Foto: Puma dice che la campagna di boicottaggio sta rendendo le loro vite infelici – Riprenditi, Puma. Non sostenere più le colonie israeliane illegali che rendono infelice la vita delle famiglie palestinesi

Di recente un sostenitore dei diritti dei palestinesi ha avuto un incontro casuale con un avvocato della Puma, che ha dichiarato: "State rendendo infelici le nostre vite".

Proprio così. Puma afferma che gli appelli da parte di organizzazioni per i diritti umani e associazioni sportive perché essa ponga fine al suo sostegno alle colonie israeliane illegali che trascinano le famiglie palestinesi fuori dalla loro terra, stanno rendendo la loro vita infelice.

Le colonie illegali di Israele e le relative infrastrutture di occupazione tolgono terra ai palestinesi, separano le comunità palestinesi e negano ai palestinesi il loro diritto alla libertà di movimento.

Dì a Puma di non trarre profitto dalle colonie israeliane illegali che rendono infelici le vite dei palestinesi.

Puma è lo sponsor principale della Israel Football Association (IFA), che comprende squadre con sede nelle colonie israeliane illegali. Delta, proprietario esclusivo della licenza Puma in Israele, è compreso nel database delle Nazioni Unite delle società complici nella politica coloniale.

Il marchio Puma, universalmente noto, dà legittimità alla brutale occupazione militare da parte di Israele, consentendo a Israele di continuare ad espandere impunemente le sue colonie sui territori palestinesi rubati.

Puma ha motivo di sentirsi infelice.

In risposta all'invito #BoycottPuma da parte di oltre 200 squadre palestinesi, la più grande università della Malesia ha rinunciato alla sponsorizzazione da parte di Puma della sua squadra di calcio. Il club calcistico britannico Chester FC ha deciso di non rinnovare la sponsorizzazione di Puma, riferendosi alla presenza tra i suoi criteri di "pratiche di lavoro etiche". Anche Liverpool FC, che era in trattative con Puma, ha optato per un altro sponsor.

Due giornate di azione #BoycottPuma globali di successo hanno visto proteste in oltre 20 paesi e l'hashtag #BoycottPuma ha generato milioni di impatti.

              Di' a Puma: Non essere infelice. Cessa il sostegno alle colonie israeliane illegali.

 Puma è preoccupata. Il collegamento del suo marchio al regime di apartheid israeliano che nega i diritti umani fondamentali a milioni di palestinesi sta danneggiando il suo bene più prezioso: la sua immagine. Aiutiamo a convincere Puma a fare la cosa giusta e a porre fine al sostegno all'occupazione militare israeliana.

Unisciti alla Terza giornata d'azione globale #BoycottPuma, il 25 aprile.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia