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Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Il villaggio palestinese di Susya, nel sud di Hebron, ha affrontato il "trasferimento forzato" per far posto ai coloni (Foto: Rosie Gabrielle)

Di Andrew Rettman

BRUXELLES, 1 febbraio

Diplomatici dell’UE hanno affermato in un rapporto confidenziale riportato da euobserver che i palestinesi in Cisgiordania affrontano "sistematiche discriminazioni legali" da parte di Israele.

È come nel vecchio regime di "apartheid" imposto ai neri in Sud Africa, ha detto un ex-diplomatico israeliano, ma Israele, proprio come i coloni violenti in Palestina, se la sta cavando con “l'impunità”.

Gli ambasciatori degli stati dell'UE a Gerusalemme e Ramallah hanno rivolto delle critiche a Israele nel luglio 2018, in un rapporto di 20 pagine.

Il documento interno, visto da euobserver, doveva "servire come input per Bruxelles e le capitali [dell'UE]" nel determinare, si legge, la politica sul Medio Oriente.

Secondo il rapporto dell'UE, i 2,7 milioni di palestinesi che vivono in Cisgiordania "affrontano una sistematica discriminazione legale" sotto "l’occupazione quasi permanente" del territorio che Israele ha conquistato militarmente nel 1967 prendendolo alla Giordania.

Ma i 400.000 coloni israeliani che vi si sono trasferiti "agiscono in gran parte impunemente" anche se vengono colti "nell’incendiare campi e uliveti [palestinesi] e nel danneggiare raccolti e proprietà" o "nel lanciare cocktail Molotov o in una sparatoria" contro i palestinesi.

L'UE ha osservato che i soldati israeliani colti "mentre fanno un uso sproporzionato della forza" contro i palestinesi "restano impuniti in quasi tutti i casi".

La situazione più difficile è quella affrontata dai 300.000 palestinesi che vivono nella cosiddetta Area C della Cisgiordania.

Vengono processati nei tribunali militari da soldati israeliani, sotto la legge marziale, con tassi di condanna del 99,74%.

Circa 6.000 di loro, tra cui 356 minori, sono stati trattenuti come "prigionieri in regime di sicurezza", in condizioni che possono comportare settimane di isolamento, "il che di per sé - hanno affermato i diplomatici dell'UE - può configurasi come una tortura".

Altri 442, tra cui tre minorenni, sono stati considerati "prigionieri amministrativi" sulla base di "informazioni segrete", senza processo.

I palestinesi a volte attaccano i coloni.

Ci sono stati 61 incidenti di questo tipo tra gennaio e aprile 2018 e i palestinesi hanno ucciso sei israeliani, in Cisgiordania, nei primi cinque mesi dell'anno scorso.

Ma, si afferma nel rapporto dell'UE, "la violenza dei coloni è aumentata nel 2018", con appena l'otto per cento dei presunti crimini da parte dei coloni che hanno portato a imputazioni.

La UE afferma che i soldati israeliani, da gennaio 2017 a giugno 2018, hanno anche ucciso 16 palestinesi e ne hanno feriti 4.200.

Arcipelago

L'espansione degli insediamenti israeliani e i posti di blocco dell'esercito hanno trasformato la Cisgiordania in "un arcipelago" di "isole" palestinesi, cosa che non fa presagire nulla di buono per la soluzione dei due stati, si può leggere nel rapporto dell'UE.

L'area C, che copre il 60% della Cisgiordania e include il suo suolo "più fertile", doveva essere la "principale riserva di terra per un futuro stato palestinese".

Invece, i coloni israeliani stanno costruendo nuove città, collegate da strade per soli coloni e sono impegnati in "coltivazioni intensive" sui terreni agricoli palestinesi.

I palestinesi autoctoni non hanno quasi mai il permesso di costruirvi case e le loro fattorie dispongono di poca acqua, acqua che è controllata da Israele.

