Nel commemorare la Giornata della Nakba, rifiutiamo l’inazione che ci rende semplici testimoni dell'ingiustizia. Chiediamo che si agisca, che i responsabili rispondano delle proprie azioni, e cambiamenti trasformativi per assicurare un futuro di dignità, giustizia e libertà al popolo palestinese.
L'espulsione forzata di circa 750.000 palestinesi indigeni dalle loro case ha segnato l'inizio formale di un regime di colonialismo d’insediamento, apartheid, occupazione militare e ora genocidio, ancora in corso. Denunciamo la complicità di stati, aziende e istituzioni che hanno reso possibile la Nakba ancora in corso da parte di Israele, facendo sì che per 76 anni non fosse tenuto a rispondere delle proprie azioni. Il movimento BDS ribadisce lo spirito incrollabile del popolo palestinese nella sua legittima lotta per la libertà, il diritto al ritorno, la giustizia e l'autodeterminazione, in un momento in cui il nostro popolo sta vivendo il primo genocidio in diretta streaming al mondo.
Mentre Israele colpisce Rafah con bombe fornite dagli Stati Uniti e dall'Europa, richiamiamo con forza l'attenzione sull'imminente catastrofe contro gli 1,4 milioni di palestinesi che cercano rifugio in quella zona. Chiediamo un intervento internazionale urgente sotto forma di sanzioni e di embargo sulle armi per fermare le uccisioni indiscriminate in corso e la distruzione delle ultime strutture sanitarie rimaste a Gaza.
Nonostante le prove schiaccianti delle atrocità e dei massacri perpetrati da Israele, nonostante la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ha stabilito che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio, molti stati, in particolare gli Stati Uniti e stati europei, sono costantemente venuti meno agli obblighi previsti dal diritto internazionale e in particolare dalla Convenzione sul genocidio. Nonostante decine di esperti in materia di diritti umani delle Nazioni Unite e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani abbiano chiesto direttamente di porre fine alla “vendita, al trasferimento e allo spostamento di armi, munizioni e altre attrezzature militari a Israele, la potenza occupante... per prevenire ulteriori violazioni del diritto umanitario internazionale e violazioni e abusi dei diritti umani”, gli Stati Uniti e l'Europa continuano a fornire armi e copertura diplomatica a Israele, consentendogli di portare avanti il suo indicibile genocidio. Questo li rende complici del genocidio in corso da parte di Israele, tradendo gli stessi principi di giustizia e diritti umani che apparentemente professano di sostenere.
Dopo 7 mesi di spietato genocidio, la strategia israeliana è chiarissima: espellere con la forza da Gaza il maggior numero possibile di palestinesi, la maggior parte dei quali già profughi della Nakba. I metodi impiegati sono sia diretti che indiretti e vanno dai massacri a tappeto, all'assedio, alla distruzione sistematica di infrastrutture essenziali per la vita: forniture d'acqua, ospedali, scuole, università, fattorie e case sono tutti presi di mira per rendere l'esistenza insostenibile. Le organizzazioni per i diritti umani hanno anche condannato l'uso da parte di Israele della fame contro i palestinesi come arma di guerra. Questa distruzione calcolata delle fondamenta stesse della vita è una strategia brutale che mira a causare danni irreparabili e a creare un ambiente coercitivo per i palestinesi affinché lascino le loro terre, rispecchiando in larga misura la pulizia etnica durante la Nakba del 1948.
Plaudiamo alla creatività, ai principi e al coraggio del movimento di solidarietà globale, in particolare alla rivolta guidata dagli studenti che mira a disinvestire dalle aziende che permettono i crimini di Israele e a porre fine alle relazioni accademiche con le sue università profondamente complici. Il coraggio di studenti coscienziosi e di docenti e lavoratori solidali di fronte alla violenza e alla repressione ispira speranza nella lotta per porre fine al genocidio compiuto a Gaza da Israele e al sottostante regime di apartheid coloniale.
Sottolineiamo la costante fermezza dei palestinesi di fronte alle avversità. Nonostante decenni di oppressione, il popolo palestinese continua a resistere alla negazione, da parte di Israele, della libertà, della giustizia, dell'autodeterminazione e del diritto al ritorno dei profughi, sancito dalle Nazioni Unite.
Nel commemorare la Giornata della Nakba, rifiutiamo l’inazione che ci rende semplici testimoni dell'ingiustizia. Chiediamo che si agisca, che i responsabili rispondano delle proprie azioni, e cambiamenti trasformativi per assicurare un futuro di dignità, giustizia e libertà al popolo palestinese.
Il movimento BDS chiede di:
- Fare pressione sulla Corte penale internazionale affinché emetta immediatamente mandati di arresto contro i leader israeliani e i membri delle forze armate complici del genocidio, per impedire a Israele di commettere ulteriori atrocità di massa.
- Proteste di piazza e interruzioni pacifiche del business as usual rivolte a governi, aziende e istituzioni complici.
- Fare pressione sui governi affinché impongano immediatamente sanzioni unilaterali e multilaterali contro Israele, a partire da un embargo di sicurezza militare, come richiesto dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e da decine di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite.
- Espellere Israele dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e da altri consessi internazionali, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale, la FIFA, Eurovision, ecc.
Ogni giorno di impunità concesso all'apartheid israeliano porta ulteriori devastanti conseguenze ai palestinesi indigeni e a ciò che resta della credibilità del diritto internazionale.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia