LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Comunicati

Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)

BDS ITALIA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DI COLTANO, di seguito il comunicato:

Il 21 ottobre portiamo la nostra solidarietà alla Palestina alla manifestazione "Fermare l'escalation. Unitə contro guerra armi e fossile" a Coltano (Pisa). 

"Le guerre non scoppiano, si preparano" è uno degli slogan del movimento No Base e mai come in questi giorni condividiamo questa affermazione. 

Il 7 ottobre è stato abbattuto il vergognoso muro che da decenni imprigiona il popolo di Gaza in quella che è stata definita la più grande prigione a cielo aperto. È stato un momento drammatico, che ha mostrato al mondo che l’oppressione genera ribellione e che decenni di occupazione militare non hanno cancellato la resistenza palestinese. È stato chiaro come l’oppressione, la violenza militare e il sistema di controllo asfissiante instaurato da Israele non hanno fatto altro che alimentare una rivolta, radicare un processo reale di decolonizzazione e liberazione che metta finalmente fine ad anni di colonialismo, barbarie, repressione e pulizia etnica. 

Tutti i governi occidentali e i media mainstream, hanno appoggiato “senza se e senza ma” la narrazione del regime israeliano, ignorando il regime di violenza strutturale che genera la resistenza degli oppressi e disumanizza i palestinesi per rendere "accettabile" il genocidio a Gaza e i progetti di espulsione dei palestinesi dalla Striscia producendo una seconda Nakba. L'assedio di Gaza, interrompendo l'approvvigionamento di beni primari come elettricità,  gas, prodotti alimentari e sanitari, l'espulsione di un milione di persone dal nord della striscia, costrette ad abbandonare lo loro case e poi bombardate durante l'evacuazione attraverso i corridoi umanitari, l'utilizzo di bombe al fosforo bianco, il bombardamento dell'ospedale di Gaza di martedì 17 ottobre che ha provocato più di 500 morti, non sono altro che l'accelerazione di un progetto di sterminio che da 75 anni colpisce il popolo palestinese.

Molte sono state le condanne a questa guerra, senza ricordare che parlare di guerra significa assumere che prima ci fosse la pace, e questa pace non è mai esistita per la popolazione di Palestina e soprattutto a Gaza, affamata, rinchiusa e ripetutamente bombardata nei 16 anni di assedio e di embargo totale a cui è sottoposta. 

Decine sono state le risoluzioni dell'ONU, tutte ignorate, che condannano Israele per le ripetute violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Diversi i rapporti che sono stati redatti in questi ultimi anni che documentano il regime di apartheid imposto alla popolazione palestinese (Amnesty International, Human Rights Watch, B’Tselem). Mai una sanzione è stata adottata contro Israele, garantendo l’impunità per i suoi crimini.

Migliaia di attivistə in tutto il mondo stanno provando a rompere il muro di silenzio costruito intenzionalmente attorno all’evoluzione del regime coloniale ed oppressivo che Israele mette in atto dal 1948, riportando all'attenzione sui 75 anni di occupazione e apartheid e la conseguente legittimità della lotta di liberazione del popolo palestinese al pari di qualsiasi altro nella storia abbia lottato o sia stato costretto a lottare contro un occupante o un colonizzatore. L’esplosione di ribellione cui assistiamo non è casuale, imprevedibile e imprevista, ma il frutto avvelenato della politica coloniale sionista, tutelata e legittimata dalla complicità di tutti gli stati nazione occidentali.

"Le guerre si preparano" e mai affermazione è stata più vera che riferendosi ad Israele: uno stato che nasce e vive per la guerra, il cui 9% del PIL viene dalla produzione bellica, uno dei primi esportatori mondiali di armi e tecnologie securitarie, terzo verso l'Italia. Uno stato in cui la cultura del nemico è interiorizzata, l'educazione alla sicurezza e alla difesa permeano ogni aspetto della vita, uno stato che da anni esporta un modello securitario testato sulla popolazione palestinese e riversato nel mercato europeo.

Da anni diamo supporto alla lotta di liberazione del popolo palestinese nelle nostre città, condividendo i racconti e le voci dirette delle esperienze della resistenza palestinese, provando a contrastare gli accordi tra le nostre istituzioni, le nostre università e le aziende italiane e il regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid. Abbiamo imparato che la guerra non è mai lontana e non riguarda solo i territori su cui esplodono le bombe, ma le complicità partono da qui. In questi giorni in cui Israele si sta macchiando di crimini di guerra, bombardando indiscriminatamente ospedali, scuole e case civili, le armi statunitensi inviate ad Israele partono proprio dall'Italia, dall’aeroporto di Sigonella in Sicilia. 

Per questo riteniamo giusto aderire e partecipare in prima persona alla manifestazione del Movimento No Base. 

Non possiamo più girare la testa dall’altra parte, dobbiamo mobilitarci affinché si imponga il cessate il fuoco immediato, che si attui l’embargo militare internazionale nei confronti di Israele, come previsto dalle convenzioni internazionali, e che la popolazione civile sia protetta. Dobbiamo portare avanti la nostra lotta in supporto alla resistenza palestinese con la consapevolezza di lottare insieme per la liberazione della Palestina e di tutti i popoli ancora colonizzati e assediati da centinaia di anni.

Non c'è giustizia sotto apartheid e non ci può essere pace dove non c'è giustizia!

BDS Italia

Dopo giorni di bombardamenti indiscriminati e spietati senza precedenti sui 2,3 milioni di palestinesi di Gaza, che hanno ucciso finora oltre 2.700 persone, almeno un quarto dei quali minori, e dopo aver tagliato carburante, acqua, elettricità e aiuti, oltre un milione di palestinesi sono stati sfollati, ma senza un rifugio sicuro in cui ripararsi.

Israele ha ora “ordinato” a 1,1 milioni di palestinesi di “evacuare” la metà settentrionale di Gaza e di spostarsi a sud. Questo è il preludio a un’invasione di terra che è destinata a causare una carneficina molto peggiore.

Israele è ora pronto, con il pieno sostegno degli Stati Uniti e dell’Europa, a commettere massacri senza precedenti nella sua guerra genocida contro i 2,3 milioni di palestinesi di Gaza. Questa è la Nakba 2.0 per i palestinesi di Gaza, in maggioranza rifugiati provenienti da villaggi e città intorno a Gaza vittime della pulizia etnica dal 1948.

Quello che sta accadendo in questi giorni in Palestina è il risultato di decenni di oppressione nei confronti dei palestinesi da parte di Israele che continua a perseguire il suo progetto coloniale di insediamento sottraendo terra e risorse ai palestinesi e negando loro i diritti fondamentali, incluso il diritto al ritorno dei rifugiati.

E mentre gli insediamenti si espandono e aumentano gli attacchi dei coloni in tutta la Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est, nella Striscia di Gaza da 16 anni continua un assedio spietato che costringe oltre due milioni di persone a vivere in una “prigione a cielo aperto” in condizioni molto difficili, con periodici bombardamenti e incursioni militari da parte di Israele che hanno provocato migliaia di morti civili.

