubbliche Relazioni dell'Agrexco, Shira Segal Kuperman, ha affermato che le voci di un possibile boicottaggio da parte di qualsiasi rivenditore italiano sono del tutto prive di fondamento.

"Non c'è nulla di simile", ha detto. "Lavoriamo con queste società da 50 anni. Ci arrivano sempre notizie di questo tipo. C'è una legge in Italia che vieta il boicottaggio di prodotti per motivi politici, e queste affermazioni sono infondate".

Né Coop Italia, né Nordiconad attualmente commercializzano prodotti dai territori contesi di Israele, ma entrambe le società hanno voluto sottolineare la falsità delle dichiarazioni fatte da un gruppo, Stop Agrexco Italia, che afferma vi sia stato un esplicito accordo per interrompere la commercializzazione dei prodotti Agrexco da quelle regioni.

Germano Fabiani, responsabile degli acquisti di prodotti freschi per Coop Italia, ha riportato a Eurofruit Magazine che non è avvenuta nessuna modifica ai contratti di acquisto del gruppo per quanto riguarda i prodotti israeliani.

"Le importazioni e gli acquisti di merci dai territori palestinesi occupati sono sospese, ma ciò non riguarda merci provenienti da tutto Israele", ha commentato.

24 maggio 2010

A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, le due importanti catene italiane di supermercati hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco. Ma Coop si difende: "E' un problema di tracciabilità"

Roma - A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, due importanti catene italiane di supermercati, Coop e Conad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dalle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi Occupati.

Ai prodotti dalle colonie Nordiconad è il gruppo cooperativo con funzione di centro di acquisto e distribuzione di Conad che opera in nord Italia. Il direttore di Nordiconad, Covili, ha dichiarato che dalla fine di aprile ogni prodotto riconducibile ad Agrexco non è più nei loro supermercati. Zucchi, direttore qualità di Coop Italia, ha invece affermato che esiste un problema di tracciabilità commerciale, ovvero che il consumatore non è in grado di verificare se il prodotto in questione provenga o meno dai territori occupati. Pertanto CoopItalia ha deciso di "sospendere l'approvvigionamento di prodotti provenienti dai territori occupati".

24 maggio 2010

Sono agrumi e datteri coltivati nei territori occupati. Le prime catene a farli sparire sono Coop e Conad

MILANO - Spariscono dagli scaffali di Coop e Nordiconad (parte del Consorzio Nazionale Conad) i prodotti a marchio Agrexco provenienti dalle colonie israeliane in Cisgiordania. Lo annuncia la rete di pressione «stop Agrexco», nata in occasione dell'incontro nazionale svoltosi a Pisa il 3 e 4 ottobre 2009 e che ora coinvolge decine di associazioni, tra cui Attac, Donne in nero, Federazione della Sinistra, Fiom- Cigl, Forum Palestina, Pax Christi Italia, rete Eco (Ebrei Contro l'Occupazione) e Un Ponte Per.

LA CAMPAGNA DI PRESSIONE - Dal gennaio 2010 la coalizione ha avviato incontri in tutta Italia e iniziato una campagna di pressione nei confronti di Coop e Conad, con lettere, segnalazioni, sit-in nei supermercati e conferenze per interrompere la commercializzazione di prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei Territori occupati palestinesi.

LA TRACCIABILITÀ - Maurizio Zucchi, direttore Qualità di Coop Italia, ha indirizzato una lettera di risposta alla rete «stop Agrexco», in cui spiega come sui prodotti dei marchi Agrexco non sia specificata la provenienza precisa (Israele o Territori palestinesi), sottolineando come «questa modalità di tracciabilità commerciale non risolva l'esigenza di un consumatore che voglia esercitare un legittimo diritto di non acquistare prodotti di determinate provenienze, in quanto l'informazione - pur seguendo il prodotto dal punto di vista doganale e fiscale - non è tuttavia presente in etichetta». Conseguentemente, «abbiamo deciso di sospendere gli approvvigionamenti di merci prodotte nei territori occupati e quindi valutare se esistano possibilità di specificare maggiormente l'origine del prodotto, al fine di consentire per il consumatore finale una reale distinzione tra i prodotti made in Israel e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati». Zucchi ha precisato che «non si tratta di un boicottaggio verso Agrexco o Israele da parte di Coop, perché questa scelta spetta tutt'al più al consumatore. Coop ha deciso di ritirare i prodotti la cui bolla indica la provenienza dai Territori palestinesi, indicazione non presente però sul prodotto finale».

23 maggio 2010

Agrexco: "Non c'è stato nessun boicottaggio, e non ne esiste uno ora"

Due grandi catene di supermercati in Italia, la COOP e Nordiconad, sospendono la commercializzione di prodotti agricoli esportati dall'Agrexco israeliano. Così ha dichiarato oggi (domenica), il movimento Gush Shalom, che sta conducendo una campagna per il ritiro degli insediamenti dai Territori.

Secondo il comunicato di Gush Shalom, i responsabili delle catene italiane hanno fatto sapere che la decisione è stata presa perché, anche se sono contrari solo alla commercializzazione di prodotti provenienti dagli insediamenti, l'Agrexco rifiuta di distinguerli da quelli originari del territorio israeliano e confeziona tutti i prodotti insieme sotto il marchio Carmel. In questo modo, il comunicato stampa rileva, il consumatore italiano non può verificare l'origine del prodotto che acquista. Gush Shalom ha detto che "mischiando prodotti Made in Israele con quelle provenienti dagli insediamenti, Agrexco mette a repentaglio tutte le esportazioni agricole israeliane."