Lo scorso luglio, circa 12.500 strutture palestinesi sono state sottoposte a ordini di demolizione.

Alcuni interi villaggi, come Khan al-Ahmar e Susya, sono stati anche "minacciati di trasferimento forzato immediato" per far posto ai coloni.

L'ambasciata israeliana presso l'UE non ha voluto commentare la situazione.

Il suo portavoce per la stampa ha dichiarato di voler leggere l'intero articolo di euobserver prima di rilasciare una dichiarazione.

Apartheid?

Ma Alon Liel, un ex-diplomatico israeliano, ha detto che Israele sta facendo ai palestinesi quello che il Sudafrica ha fatto ai neri prima della caduta del regime di apartheid nel 1991.

"Il regime legale della Cisgiordania è una forma di segregazione razziale istituzionalizzata. Una definizione più semplice sarebbe apartheid", ha detto a questo sito.

"Sono stato ambasciatore israeliano in Sudafrica, quindi ho una base di confronto", ha detto Liel, che ha ricoperto la carica a Pretoria dal 1992 al 1994 e che in seguito è diventato direttore del ministero degli Esteri israeliano.

Il Sudafrica ha emancipato i neri in parte per via delle sanzioni economiche occidentali.

L'UE ha vietato le sovvenzioni alle imprese dei coloni e ha imposto un’etichetta sui prodotti esportati dai coloni con un codice [per la vendita] al dettaglio.

Ma ha ignorato le precedenti richieste dei diplomatici dell'UE a Ramallah di andare più a fondo, ad esempio, con il divieto del visto per i coloni violenti.

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, hanno trasferito la propria ambasciata a Gerusalemme.

La decisione è stata un ulteriore colpo alle aspirazioni dell'UE e palestinesi per un accordo con due stati, ma sei stati dell'UE - Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Polonia e Romania - hanno rifiutato di criticare Trump all'ONU.

Nessun costo

Il miglior amico di Israele nell'UE, l'Ungheria, è andato anche oltre.

L'Ungheria ha posto il veto nei confronti dei diplomatici dell'UE del cosiddetto gruppo Mashreq / Maghreb (MaMa) al Consiglio dell'UE a Bruxelles, persino alla discussione di un precedente rapporto dell'UE su Gerusalemme Est del 2017.

Budapest lo ha fatto nove volte di fila, ha detto un diplomatico dell'UE, costringendo a un "compromesso" in cui gli stati europei hanno approvato il testo, ma "senza l'adozione diretta delle sue raccomandazioni".

Il MaMa non ha ancora discusso il rapporto del 2018 sulla Cisgiordania, a sei mesi dalla sua presentazione.

Secondo un altro diplomatico dell'UE, il servizio Esteri dell'UE ha rifiutato di metterlo all'ordine del giorno a causa della disputa con l'Ungheria, così come una più vasta "sensibilità" su Israele.

Ma anche se fosse stato adottato, la relazione sulla Cisgiordania ha quasi riconosciuto la sconfitta.

"Con le prospettive di un'imminente risoluzione del conflitto israelo-palestinese che appaiono sempre più sfuggenti - si afferma - l'attenzione si sposta ... [su] come migliorare la situazione per le persone sul terreno".

Contiene 36 raccomandazioni, ma nessuna della quale fa di più che "invitare Israele" ad un cambiamento.

Liel, l'ex-diplomatico israeliano, ha previsto che non ci sarà "nessun costo reale" per Israele per i suoi abusi, come ci fu [invece] per il Sudafrica.

"Finora, Israele non ha pagato un prezzo significativo a livello internazionale, in particolare non negli ultimi due anni di presidenza di Donald Trump", ha dichiarato a euobserver.

"L'unico costo che prevedo, se le tendenze attuali persistono - ha detto Liel - è la crescita delle critiche [di Israele] da parte della diaspora ebraica, specialmente negli Stati Uniti”.

Fonte BNC

Traduzione di BDS Italia