Il governo di estrema destra israeliano, il più razzista, fondamentalista e fanatico di sempre, ha intensificato spietatamente la pulizia etnica, l’assedio, le uccisioni, l’incarcerazione e l’umiliazione quotidiana di milioni di palestinesi, approfittando dell’impunità da sempre assicurata a Israele da parte della comunità internazionale e della complicità di governi, aziende e istituzioni internazionali.

Non ci si può aspettare che i palestinesi continuino a subire e ad accettare l’oppressione come destino, arrendendosi di fronte alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

Condanniamo l’uccisione e il ferimento di civili inermi, ma sosteniamo il diritto dei palestinesi a resistere al regime di colonialismo di insediamento, di occupazione militare e di apartheid.

Mentre la popolazione palestinese assediata a Gaza è colpita duramente dai bombardamenti israeliani che hanno già ucciso oltre 700 persone ferendone oltre 3.000, chiediamo ai sostenitori dei diritti dei palestinesi di mobilitarsi in tutta Italia e di intraprendere iniziative di solidarietà concreta, intensificando le campagne BDS.

Condanniamo fermamente i governi occidentali, incluso quello italiano, e i media mainstream per essersi, ancora una volta, ipocritamente schierati dalla parte dell’Israele dell’apartheid, denunciando gli “attacchi violenti” palestinesi contro Israele e nascondendo la pluridecennale violenza coloniale dell’oppressore, come se tutto fosse iniziato sabato scorso con la potente reazione armata dei palestinesi oppressi a Gaza.

Come dice l’educatore brasiliano Paulo Freire:

“Con l’instaurarsi di un rapporto di oppressione, la violenza è già iniziata. Mai nella storia la violenza è stata provocata dagli oppressi. … La violenza è iniziata da coloro che opprimono, che sfruttano, che non riescono a riconoscere gli altri come persone, non da coloro che sono oppressi, sfruttati e non riconosciuti”.

Poiché l’oppressione è la causa principale della violenza, per porre fine a tutta la violenza – la violenza iniziale e continua dell’oppressore e la resistenza reattiva degli oppressi – dobbiamo agire per porre fine all’oppressione.

In Europa, i cui governi, aziende e istituzioni sono profondamente complici del regime israeliano di colonialismo e apartheid, in vigore da 75 anni, abbiamo la responsabilità di agire in modo concreto e strategico in solidarietà con i palestinesi, per porre fine a questa orribile complicità.

Il movimento BDS nonviolento a guida palestinese invita i suoi sostenitori in tutto il mondo a:

  1. Organizzare manifestazioni di massa, esposizione di striscioni e flash mob, per sfidare la copertura mediatica distorta e ricordare all’opinione pubblica che il regime di oppressione di Israele è la causa principale di tutta la violenza.
  2. Mobilitare in modo proattivo le organizzazioni della società civile per sostenere la lettera della società civile globale contro l’apartheid che chiede all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso di riattivare il Comitato speciale contro l’apartheid come passo fondamentale verso la responsabilità.
  3. Invitare i media internazionali, i giornalisti e i sindacati dei giornalisti ad applicare i nostri 7 punti sui principi etici e professionali del giornalismo nel coprire l'attacco di Israele a Gaza.
  4. Collaborare con reti progressiste per fare pressione sul parlamento e sul governo affinché (a) pongano fine alla cooperazione in materia di armamenti e di sistemi di sorveglianza con l'Israele dell'apartheid, (b) bandiscano tutti i beni/servizi delle aziende che operano negli insediamenti coloniali illegali di Israele; e (c) chiedano un'indagine dell'ONU sull'apartheid israeliano.
  5. Mobilitare sindacati, associazioni, chiese, social network, collettivi studenteschi, consigli comunali, centri culturali o altre organizzazioni per farle dichiarare zone libere dall'apartheid ponendo fine a tutte le relazioni con l'Israele dell'apartheid e le aziende che sono complici del suo sistema di oppressione.
  6. Boicottare prodotti/servizi e/o mobilitare pressioni istituzionali per disinvestire da società e banche israeliane e internazionali che sono complici dei crimini di guerra israeliani e dei crimini contro l’umanità.
  7. Annullare tutti gli impegni accademici, culturali, sportivi e turistici nell’Israele dell’apartheid o sostenuti/sponsorizzati da Israele (o dai suoi gruppi di pressione e istituzioni complici).

BDS Italia

Il governo di estrema destra di Israele, il più razzista, fondamentalista e fanatico di sempre, ha intensificato senza pietà la pulizia etnica, l'assedio, le uccisioni, l'incarcerazione e l'umiliazione quotidiana di milioni di palestinesi indigeni nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupate, compresa Gerusalemme Est.

Il movimento BDS condanna fermamente i governi dell'Occidente coloniale per essersi schierati, ancora una volta, ipocritamente al fianco dell'apartheid israeliana e per aver debitamente adottato la sua ingannevole linea temporale sull'attuale "violenza", come se tutto fosse iniziato questa mattina con la potente reazione armata dei palestinesi oppressi di Gaza. Questa linea temporale distorta serve a nascondere l'iniziale e crescente violenza coloniale pluridecennale dell'oppressore.

Il governo di estrema destra di Israele, il più razzista, fondamentalista e fanatico di sempre, ha intensificato senza pietà la pulizia etnica, l'assedio, le uccisioni, l'incarcerazione e l'umiliazione quotidiana di milioni di palestinesi indigeni nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupate, compresa Gerusalemme Est. Credeva che la sua brutalità smascherata avrebbe costretto i palestinesi ad arrendersi e ad accettare l'oppressione come un destino.

Ubriaco di potere e impunità a seguito della collusione, dei finanziamenti e degli armamenti incondizionati concessi dagli Stati Uniti e dall’Europa, nonché della vergognosa normalizzazione e delle alleanze militari con le dittature arabe, con la complicità dell’Autorità Palestinese, il regime di Netanyahu ha ritenuto che fosse giunto il momento di seppellire la “questione della Palestina” una volta per tutte.

Ignorando questo contesto cruciale, il coro occidentale sta, ancora una volta, denunciando gli “attacchi violenti” dei palestinesi contro Israele. 

Indipendentemente da come le persone in tutto il mondo vedono la resistenza armata e da come la regola il diritto internazionale, non si può non essere d’accordo con l’educatore brasiliano Paulo Freire che dice

“Con l’instaurarsi di un rapporto di oppressione, la violenza è già iniziata. Mai nella storia la violenza è stata provocata dagli oppressi. … La violenza è iniziata da coloro che opprimono, che sfruttano, che non riescono a riconoscere gli altri come persone, non da coloro che sono oppressi, sfruttati e non riconosciuti”. 

Poiché l’oppressione è la causa principale della violenza, per porre fine a tutta la violenza – la violenza iniziale e continua dell’oppressore e la resistenza reattiva degli oppressi – dobbiamo agire per porre fine all’oppressione. Come dimostrato nella lotta sudafricana che ha smantellato l’apartheid nel paese, denunciare e porre fine alla complicità statale, aziendale e istituzionale con il regime israeliano di colonialismo di insediamento e apartheid, in vigore da 75 anni, soprattutto seguendo le indicazioni del movimento BDS, è la forma più etica e strategica di solidarietà internazionale per porre fine a ogni oppressione e a ogni violenza. Solo così potremo raggiungere la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e la dignità. 

Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)

Traduzione di BDS Italia

4 azioni per chiedere all'ONU di indagare sul regime israeliano di apartheid, #UNinvestigateApartheid.

Si è aperta il 19 settembre, a New York, il Dibattito Generale della 78esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (#UNGA78), al quale parteciperanno rappresentanti dei governi di tutto il mondo.

Per decenni la società civile palestinese e i gruppi solidari hanno denunciato il regime coloniale di insediamento israeliano poiché comprendeva l'apartheid contro l'intero popolo indigeno palestinese. Oggi, le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch, organizzazioni israeliane come B'Tselem, numerose figure autorevoli, relatori speciali delle Nazioni Unite e, più recentemente, centinaia di accademici ebrei e israeliani sono giunti tutti alla stessa conclusione. Israele sta commettendo il crimine di apartheid contro i palestinesi. 

Un numero crescente di stati ha definito Israele uno stato di apartheid, con alcuni, in particolare il Sud Africa e la Namibia, che hanno spesso condannato l’apartheid israeliana anche alle Nazioni Unite. Nel 2023, il ministro degli Esteri sudafricano ha chiesto al procuratore della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto contro i leader israeliani per avere pianificato l'apartheid. Un certo numero di stati hanno anche presentato ricorsi legali alla Corte internazionale di giustizia relativi al sistema di occupazione militare e apartheid di Israele. 

Il Comitato delle Nazioni Unite per l’esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese (CEIRPP) ha pubblicato uno studio legale dettagliato in cui conclude, tra le altre cose, che Israele attua l’apartheid contro il popolo palestinese dal 1948.   

Solo quest’anno, le città belghe di Liegi e Verviers hanno deciso di porre fine ai legami con Israele citando il suo regime di “apartheid, colonizzazione e occupazione militare”. Ad aprile, Oslo (Norvegia) ha deciso di escludere le aziende che contribuiscono direttamente o indirettamente al progetto di insediamento illegale di Israele, mentre il sindaco di Belém (Brasile) ha recentemente dichiarato la città “zona libera dall'apartheid”.

Più recentemente, la chiesa Disciples of Christ Church (Discepoli di Cristo), che conta oltre 350.000 membri nel Nord America, ha approvato una risoluzione in solidarietà con il popolo palestinese, che comprende la condanna dell'apartheid israeliano.

Nonostante queste pietre miliari nella nostra marcia verso la liberazione, quest’anno sotto l’attuale governo israeliano, ancora più a destra, fondamentalista e apertamente razzista dei precedenti, i palestinesi stanno sopportando e resistendo a un marcato aumento di pogrom, furti di terre, pulizia etnica e massacri. La nostra Nabka non è finita nel 1948, è ancora in corso. 

Eppure è sempre più buio prima dell'alba! I palestinesi restano saldi di fronte all’apartheid. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per garantire che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite risponda alla richiesta palestinese di libertà, giustizia e uguaglianza. Ora abbiamo la possibilità di garantire che i leader mondiali ascoltino l’appello globale per un’indagine guidata dalle Nazioni Unite sull’apartheid israeliano.

In passato, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato l’apartheid nell’Africa meridionale come una minaccia alla sicurezza internazionale e come una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto all’autodeterminazione dei popoli sotto la dominazione coloniale e straniera. Ha invitato tutti gli stati a porre fine alle relazioni militari, economiche, culturali e diplomatiche con il Sudafrica e ha istituito uno speciale Comitato e Centro delle Nazioni Unite per contribuire a sradicare l’apartheid.

È giunto il momento per le Nazioni Unite di fare lo stesso con l'apartheid israeliana.

Il tuo aiuto è necessario per garantire che #UNGA78 agisca!   Tweet da cliccare

Abbiamo bisogno di te per queste 4 azioni:

  1. Mobilita la tua organizzazione e unitevi agli oltre 300 gruppi della società civile di tutto il mondo che chiedono alle Nazioni Unite di indagare sull'apartheid israeliana. Non fai parte di un'organizzazione? Condividi la lettera sui tuoi social media o sulle tue liste email.
  2. Utilizza il modello di lettera che trovi qui per scrivere ai tuoi rappresentanti politici chiedendo loro di agire per garantire che l’UNGA78 parli apertamente e agisca contro l’apartheid israeliano.
  3. Come cittadini di coscienza che vogliono un mondo senza razzismo, oppressione e apartheid, aiutate a creare/sostenere Zone libere dall'apartheid nelle imprese locali della vostra regione, nelle associazioni culturali o negli spazi di attivismo a cui partecipate, o aiutate a creare Chiese e comunità libere dall'apartheid dove applicabile. 
  4. Partecipa alla nostra Giornata d'azione globale, ulteriori dettagli saranno presto disponibili.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia

Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS, la più ampia coalizione della società civile palestinese alla guida del movimento BDS, invita tutta la società civile araba e progressista e i gruppi di base in tutto il mondo a esercitare pressioni significative sui governanti dispotici degli Emirati Arabi Uniti che ospiteranno la COP28 dal 30 novembre al 12 dicembre, anche con il boicottaggio della conferenza.

La dittatura degli Emirati Arabi Uniti commette innumerevoli crimini contro cittadini e lavoratori migranti degli Emirati Arabi Uniti, orribili violazioni dei diritti umani, perpetra crimini di guerra nello Yemen e mantiene un’alleanza di sicurezza militare con l’apartheid israeliana

Come società civile palestinese ci impegniamo a boicottare completamente la COP28 e lavoreremo insieme ai movimenti di tutto il mondo per opporci alla farsa che consiste a consentire a uno stato di polizia che è uno dei maggiori produttori di combustibili fossili del mondo di ospitare la conferenza delle Nazioni Unite con il compito di combattere la crisi climatica.

La lotta contro il regime israeliano di colonialismo e apartheid è intrinsecamente connessa con le lotte per i diritti politici e civili contro altri regimi oppressivi, così come con le lotte per la giustizia sociale, economica e climatica a livello globale. Molte delle stesse aziende e istituzioni che facilitano e traggono profitto dall’oppressione israeliana e dalla pulizia etnica sono anche coinvolte nella privatizzazione dell’acqua e di altre risorse naturali, nel furto delle terre indigene, nelle industrie estrattive e nello sfruttamento delle comunità agricole, e nella promozione di false soluzioni. Molti di loro sostengono anche il ruolo crescente dei produttori di combustibili fossili nelle COP. 

Perché i difensori dei diritti umani e gli attivisti per la giustizia climatica trovano problematica la COP di quest'anno che si svolgerà a Dubai?

  1. Greenwashing della colonizzazione israeliana e dell’apartheid:

L’interesse del regime israeliano di apartheid per la COP28 fa parte della sua strategia volta a allontanare le critiche dal suo sistema di oppressione contro i palestinesi usando la tecnologia israeliana come un attore significativo negli sforzi internazionali contro il cambiamento climatico, una strategia nota come greenwashing. Si prevede la partecipazione di una nutrita delegazione israeliana al vertice per ricevere elogi da parte del regime degli Emirati Arabi Uniti, che ha normalizzato le relazioni con Israele tre anni fa.

  1. Normalizzazione dell’attuale governo israeliano di estrema destra:

Mentre l'attuale governo israeliano, il più di estrema destra, razzista e fondamentalista di sempre, intensifica le sue politiche di insediamento coloniale e di apartheid contro il popolo palestinese, la dittatura degli Emirati Arabi Uniti si è affrettata a invitare il primo ministro Netanyahu e il presidente Isaac Herzog a partecipare al vertice. Li accompagneranno delegazioni ufficiali del Ministero dell'Economia israeliano, del Ministero degli Affari Esteri e del cosiddetto "Ministero della Protezione Ambientale", insieme a diverse aziende israeliane coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.

Il regime degli Emirati Arabi Uniti ha precedentemente accolto i ministri israeliani estremisti di questo governo, come il fanatico Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir e il Ministro delle Finanze  Betzalel Smotrich, che si definisce apertamente come "fascista". Da notare che l'amministrazione statunitense e l’Unione Europea, principali partner dei crimini israeliani, rifiutano di incontrare questi ministri fascisti.

3. Promozione delle aziende coinvolte nei crimini israeliani:

La delegazione del regime israeliano di apartheid al vertice sta organizzando numerosi eventi per promuovere tecnologie e "soluzioni" nei campi dell'energia, della scarsità d'acqua, dell'agricoltura e della tecnologia alimentare che sono state sviluppate e utilizzate per opprimere i palestinesi e sfruttare le nostre risorse naturali. 

La società israeliana Netafim, ad esempio, complice del progetto di insediamento illegale di Israele, un crimine di guerra secondo il diritto internazionale, parteciperà al vertice COP28 degli Emirati Arabi Uniti a Dubai. Un'altra società complice che probabilmente farà parte della delegazione ancora non annunciata è Mekorot, la compagnia nazionale israeliana di gestione dell'acqua, nota per aver rubato acqua dalle falde acquifere palestinesi e per aver consentito l'apartheid idrica, è nel database delle Nazioni Unite per il suo coinvolgimento nelle colonie illegali. 

Potrebbe partecipare anche il Fondo Nazionale Ebraico (JNF), uno dei pilastri del regime di colonialismo di insediamento, responsabile della pulizia etnica del nostro popolo.

Nel 2021, la delegazione israeliana alla COP26 era guidata dal vice amministratore delegato di Israel Chemicals Ltd, la società che fornisce all’esercito israeliano il fosforo bianco utilizzato nei proiettili sparati contro i palestinesi a Gaza. 

  1. Greenwashing del dispotico regime degli Emirati:

Ospitando il vertice sul clima, il regime degli Emirati aspira a ripulire le sue flagranti violazioni dei diritti umani negli Emirati Arabi Uniti e i crimini di guerra nello Yemen, espandendo al contempo il suo business dei combustibili fossili ed esacerbando la crisi climatica, come riportato da Amnesty International e Human Rights Watch. 

Un atto di ipocrisia che ha suscitato la reazione dei gruppi per i diritti umani e dei movimenti che chiedono giustizia climatica, è stata la nomina del Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell'Industria e delle Tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti, amministratore delegato della gigantesca compagnia petrolifera statale ADNOC e presidente del consiglio di amministrazione della società energetica di Abu Dhabi Masdar, come presidente designato della COP. Più di 400 gruppi che militano per il clima e l’ambiente, oltre a politici europei e americani, hanno chiesto la sua rimozione.

Molti attivisti dei movimenti per il clima e per la giustizia sociale quest'anno si terranno lontani dalla COP per protestare contro quanto sopra e per paura della repressione del regime. La legge degli Emirati Arabi Uniti consente alle autorità di sicurezza di arrestare chiunque senza un ordine giudiziario per un periodo massimo di 90 giorni, che può essere esteso. Chiunque sia accusato di danneggiare la "reputazione degli Emirati Arabi Uniti" e dei suoi simboli e istituzioni può essere punito con una pena detentiva fino a 10 anni.

  1. Piattaforma per i grandi inquinatori e i consumatori di combustibili fossili:

Gli attivisti per la giustizia climatica si sono costantemente opposti alla trasformazione dei vertici COP in “opportunità di greenwashing”, in cui le comunità più colpite dalla crisi climatica e gli attivisti di base sono esclusi dalle discussioni e dalle decisioni, mentre le grandi aziende inquinatrici come Coca Cola e Siemens partecipano come sponsor .

Gli attivisti denunciano la farsa dei paesi sviluppati, i maggiori consumatori di combustibili fossili, che impongono limitazioni ai paesi del Sud del mondo, che si trovano ad affrontare la maggior parte dei disastri indotti dalla crisi climatica, tra cui inondazioni e tifoni devastanti e l’innalzamento del livello del mare. 

Campagne intersezionali per la giustizia climatica e contro l’apartheid

La Palestina è una causa che riguarda i diritti umani e la giustizia climatica. La difesa della nostra terra e delle nostre risorse, e la nostra opposizione alle aziende e alle istituzioni israeliane che praticano il greenwashing, fanno parte della nostra lotta di liberazione, che è intrinsecamente legata alle lotte globali per i diritti degli indigeni, i diritti alla terra e alla lotta contro l’industria dei combustibili fossili e il colonialismo climatico. Insieme, possiamo rafforzare la nostra lotta comune per una giustizia climatica vera e significativa. 

Attraverso il boicottaggio della COP28 e altre strategie, il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) invita tutti a unirsi a lui per denunciare il vertice COP28 per questa farsa e il regime dispotico degli Emirati Arabi Uniti per le sue violazioni dei diritti umani e i suoi profitti nell’estrazione di combustibili fossili. Costruiamo lotte intersezionali contro le aziende che partecipano al greenwashing dell'apartheid israeliana e impongono false soluzioni a livello globale. Troviamo insieme soluzioni giuste alla crisi.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia

Il BDS sostiene i palestinesi affinché continuino a sopportare e resistere all'oscurità del colonialismo e dell'apartheid finché non raggiungiamo la luce della libertà, della giustizia, dell'uguaglianza e della dignità.

Oggi (8 luglio 2023, NdT) sono 18 anni dallo storico appello della più grande coalizione palestinese che ha come scopo il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro il regime israeliano di occupazione militare, colonialismo di insediamento e apartheid. In questo anniversario riconosciamo i molti giorni bui che hanno gettato un'ombra sui nostri cuori. Solo quest'anno, i palestinesi di tutto il mondo hanno affrontato un'escalation di massacri, atrocità, assedi, pogrom, attacchi aerei e appelli smascherati al genocidio da parte di Israele. Per quanto dolorosi e devastanti, questi sono anche segni dell'ora più buia di questo regime di oppressione che dura da 75 anni e dell'avvicinarsi della luce della liberazione. 

Da Gerusalemme a Gaza, da Masafer Yatta a Jenin, da an-Naqab alla Galilea, e attraverso i nostri campi profughi in Palestina e in esilio, resistiamo alla colonizzazione della nostra terra e allo sfollamento forzato del nostro popolo, così come resistiamo al loro tentativo di colonizzare le nostre menti con orrore e disperazione. Con la nostra resistenza popolare nelle sue molte e diverse forme, siamo risoluti, resistiamo e insistiamo sul nostro pieno "menu di diritti". 

Il BDS sostiene i palestinesi affinché continuino a sopportare e resistere all'oscurità del colonialismo di insediamento e dell'apartheid finché non raggiungiamo la luce della libertà, della giustizia e della dignità. Il movimento BDS nonviolento e antirazzista è ora sostenuto da movimenti di massa che lottano per la giustizia razziale, sociale, indigena, economica, climatica e di genere e rappresentano decine di milioni di persone in tutto il mondo, nonché da dozzine di gruppi ebraici progressisti. 

Personaggi internazionali tra cui i premi Nobel Arcivescovo Desmond Tutu, Annie Ernaux, Charles P. Smith, Mairead Maguire, Adolfo Peres Esquivel, Jody Williams, Rigoberta Menchú e Betty Williams, e autori influenti tra cui Naomi Klein, Stéphane Hessel, Judith Butler, tra molti altri, hanno sottoscritto il BDS, l'embargo militare contro Israele o altre misure di responsabilità legate al movimento BDS in solidarietà con i diritti dei palestinesi. 

Per celebrare il 18° anniversario del movimento BDS, stiamo evidenziando il suo ruolo indispensabile nel determinare un cambiamento di narrativa senza precedenti intorno alla Palestina e ai diritti inalienabili del popolo palestinese, e stiamo selezionando i momenti più significativi (al di fuori del mondo arabo) dell'impatto legato al movimento BDS nel promuovere il riconoscimento delle responsabilità e nel combattere la complicità statale, aziendale e istituzionale in tutto il mondo.

POLITICHE LIBERE DALL'APARTHEID

2023:  l'appello unificato dei palestinese contro l'apartheid è emesso dal Dipartimento anti-apartheid dell'OLP, dal movimento BDS, dal Consiglio delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani (PHROC), dalla Rete di ONG palestinesi (PNGO) e dal Ministero della giustizia palestinese. Chiede la creazione di un "Fronte globale per smantellare il regime israeliano di occupazione coloniale di insediamento e apartheid".

2020 - 2023: 10 ex presidenti e oltre 700 parlamentari, personalità eminenti e leader della società civile del Sud del mondo rispondono all'appello palestinese contro l'apartheid israeliana esortando le Nazioni Unite a indagare sull'apartheid israeliana, riattivare il Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'apartheid e imporre sanzioni. Da allora, guidati dal Sudafrica e dalla Namibia, un numero crescente di stati ha riconosciuto l'apartheid di Israele e la società civile di tutto il mondo sta spingendo per un'azione delle Nazioni Unite ora.

2023: città in tutto il mondo tagliano i legami con il regime israeliano di occupazione e apartheid, tra cui Barcellona, ​​Liegi, Verviers, Oslo e Belem.

2023: vengono lanciate le comunità libere dall'apartheid convocate dall'American Friends Service Committee (AFSC), sostenute da decine di confessioni e altre comunità del Nord America che si impegnano a "allontanarsi da ogni e qualsiasi sostegno all'apartheid israeliana, all'occupazione e al colonialismo di insediamento.”

2016 - 2023: migliaia di circoli sociali, ristoranti, negozi, uffici, sindacati studenteschi, consigli comunali e organizzazioni in tutto il mondo si dichiarano Zone libere dall'apartheid.

2021-2022: Amnesty International (2022), Human Rights Watch , B'Tselem (2021) e Al-Haq (2022) pubblicano rapporti dirompenti che concludono che Israele sta perpetrando il crimine contro l'umanità di apartheid sul popolo palestinese. 

RESPONSABILITÀ E SANZIONI A LIVELLO STATALE

2023: il parlamento sudafricano vota per il declassamento delle relazioni diplomatiche con Israele. Il ministro delle relazioni internazionali e della cooperazione Naledi Pandor chiede alla Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto contro i "leader dell'apartheid israeliana" responsabili del "massacro del popolo palestinese".

2023: il Comitato PEGA del Parlamento europeo riconosce che lo spyware proviene da Israele e viene testato illegalmente sui palestinesi, diventando il primo organismo ufficiale dell'UE a riconoscere che i legami militari con Israele rappresentano un rischio significativo per i diritti umani e a chiedere di limitarli. Ciò avviene dopo le continue pressioni della campagna #BanSpyware del movimento BDS e di una recente Giornata globale di azione contro lo spyware, con oltre 3,4 milioni di persone in tutto il mondo che chiedono di vietare lo spyware. 

2022 - 2023: dopo un'iniziativa dei cittadini europei (ICE) durata un anno che mirava a vietare il commercio con gli insediamenti, la commissione europea per le petizioni (PETI) decide all'unanimità che la Commissione europea deve rispondere alla nostra richiesta di fermare il commercio con gli insediamenti illegali. 

2020: in un'importante vittoria legale per il BDS, la Corte europea dei diritti umani (CEDU) decide all'unanimità che la condanna repressiva del 2015 emessa dalla più alta corte francese nei confronti di attivisti BDS che sostengono in modo non violento il boicottaggio di Israele viola l'articolo 10 (libertà di espressione) della Convenzione europea sul diritti umani. 

2016: l'alto rappresentante dell'UE, Federica Mogherini, afferma il #RightToBDS nella regione dell'UE, a seguito di campagne di base e lettere firmate da oltre 350 organizzazioni per i diritti umani e 30 eurodeputati. Lo stesso anno, i Paesi Bassi respingono le richieste di punire le attività del BDS sulla base del fatto che comportano "discriminazione" contro Israele, affermando che "i diritti umani, incluso il divieto di discriminazione, mirano a proteggere esplicitamente individui [e] gruppi di individui", non stati.

2014: il governo cileno congela i colloqui sull'accordo di libero scambio con Israele a seguito della campagna di parlamentari e di cittadini palestinesi nel paese.

2014: Rio Grande do Sul (Brasile) annulla un progetto con la più grande società militare israeliana Elbit Systems di costruzione di un microsatellite per l'esercito brasiliano, e la provincia di Buenos Aires (Argentina) annulla un contratto con la società nazionale di distribuzione dell’acqua israeliana Mekorot per un importante impianto di depurazione.

2013: l'UE emana delle linee guida che vietano il finanziamento da parte sua di attività e progetti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati (TPO) e a Gerusalemme Est. 

DISINVESTIMENTO

2009-2021: il fondo sovrano norvegese da 1,3 miliardi di dollari nel 2009 disinveste da Elbit Systems e nel 2021 disinveste da 2 società collegate agli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati (TPO). Sempre nel 2021, con un patrimonio di oltre 95 miliardi di dollari, il più grande fondo pensione norvegese KLP disinveste da 16 società a causa dei loro legami con le colonie. 

2020: l'Università di Manchester (Regno Unito) disinveste quasi 2 milioni di sterline da società complici dell'oppressione israeliana. Negli Stati Uniti, gli studenti della Columbia University, dell'Università dell'Illinois Urbana-Champaign e della San Francisco State University votano tutti per disinvestire dall'apartheid israeliana.

2021 e 2012: nel 2021, i fondi New Zealand Superannuation Funds, che nel 2012 avevano disinvestito da Elbit Systems, disinvestono dalle banche israeliane. Sempre nel 2021, l' East Sussex Pension Fund (Regno Unito) disinveste da Elbit Systems.

2016 e 2014: la Presbyterian Church USA nel 2014 disinveste da HP, Caterpillar e Motorola Solutions. Nel 2016, la United Methodist Church disinveste da G4S e da tutte le banche israeliane.

2012: la Quaker Friends Fiduciary Corporation e il gigante statunitense dei fondi pensione TIAA-CREF disinvestono quasi 73 milioni di dollari da Caterpillar.

RESPONSABILITÀ ECONOMICA E AZIENDALE

2023: con l'ascesa del governo israeliano di estrema destra e i suoi piani giudiziari di vasta portata, l'economia israeliana sta affrontando una grave instabilità e la fuga di capitali, esacerbando ulteriormente l'impatto della campagna palestinese in corso per isolare l'apartheid. Moody's declassa le prospettive di credito di Israele; le aziende tecnologiche statunitensi iniziano a chiudere le operazioni israeliane; le aziende hi-tech israeliane si trasferiscono all'estero; gli investimenti nell'alta tecnologia israeliana sono in forte calo ed l’ex presidente del Consiglio economico nazionale israeliano, il prof. Eugene Kandel, prevede 2 scenari per l'economia israeliana, "un attacco di cuore o un cancro". In breve, Israele sta rapidamente diventando una #ShutDownNation.

2023: #BDS dichiara di avere vinto una vittoria importante quando G4S, la più grande società di sicurezza del mondo, disinveste completamente dall'apartheid israeliana vendendo le sue quote nella accademia di addestramento della polizia israeliana.

2023: Carrefour annuncia che non aprirà alcun negozio negli insediamenti, per evitare il "rischio di complicità", provocando una campagna di controboicottaggio contro l'azienda da parte di coloni israeliani di estrema destra. La continua complicità di Carrefour con l'apartheid significa anche che la campagna BDS #BoycottCarrefour sta continuando.

2022: il marchio di gelati multinazionale e socialmente responsabile Ben & Jerry's smette di operare nell'Israele dell'apartheid. Nel 2021, il consiglio di amministrazione indipendente dell'azienda aveva deciso di interrompere la vendita dei suoi prodotti in Israele e nei suoi insediamenti illegali. 

2018: AXA IM, la consociata interamente controllata da AXA, disinveste da Elbit Systems, a seguito delle pressioni della coalizione Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid. I continui investimenti di AXA in banche israeliane profondamente complici significano che la campagna #BoycottAXA sta continuando.  

2016: Orange abbandona l'affiliata israeliana a seguito dell'importante campagna BDS e la società irlandese di materiali da costruzione CRH esce dal mercato israeliano vendendo la sua partecipazione nella sua società israeliana complice Nesher Cement.

2015: il conglomerato francese Veolia cede sotto la massiccia pressione del BDS, che gli costa appalti globali del valore di oltre $ 20 miliardi, ponendo fine a tutte le sue attività israeliane.

2014: la società israeliana SodaStream è costretta a chiudere la sua fabbrica nella colonia illegale vicino a Gerusalemme occupata a seguito di una campagna BDS mondiale che ha costretto molti rivenditori a scaricare i suoi prodotti.

2013: Unilever chiude la sua fabbrica nella colonia israeliana illegale di Barkan a seguito di minacce di boicottaggio e pressioni da parte di organizzazioni per i diritti umani. Nello stesso periodo viene pubblicato un rapporto delle Nazioni Unite che condanna le società che operano in insediamenti illegali e le invita a ritirarsi .

2011: il grandissimo produttore svedese di Mul-T-Lock Assa Abloy chiude la sua fabbrica nella colonia israeliana illegale di Barkan dopo le pressioni delle organizzazioni per i diritti umani e della Chiesa di Svezia.

2011: Agrexco, il principale esportatore di frutta e verdura di Israele e obiettivo primario del BDS, fallisce per mancanza di investitori dopo anni di calo delle vendite in 13 paesi europei. 

SOLIDARIETA' SINDACATI-LAVORO

2005 - 2023: le principali federazioni e organizzazioni sindacali di tutto il mondo hanno approvato il BDS, tra cui: Congresso dei sindacati sudafricani-COSATU e Federazione sudafricana dei sindacati; Congresso irlandese dei sindacati; Central Única dos Trabalhadores-CUT (Brasile); CTA Autonoma (Argentina); Congresso sindacale (Regno Unito); LO (Norvegia); Solidaires (Francia); Unione canadese dei lavoratori postali; United Electrical-UE e filiali di United Auto Workers-UAW presso l'Università della California, NYU e UMass Amherst (USA); Confederazione dei sindacati cristiani (Belgio); Central Unitaria de Trabajadores de Colombia; Sindacati affiliati alla WFTU tra cui CITU, AICCTU (India); Federazione Italiana Metalmeccanici-FIOM (Italia).

2023: le federazioni sindacali MLC, CTSPP e FPBOU (Mauritius) invitano il proprio governo a sostenere la ricostituzione del Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'apartheid.

2009 - 2021: dopo l'attacco alla Freedom Flotilla nel 2009, i lavoratori portuali di tutto il mondo impediscono alle navi dell'apartheid israeliana di attraccare o scaricare in India, Sud Africa, Svezia, Turchia e Stati Uniti. Nel 2021, i lavoratori portuali guidano o sostengono iniziative , come Block the Boat dell'AROC, che impedisce alle navi israeliane di caricare/sbarcare nei porti da Oakland, California (USA) a Durban (Sudafrica) per protestare contro le atrocità israeliane a Gaza e Gerusalemme.

2017: All India Kisan Sabha, che rappresenta 16 milioni di agricoltori indiani, sostiene l'appello per il BDS e sostiene la campagna contro gli interventi agroalimentari israeliani in India.

BOICOTTAGGIO CULTURALE

2004 - 2023: migliaia di artisti influenti e altre figure culturali in tutto il mondo in tutti i campi, oltre a diversi sindacati e collettivi di artisti significativi, sostengono il boicottaggio culturale di Israele. Questi artisti includono pop e rock star, rapper, DJ e produttori, autori e drammaturghi vincitori del Premio Pulitzer, importanti registi e attori, artisti visivi, ballerini e molti altri. Vengono lanciati impegni come Black for Palestine, Musicians for Palestine e Visual Arts for Palestine, oltre a impegni in America Latina, India, Sud Africa e in tutta Europa. Tra le personalità incluse ci sono i musicisti Roger Waters, Brian Eno, FKA Twigs, Seun Kuti, Patti Smith e Rage Against the Machine, gli scrittori Sally Rooney, John Berger, Henning Mankell, China Miéville, Caryl Churchill e Kamila Shamsie, l'artista visivo Tai Shani e la fotografa Nan Goldin, solo per citarne alcuni.

2004 - 2023: artisti di fama mondiale annullano spettacoli ed eventi nell'Israele dell'apartheid dopo gli appelli di artisti palestinesi e internazionali e difensori dei diritti umani. Questi includono Lorde, Lana del Rey, Shakira, Natalie Portman, Elvis Costello, Pharrell, The Killers, Gil Scott-Heron, Lauryn Hill, Gilberto Gil, Zakir Hussain, Faithless, Big Thief, Rodrigo y Gabriela, Marianah, U2, Bjork, Snoop Dogg, Cat Power, Vanessa Paradis, Gorillaz e molti altri. 

2004 - 2023: personaggi di spicco del cinema, anche a Hollywood, chiedono una solidarietà significativa con i palestinesi e approvano misure di responsabilità contro Israele. Questi includono Mark Ruffalo, Susan Sarandon, Tony Kushner, Tilda Swinton, Pedro Almodovar, Miriam Margolyes, Boots Riley, Alia Shawkat, Ken Loach, Julie Christie, Jim Jarmusch, Thandiwe Newton, Gael García Bernal, Maxine Peake, Mike Leigh, Sarah Schulman , James Schamus, Mira Nair, Viggo Mortensen, Harriet Walter e molti altri.

2004 - 2023: centinaia di artisti boicottano eventi e luoghi internazionali sponsorizzati da ambasciate e consolati israeliani o che censurano ed escludono artisti che sostengono i diritti dei palestinesi, incluso il BDS. Questi includono artisti che si ritirano dal Sydney Festival , dal festival Pop-Kultur Berlin, dal festival Ruhrtriennale, dai German techno clubs e molti altri.

2018 - 2019: la campagna durata un anno per boicottare l'Eurovision ospitata a Tel Aviv si traduce in una riduzione dei visitatori internazionali di circa il 90%, costringendo gli organizzatori a regalare letteralmente posti vuoti a soldati e coloni israeliani. Israele è costretto a rimuovere il concorso da Gerusalemme, non riuscendo a utilizzare il concorso per rafforzare la sua annessione illegale della città e l'occupazione della Gerusalemme Est palestinese. Più di 150.000 persone, centinaia di artisti e oltre 100 organizzazioni e centri LGBTQIA+ aderiscono alla campagna. I media mainstream lo descrivono costantemente come l'Eurovision più controverso di sempre. In milioni di post, la parola più twittata accanto all'hashtag ufficiale dell'Eurovision in Israele, a parte "Israele", è "apartheid". 

BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E ATTIVISMO NEI CAMPUS

2013 - 2023: l'American Studies Association (ASA) con sede negli Stati Uniti vota per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane, così come le associazioni seguenti: Middle East Studies Association (MESA), Associazione degli antropologi neri, Associazione per gli studi asiatici americani (AAAS), Native American e Indigenous Studies Association (NAISA), British Society for Middle Eastern Studies (BRISMES), Canadian Society for Socialist Studies (SSS) e Latin American Council of Social Sciences (CLACSO), con più di 800 centri di ricerca in 55 paesi.

2014 - 2022: la Graduate Institute Student Association , il giornale studentesco di Harvard The Crimson , più di 50 gruppi di studenti della New York University , la Canadian Federation of Students , la Student Federation of the Austral University of Chile (FEUACh), la UK National Union of Students , tra gli altri, approvano mozioni a sostegno del BDS. 

2021: in numeri senza precedenti, centinaia di dipartimenti accademici, programmi, società e sindacati e decine di migliaia di studiosi in tutto il mondo sostengono i diritti dei palestinesi, inclusi boicottaggi o altre misure di responsabilità.

2021: l'Associazione dei professori dell'Università di Brasilia (Brasile) vota all'80% contro la collaborazione con l'apartheid israeliana.

2011: l'Università di Johannesburg (Sudafrica) interrompe i legami con l'Università israeliana Ben-Gurion (BGU) a causa della complicità con l'apartheid israeliana. 

2005: l'Association of University Teacher-AUT (Regno Unito) adotta il boicottaggio accademico di Israele.

BOICOTTAGGIO SPORTIVO

2021 - 2022: innumerevoli stelle e squadre dello sport si battono per i diritti dei palestinesi e si rifiutano di utilizzare lo sport per ripulire l’immagine dell'apartheid israeliana.

2018 - 2022: Oakland Roots SC, Premier League Qatar Sports ClubUiTM, la più grande università della Malesia, Luton Town FC, Forest Green Rovers FC e Chester FC abbandonano la sponsorizzazione di PUMA o si impegnano a non firmare contratti con PUMA a causa della sua complicità con l'apartheid israeliana. 

2021: una partita "amichevole" tra l'FC Barcelona e il club israeliano razzista Beitar Jerusalem viene annullata dopo che l'FC Barcelona ha condizionato la partita a non essere giocata a Gerusalemme, dove Israele continua la sua graduale pulizia etnica delle comunità indigene palestinesi. 

2021: la Malesia nega alla squadra di squash israeliana di partecipare al torneo mondiale.

2018: a seguito di una campagna di pressione, la squadra di calcio maschile dell'Argentina annulla un viaggio nell'Israele dell'apartheid per una partita "amichevole".

2017: più della metà dei giocatori della NFL (Stati Uniti) prenotati si ritirano da un viaggio di propaganda tutto spesato organizzato per migliorare l'immagine di Israele.

ANTI-PINKWASHING

2019 - 2023: oltre 50 registi hanno ritirato i loro film dal TLVFest sponsorizzato dal governo israeliano, in risposta all'appello dei gay e dei partner palestinesi di tutto il mondo.

2023: l'artista britannico Sam Smith, vincitore del Grammy Award, annulla la sua esibizione nell'Israele dell'apartheid, per non compromettersi con l'artwashing e il pinkwashing israeliani per mascherare l’oppressione dei palestinesi.

2022: la Pride di Lisbona rifiuta la partecipazione dell'ambasciatore del regime israeliano di apartheid, affermando che sarebbe "ipocrita" consentire a uno stato di apartheid di partecipare a una celebrazione della "lotta per i diritti LGBTI +, i diritti umani e l'uguaglianza".

2020-2021: nel 2020, il Queer Cinema for Palestine (QCP) viene lanciato come impegno per i registi queer che si impegnano a non partecipare agli eventi sponsorizzati dal Governo israeliano, incluso il TLVFest. Oltre 200 cineasti queer hanno firmato la promessa. Nel 2021, la prima edizione del QCP film festival è organizzata da una coalizione di 30 gruppi in tutto il mondo come iniziativa di solidarietà in sostegno ai palestinesi autoctoni. 

Questi successi del movimento BDS sono solo un'istantanea di dove ci troviamo oggi. Grazie per averci aiutato a trasformare l'oscurità in luce continuando a essere solidali con la nostra lotta non violenta e antirazzista contro l'apartheid, l’occupazione coloniale di insediamento e per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza dei palestinesi!

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Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia

Mentre ci avviciniamo al 75° anniversario della Nakba (catastrofe) palestinese, chiediamo ai nostri sostenitori in tutto il mondo di unirsi a noi nella solidarietà intraprendendo 5 azioni per aiutare a porre fine all'apartheid israeliana #EndIsraeliApartheid.

Questa settimana ricorre il 75° anniversario della Nakba, in cui tra 750.000 e 1.000.000 di palestinesi autoctoni furono costretti a lasciare le loro case e sottoposti a pulizia etnica da parte delle milizie sioniste e, successivamente, dell'esercito israeliano, al fine di stabilire lo stato di Israele come colonizzazione di insediamento di suprematisti ebrei.

Per 75 anni, i palestinesi hanno vissuto e resistito a una Nakba in corso. Da Ben Gurion, il primo Ministro di Israele nel 1948, a Ben Gvir, l'attuale ministro della "sicurezza nazionale" di Israele, e l'ascesa del governo israeliano di estrema destra più apertamente razzista, i palestinesi sono stati oggetto di rinnovate e intensificate campagne di pulizia etnica; costruzione di insediamenti; furto di terra e acqua; ripetuti massacri a Gaza; arresti di massa; e limitazioni alla circolazione.

Martedì, le forze militari israeliane hanno bombardato intenzionalmente e indiscriminatamente famiglie nella Striscia di Gaza. Negli ultimi 4 giorni, gli attacchi aerei dell’Israele dell’apartheid contro gli oltre 2 milioni di persone sotto assedio a Gaza hanno ucciso finora 31 palestinesi, tra cui 7 bambini. Scandalosamente, in soli cinque mesi, le forze di occupazione israeliane e i coloni illegali hanno ucciso almeno 144 palestinesi, inclusi 26 bambini (al momento della pubblicazione).

Eppure ci insorgiamo! Nonostante la violenza e l'aggressione in corso da parte di Israele, noi palestinesi rimaniamo resilienti e saldi nella nostra resistenza popolare. A Gerusalemme, Giaffa, Gaza, Jenin, Beita, Masafer Yatta, nella Valle del Giordano, Al-Naqab o in esilio, i palestinesi sono uniti contro il regime israeliano di colonialismo e apartheid.

Continueremo a lottare per la nostra liberazione, i nostri diritti inalienabili, incluso il nostro diritto all'autodeterminazione e il diritto dei nostri rifugiati a tornare a casa. Marciamo in avanti verso la libertà, la giustizia, l'uguaglianza e la dignità! 

Ora, mentre l'apartheid israeliana scatena una nuova guerra contro il popolo palestinese di Gaza, potete svolgere un ruolo vitale nell'aiutare a smantellare l'apartheid israeliana. Vi chiediamo di intraprendere le seguenti 5 azioni di solidarietà e di essere una chiave di giustizia per i palestinesi in tutto il mondo:

  1. Lavorate con le reti progressiste per fare pressione su parlamenti e governi affinché (a) pongano fine a tutta la cooperazione e il commercio in materia di sicurezza militare (finanziamento militare nel caso degli Stati Uniti) con il regime israeliano di apartheid e simili regimi criminali di oppressione in tutto il mondo, (b) vietino tutti gli appalti e gli investimenti in compagnie che operano negli insediamenti coloniali illegali di Israele; e (c) promuovano l'azione delle Nazioni Unite per indagare e smantellare l'apartheid israeliana, come è stato fatto con il regime di apartheid in Sud Africa.
  2. Mobilitate campagne di pressione istituzionale (inclusi boicottaggi e disinvestimenti) contro società e banche israeliane e internazionali che sono complici dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità israeliani. Ciò include tutte le banche israeliane (Leumi, Hapoalim, ecc.) e le principali multinazionali come: Elbit Systems, Google, Amazon , HP e HPE , CAT, JCB, Volvo, HD Hyundai , Chevron, Siemens, CAF, G4S/AlliedUniversal, AXA, PUMA, Carrefour, Booking.com, Airbnb, Sabra , Barclays, Expedia, Hikvision, TKH Security e altro ancora.
  3. Mobilitate la vostra comunità, il vostro consiglio comunale, il vostro sindacato, la vostra associazione, la vostra chiesa, la vostra rete sociale, la vostra organizzazione studentesca, il vostro centro culturale o altre organizzazioni per farli diventare uno spazio libero dall'apartheid (SPLAI), ponendo fine a tutte le relazioni con Israele e le aziende/istituzioni che sono complici del suo sistema di oppressione.
  4. Avviate/sostenete il boicottaggio di tutti gli eventi accademici, culturali, sportivi e turistici che si svolgono nell'Israele dell'apartheid o sono sponsorizzati da essa o dai suoi gruppi di pressione e istituzioni complici.
  5. Unitevi a una campagna BDS o a un gruppo strategico di solidarietà per la Palestina vicino a voi per agire collettivamente ed efficacemente. Molti gruppi nazionali e regionali terranno manifestazioni e attività per celebrare #Nabka75, unitevi a loro se potete!

Incanalate la vostra rabbia e mobilitatevi per smantellare l'apartheid e tutte le forme di razzismo e oppressione.

Fonte: Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC)

Traduzione di BDS Italia

Il sindaco di Gaza ha scritto una lettera alla sindaca di Barcellona salutando la sua decisione di sospendere i legami con il regime israeliano di apartheid.

Onorevole Ada Colau,

Sindaca della città di Barcellona,

A nome del popolo di Gaza e della Palestina, vorrei esprimere il nostro profondo apprezzamento e la nostra gratitudine per il Suo sostegno e il Suo impegno continui nella promozione dei diritti umani e della giustizia per il popolo palestinese.

La Sua recente decisione di schierarsi con il popolo di Gaza e della Palestina ha inviato un potente messaggio di solidarietà e sostegno e siamo grati per la Sua guida nel fare crescere la consapevolezza rispetto alle ingiustizie affrontate dal nostro popolo, compreso l'attuale sistema di apartheid.

Riconosciamo che il Suo sostegno va oltre questa recente decisione e siamo grati per i Suoi continui sforzi a favore della promozione dell'uguaglianza e della giustizia per tutti. Le Sue azioni danno speranza e incoraggiano coloro che hanno lottato per la giustizia e l'uguaglianza, e siamo fiduciosi che altre città e paesi seguiranno il Suo esempio nel opporsi alle ingiustizie subite dal popolo palestinese.

Ancora una volta, mandiamo i nostri più sentiti ringraziamenti e lodiamo il Suo continuo impegno nella creazione di un mondo più giusto e pacifico per tutti.

Sinceramente,
Dottor Yahya R. Sarraj

Sindaco di Gaza
Capo dell'Unione dei Comuni della Striscia di Gaza

Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS

Traduzione di BDS Italia

#Uniticontroilrazzismo #UnitedAgainstRacism

Settimana di denuncia dell'apartheid israeliana 2023: 13-27 marzo 2023

La settimana di denuncia dell'apartheid israeliana (Israeli Apartheid Week (IAW)) è un momento di mobilitazione globale di tutti i sostenitori della lotta palestinese per la libertà, la dignità e la giustizia. Durante la IAW ci dedichiamo alla sensibilizzazione sull'apartheid israeliana e all’elaborazione di campagne BDS strategiche a sostegno della lotta palestinese per porre fine al brutale sistema israeliano di apartheid, colonialismo di insediamento e pulizia etnica. 

Partecipa alla 19° Settimana contro l'apartheid israeliana! Di seguito le iniziative in Italia: